lunedì 19 dicembre 2011

Andate a visitare il presepe del Crocifisso. Semplice e sobrio.

Ieri, sono andato a porgere gli auguri alla comunità del Crocifisso.
Mentre stavo porgendo gli auguri a padre Mirko entrando nella chiesa ho respirato un’atmosfera di semplicità, di umiltà, di sobrietà e di familiarità quasi catalputato in quel mistero di una nascita che ha cambiato il mondo.
"Che bel presepe!", mi sono detto. "Ci voleva un pò di austerità e semplicità"
Mi sono complimentato con Padre Mirko per quello che la comunità ha realizzato.
Un presepe ad imitazione del desiderio di frate Francesco d'Assisi manifestato alla gente di Greccio nel 1223 di vedere "con gli occhi del corpo" come il bambino Gesù fu adagiato in una mangiatoia, tra l'asino e il bue.
E così nella notte di Natale sopra una mangiatoia dove c'erano i due tradizionali animali fu celebrata l'Eucarestia così da poter vedere "con gli occhi del corpo" il pane e il vino consacrato e credere, grazie allo Spirito Santo, la presenza del Corpo e Sangue di Cristo.
Ho chiesto a Padre Mirko:
"in un ambito secolarizzato come quello moderno, la nascita del Gesù Bambino viene banalizzata e messa nel contesto di un “mito” a cui possono credere solo i bambini. Perché secondo i cristiani quella nascita ha cambiato il mondo"?
Padre Mirko mi ha risposto:
"L'importante nella vita è amare, ma soprattutto lasciarsi amare!".
E il Natale è tempo propizio per lasciarsi amare e ciò non genera passività perché Gesù ci ama come siamo, ma non ci lascia come siamo, anzi ci trasforma in capacità di amare in modo creativo ed efficace. In questo modo l'incontro con la sua Presenza cambia e dà inizio ad una nuova umanità.
Ma la persona di Gesù, anche quando si raggiungono alcune certezze definite nei dogmi, apre continui interrogativi e, come ci mostrano i santi, c'è sempre di cui meravigliarsi, cioè per cui fermarsi e guardare con stupore a Lui.
Per dirla con il beato Giovanni Paolo II, egli è "centro del cosmo e della storia".
La Nascita di Gesù Bambino ha veramente cambiato la storia dell’umanità.
Dopo questa esperienza personale vi invito a visitare il presepe nella Chiesa SS. Crocifisso

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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