martedì 5 luglio 2011

La questione del Lodo Mondadori

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Pino Venezia



Roma, 5 lug. (TMNews) - Giorgio Napolitano non si pronuncia sulla manovra all'esame del Colle: "Non dico nulla. Sulla manovra, quando sarà il momento conoscerete le nostre determinazioni", ha detto il Presidente della Repubblica. E' scontro sulla norma Mondadori prevista nella manovra, e che con due modifiche al codice di procedura civile sospenderebbe in appello l'esecuzione delle condanne civili che superano i dieci milioni di euro, e fermerebbe in Cassazione quelle che vanno oltre i 20 milioni di euro in cambio di una idonea cauzione. Una norma che si applicherebbe al caso Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi condannata in primo grado a risarcire la Cir con 750 milioni di euro ed in attesa della sentenza d'appello. Una norma per il premier che, secondo le ricostruzioni della stampa è ora sotto la lente di ingrandimento del Colle per una "attenta e scrupolosa valutazione" e che il presidente Napolitano sarebbe tentato di fermare. Il capo dello Stato potrebbe chiedere di toglierla dal decreto domandando a Palazzo Chigi di modificare il testo, e questo perché - sarebbe questa la valutazione del Quirinale - la norma "salva-Mediaset" non c'entra niente con la manovra. Un via libera difficile per la norma che anche l'Anm boccia con il presidente Luca Palamara, che l'ha definita "incostituzionale". Spiega oggi sul Corriere della Sera il giurista Cesare Cavallini: "interventi su norme che hanno valore di sistema presentate con decretazione d'urgenza o inseriti in pacchetti che nulla hanno a che vedere con la giustizia lasciano il giurista sempre più perplesso per non dire arrabbiato". L'opposizione attacca, ieri l'appello dell'Idv al Colle e la rabbia del Pd (per Bersani quella norma è un insulto), oggi è Rosy Bindi a definirla "aberrante" e a chiedere una parola anche alla Lega. Peraltro anche la stampa di centrodestra oggi parla della 'norma Mondadori'. Se sul Giornale Alessandro Sallusti scrive che il "cavillo tutela tutte le aziende", Libero titola a tutta pagina "Scherzetto nella manovra. Silvio fa fesso De Benedetti": "alla vigilia del verdetto sul Lodo Mondadori che può costare 500 milioni al Cav, una leggina fa slittare i maxi indennizzi". L'intera giornata di ieri è stata dominata dal nodo manovra, un provvedimento sul quale si giocherà una fetta consistente del futuro del governo. Caso emblematico il nodo dei tagli agli incentivi per le energie rinnovabili. Ieri le agenzie hanno diffuso il testo che sarebbe stato trasmesso al Colle, che contiene i tagli agli incentivi. Nel governo il caos. Gianfranco Micciché minaccia sfaceli, "in Parlamento ci sarà da divertirsi". Stefania Prestigiacomo ha ottenuto rassicurazioni da palazzo Chigi, i tagli non ci saranno. E insieme a Paolo Romani hanno messo nero su bianco che "no, non risultano tagli". Anche se continua a circolare il testo del provvedimento comprensivo dei tagli. E così ieri sera - in via informale - dal governo si è diffuso la seguente versione: il provvedimento inviato dalla presidenza contiene, all'articolo 35 solo nove commi. Mancano il 10 e l'11, quelli 'incriminati' che prevedono i tagli agli incentivi. E sarà proprio la versione della manovra "depurata" dai tagli quella che con ogni probabilità arriverà in Parlamento.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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