martedì 1 novembre 2011

Giovani e lavoro. Il vescovo: "Ci vuole una nuova mentalità ed abbandonare l'idea del posto fisso"

Giovani e Lavoro Piazza Armerina 28.10.2011
Porgo un cordiale saluto a tutti voi ed un particolare ringraziamento al dr.Vincenzo Paradiso direttore generale di Sviluppo Italia-Sicilia e e alla dott.ssa Macella Falzone dirigente regionale di Confecooperative, per questo incontro sul tema Giovani e lavoro organizzato dalla Caritas Diocesana, dalla Pastorale Sociale e del lavoro, DELLA Pastorale giovanile e del Progetto Policoro.


La crisi attuale culturale, morale politica ed economica sta cambiando le condizioni di vita di milioni di persone.
La crisi sta provocando reazioni diverse, spesso determinate dal prevalere di due tendenze contrapposte:
• subirla, pensando di esorcizzarla e di superarla addossando le colpe su qualcuno (che sicuramente esiste e ha più responsabilità di altri). Ma così facendo, non si produce alcun cambiamento,se non quello di aumentare il lamento che può finire nella disperazione.
• ignorarla, dopo averla provocata, continuando a comportarsi come se nulla fosse e soprattutto senza mettersi minimamente in discussione.
È irrazionale pensare che basti essere contro qualcuno per sconfiggere la crisi, peggio ancora è negarne l’esistenza. È il contrario della tradizione cristiana per la quale la realtà è percepita come ultimamente positiva, anche quando mostra un volto negativo e contraddittorio.
La realtà, infatti, ci deve rimette continuamente in moto, provocandoci a prendere posizione di fronte a ciò che accade, accettando le sfide della realtà, rispondendo ad esse con intelligenza, creatività e capacità di sacrificio.

È questa la ragione per cui ancora il Papa, pur riconoscendo il disagio e il disorientamento soprattutto dei giovani ha lanciato loro un appello: «Cari giovani, non abbiate paura di affrontare queste sfide!Non perdete mai la speranza» (Ancona, 11 settembre 2011).

È un invito a guardare la crisi come opportunità: essa, infatti, costringe a rendersi conto del valore di cose a cui non si pensa finché non vengono meno: per esempio, la famiglia, l’educazione, il lavoro.

Non basta indignarsi bisogna anche impegnarsi. Bisogna riconoscere che nella situazione attuale sono reperibili le tracce di un cambiamento positivo.

In un panorama giovanile spesso sconfortante, ci sono molti giovani che non si accontentano di un futuro mediocre:

La strada per attraversare − e per non subire da rassegnati − la crisi è vivere la realtà come una provocazione che ridesta il desiderio e la domanda e impegna a riscoprire la creatività e la forza di aggregazione.

A questo impegno siamo chiamati innanzitutto i cattolici, animati dalla grazia di cristo, che siamo chiamati a contribuire alla costruzione del bene comune attraverso una cultura del lavoro, della cooperazione, dello sviluppo che punti sull’impegno libero e responsabile di ogni persona, che porti segni di speranza alimentati dalla fede e dalla carità.

Lo ha sottolineato il cardinale Angelo Bagnasco a Todi: «I cristiani da sempre sono presenza viva nella storia, consa-pevoli che la fede in Cristo è un bene anche per la Città» (Todi, 17 ottobre 2011).

A questa sfida la nostra diocesi vuole aiutare a rispondere i giovani attraverso Il “Progetto Policoro” promosso dalla Caritas dalla Pastorale giovanile e dalla Pastorale Sociale e del Lavoro nella convinzione che "La disoccupazione giovanile interpella le nostre Chiese"

Obiettivo: mettere a tema il problema della disoccupazione in un'ottica pastorale per aiutare le nostre Chiese locali a farsi carico di questa situazione, fonte di sofferenza e di disagio per tanta gente del Sud.

In particolare si intende:

* stimolare le comunità cristiane ad assumersi in un'ottica ecclesiale unitaria tale situazione e a progettare una presenza che sia testimonianza dell'amore del Padre e segno della novità evangelica della carità di Cristo.

· affrontare la disoccupazione con riferimento particolare alle regioni del sud e alla condizione giovanile .

· approfondire alcune linee di intervento in una duplice direzione: a) EVANGELIZZAZIONE: come annunciare e testimoniare il Vangelo ai giovani che vivono la realtà della disoccupazione;



· b) SOLIDARIETÀ E CORRESPONSABILITÀ: quali cambiamenti di mentalità operare e quali gesti concreti dobbiamo compiere come cristiani di fronte a questa realtà, a livello personale, comunitario e della società.

· I criteri ispiratori sono:
· la responsabilizzazione delle realtà locali
· il coinvolgimento progressivo delle comunità ecclesiali ;
· far leva sull'esistente: costituire una rete di informazioni e di conoscenze
La mancanza di lavoro, specie per i giovani, è piaga endemica della Sicilia e della provincia di Caltanissetta e di Enna particolarmente con il lavoro nero e il sommerso.
Uno dei volani per avviare una inversione di tendenza è costituito da un fattivo impegno della Diocesi sul Progetto Policoro realizzato in collaborazione con le diocesi del Piemonte, che tende a promuovere la cultura del lavoro in cambiamento, l’intraprendenza nel crearlo, la cooperazione finalizzata al perseguimento degli interessi generali della comunità.

Nella nostra diocesi operano alcuni animatori di comunità che tengono incontri formativi e informativi , nelle scuole, nelle parrocchie,nelle aggregazioni ecclesiali necessari per diffondere una nuova mentalità del lavoro che sfati l’idea del posto fisso e indirizzi i giovani a muoversi in una logica imprenditoriale.

L’incontro di oggi vuole, a partire da alcune esperienze positive in atto, dare indicazioni operative per aiutare i giovani a cercare e a creare il lavoro, a fare impresa, a formare delle cooperative, utilizzando tutti gli strumenti culturali, legislativi, finanziari che si hanno a disposizione.

Michele Pennisi Vescovo di Piazza Armerina

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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