La proposta di accorpamento delle province con meno di 300 mila abitanti studiata per aggirare i contenuti del titolo V della Costituzione come modificata qualche anno fa, mi trova in disaccordo pur essendo io favorevole all’abolizione delle province, al punto che non ho condiviso la scelta del mio partito, il PD, di non votare in Parlamento l’atto di indirizzo per la loro cancellazione.
Sono convinto che l’Ente provincia così com’è non sia utile: troppa è la sproporzione tra i compiti affidati e i costi della macchina burocratica (molto superiori ai costi delle amministrazioni e dei consigli). I funzionari delle province sono spesso sottoutilizzati proprio per le ridotte competenze che l’Ente possiede. E d’altra parte il legislatore nazionale e regionale non ha mai inteso ampliare o rafforzare tali competenze: la raccolta dei rifiuti, piuttosto che il sistema idrico integrato, piuttosto che lo sviluppo turistico dei territori non sono stati affidati alle province, ma ad altri enti (consorzi di comuni, in genere) che hanno quello specifico scopo.
Per questo ritengo che si possano abolire TUTTE le province in Italia e, a detta degli esperti, il risparmio che ne deriverebbe darebbe un importante contributo alla riduzione del debito pubblico. Abolendo TUTTE le province le strutture periferiche dello Stato rimarrebbero a presidiare i territori anche se, a mio avviso, si potrebbe riflettere sulla abolizione delle Prefetture attribuendone i compiti direttamente ai Questori.
Il libero consorzio dei comuni – peraltro previsto dallo Statuto siciliano - è un ente di cui bisognerebbe studiare il funzionamento (per esempio lo presiederebbe il sindaco della città più grande o un sindaco eletto dai sindaci appartenenti al consorzio? O, ancora, dal punto di vista finanziario, la compartecipazione dei singoli comuni dovrebbe avvenire a partire dai bilanci comunali ovvero il libero consorzio sarebbe finanziato direttamente dalla regione? E così via).
Tutto questo va deciso prima di abolire le province per non creare un vuoto di responsabilità e di attribuzioni. Ecco perché la norma contenuta nella manovra del Governo centrale non ha senso e va combattuta. Ecco perché, però, credo che il PD siciliano debba essere attore di una vera riforma che dia attuazione SUBITO allo Statuto organizzando il nuovo Ente intermedio che possa sostituire le poco utili province già dalla tornata elettorale del 2013 e, contemporaneamente, istituire gli enti metropolitani di Palermo, Catania e Messina (magari con una riformulazione delle perimetrazioni sancite con i decreti presidenziali del 1995) la cui assenza è ormai una penalizzazione insopportabile per quelle aree.
Fausto Carmelo Nigrelli
Sindaco