domenica 18 marzo 2012

Ad Andrea Scimone ed a quanti ne avessero voglia...

di Gioacchino Giunta
.........il senso cristiano del voto all'ubbidienza è l'ubbidienza della vita, alla gioia di vivere.
Il senso cristiano del voto della povertà è il non essere ossessionati dai desideri, quello di fare ciò che sappiamo fare dove possiamo farlo, di fare il nostro dovere e usare le nostre doti con sincerità e tranquillità.
Il senso cristiano del voto della castità è di restare con coscienza nei propri limiti: non possiamo desiderare di volare se non abbiamo le ali, abbiamo le gambe e ci accontentiamo di camminare.
E invece ci hanno insegnato a rassegnarci alla tristezza e abbiamo ubbidito.

Ci hanno mandato a fare la guerra, e abbiamo ubbidito, privandoci della gioia di essere mogli, madri e fratelli.
Hanno imbavagliato la nostra creatività col giogo del lavoro salariato, e abbiamo ubbidito, privandoci della gioia di essere protagonisti del nostro lavoro.
Hanno castrato la nostra sessualità privandoci della gioia di essere uomini e donne appagati e abbiamo ubbidito.
Ci hanno ammazzati davanti alla televisione gestendo i nostri pensieri e togliendoci il calore della famiglia, del dialogo e dell'amore, e abbiamo ubbidito.
Ci hanno costretti a diventare completamente dipendenti dai supermercati e dai cibi artificiali, togliendoci la gioia del gusto e minando la nostra salute, e abbiamo ubbidito.
Ci hanno creato desideri artificiali ed inutili sprofondandoci in un terribile senso di perenne frustrazione, e abbiamo ubbidito.
Ci hanno indotto a creare un'infanzia e una gioventù arrogante, fannullona e vuota togliendoci la gioia di essere figli, e abbiamo ubbidito.
Ci hanno costretti ad avere rapporti nevrotici e vuoti con i nostri figli togliendoci la gioia di essere genitori e abbiamo ubbidito.
Ci hanno allontanato dal rapporto con la terra, con la natura, con il cibo, con il fuoco, con tutte le cose vere imprigionandoci in un mondo feticcio tutto artificiale.
Ci hanno tolto la gioia di essere uomini, hanno annichilito la spiritualità, ai nostri cuori che altro non anelano che all'amore, e invece che all'amore abbiamo, nostro malgrado, imparato ad essere violenti in ogni gesto quotidiano della nostra vita.
Questo è un momento favorevole perché l'umanità incominci a risollevarsi da questa secolare umiliazione: noi possiamo smettere di ubbidire, ne abbiamo la forza e dobbiamo acquisirne la coscienza.
Buona parte della nostra energia vitale e lavorativa va sperperata in inutili mansioni che servono a mantenere ancora più inutili carrozzoni e centri di potere, finendo noi stessi per alimentare tutto ciò che non vogliamo e a cui non crediamo, rendendocene complici.
Basterebbero pochi gesti simbolici per incominciare a dichiarare guerra, una guerra di pace, ad un sistema folle e distruttivo, e dare un segno forte verso la costruzione di una riappacificazione con la vita e con la terra.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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