Tutto è partito da una "stanza" del web. Quasi sette anni fa, in un giorno di luglio, nacque su internet un gruppo chiamato Meet-up di Beppe Grillo Parma. Era una "stanza", uno spazio ideato dall'allora 28enne Michele Morini per far sì che i cittadini si scambiassero opinioni sul futuro della città. Non c'erano ancora i "grillini", ma solo gente pronta a confrontarsi: anno dopo anno quel gruppo è mutato, è diventato movimento, Grillo ne ha fatto sempre più da megafono fino al trionfo di questi giorni, quello di Federico Pizzarotti, il cittadino normale diventato sindaco di Parma (IL RITRATTO / FEDERICO VIDEOSTORY IN TV).
FOTO DELLA FESTA Gioia 5 stelle in piazza
Dai lettori Video
VIDEO Pizzarotti: "Daremo l'esempio"
L'opinione dei parmigiani
IMMAGINI Prima in municipio da sindaco
La vignetta Bandiere
POCHI ISCRITTI E NESSUNA SEDE - Quasi 400 iscritti a Parma, nessuna sede ufficiale, pochi soldi per le iniziative e le serate dei weekend "sacrificate" per incontri, dibattiti e stilare programmi, il tutto curando soprattutto la parte internet e i social network. E poi magari una pizza tutti insieme. A ridosso del 2009 Federico Pizzarotti ha 35 anni, è Project manager in una banca di Reggio Emilia, ha studiato informatica e bazzica nella rete alla ricerca dei suoi interessi. C'è il teatro - ha recitato nella Famija Pramzana - c'è il judo, il climbing ma soprattutto l'"idea di cambiare le cose". E così ha a cuore due temi: l'ambiente e lo smaltimento dei rifiuti (coltiva un orto sinergico) e perché no, bocciare quella mega metropolitana in arrivo a Parma. Contatta il Meet-Up, ne diventa parte integrante. E soprattutto, polticamente parlando, rimane un signor nessuno (IL PROFILO).
PARMA VACILLA - Nel frattempo a Parma comincia a spezzarzi la grandeur. Nella rossa Emilia, con Parma unico capoluogo di centrodestra, arriva la crisi. Il progetto della metro non è più sostenibile (una battaglia vinta dall'opposizione, i comitati e anche dai grillini di allora), il sindaco Pietro Vignali tra debiti e difficoltà ci rinuncia. Si incrinano i rapporti con i costruttori, comincia a sgretolarsi l'asse Pdl-lista civica e anche l'intesa fra l'ex sindaco Elvio Ubaldi e il suo pupillo Vignali da poco eletto viene meno. Pezzo dopo pezzo crolla il castello: il Movimento 5 stelle si confronta sulla rete ma appare ancora silente e trova poco spazio fra i media e le passioni dei cittadini.
LA DISCESA IN CAMPO - E' il 2010, il giovane Pizzarotti - sposato con Cinzia da 9 anni - scende in campo per le regionali: ottiene 457 preferenze. In lui si fa strada la politica nata dal basso, quella dei cittadini: al primo punto c'è la battaglia contro l'inceneritore in arrivo. Al suo fianco c'è sempre la moglie - esperta di bilanci - ad aiutarlo (LA FIRST LADY). Intanto in Comune crescono debiti e difficoltà, siamo in piena crisi economica: c'è anche una prima inchiesta Green Money della procura su mazzette per il verde pubblico (LEGGI). I cittadini cominciano a storcere il naso, qualcosa si sta incrinando, la città "vetrina" e dell'immagine vacilla. Il Movimento, ormai diventato 5 stelle, si fa più attivo (GLI INTERVENTI) e si lega a filo doppio al Comitato gestione corretta rifiuti nella battaglia "no termo".
RIVOLTA DI PIAZZA - Passa un anno e il castello comunale cade. Il 24 giugno vengono arrestate 11 persone, dirigenti comunali (amici e consulenti del sindaco) finiscono in manette per corruzione nel verde pubblico, così come il comandante della polizia municipale. Da lì a poco verrà arrestato anche l'assessore pidiellino alle politiche per l'infanzia Giovanni Bernini. Gli indignati scendono in piazza con le pentole, Parma si sveglia e ruggisce: ora basta. C'erano - senza sventolare bandiere - anche i grillini in quella piazza di rivolta (LA RIVOLTA DI PARMA). Molto del merito va all'opposizione targata Pd. Pdl e civici invece si ritirano e lasciano solo il sindaco che non ha più i numeri per governare: finisce l'era Vignali, Parma è pronta a rinascere (TUTTO SU INCHIESTA E DIMISSIONI).
LA RINASCITA - Lo capiscono subito quelli del Movimento 5 stelle, anche se rimangano sotto traccia. Incontri serrati, partecipazione, gente normale che si impegna per la campagna. I consiglieri ci mettono la faccia, Pizzarotti viene eletto porta bandiera del gruppo. La bandiera "dei cittadini" ripetono. Per la campagna elettorale spenderanno solo 6 mila euro. Dall'altra parte c'è il Pd che ha la vittoria servita su un piatto d'argento. Il presidente della Provincia Bernazzoli vince le primarie e corre alla poltrona. Si spendono circa 200mila euro per la campagna, via a multipli apparati di comunicazione, sedi, incontri più o meno alla luce del giorno. Cerca una intesa anche con gli industriali, quelli che insieme alla giunta Vignali tenevano le fila della città (INTERVISTA A BARILLA).
Liste di "intellettuali" e persone di sinistra firmano a sostegno del politico: Bernazzoli conquista il 40% al primo turno, a sorpresa dietro di lui c'è Federico Pizzarotti che con il 19% scavalca l'ex sindaco Ubaldi (dato per favorito per il ballottaggio). A questo punto parte un'onda mediatica che travolge tutto (spiazzando il Pd) e Parma ha gli occhi del mondo puntati: il laboratorio grillino può diventare realtà. Dalla Cnn al New York Time passando da Le Monde gli inviati chiedono tutti di intervistare lo sconosciuto "leader" locale dei 5 stelle.
SUCCESSO DEI GRILLINI - All'alba del dopo primo turno Federico Pizzarotti e i suoi si sgranano gli occhi e rimboccano le maniche. Toni pacati (inizialmente, poi confronto serrato con lo sfidante) e altri 2 mila euro di spesa da preventivare: arriverà Beppe Grillo e 10mila persone saranno ad ascoltarlo per "il cambiamento". Pizzarotti chiede il voto di chi si identifica nel programma: no termo, trasparenza, taglio dei rimborsi, partecipazione dei residenti. Dall'altra parte Bernazzoli va ripetendo le sue priorità, ma lo fa con concetti che lo rendono attaccato alla politica classica, quella che i cittadini puniranno (L'ANALISI DELLA SCONFITTA). I vertici locali del Pd ammettono la sconfitta e si dimettono (DIMISSIONI), Bernazzoli non fa autocritica e resterà in Provincia (LEGGI). E' il successo dei grillini, un plebiscito in ogni quartiere (SEGGIO PER SEGGIO): 60% contro 40%, triplicati i voti (I VOTI). Il tanto combattuto inceneritore, dice Grillo, non si farà (LEGGI). E sulla poltrona di sindaco ora siede l'uomo normale: a lui il compito di curare la città ferita (IL SUO DISCORSO).
Con 6mila euro di campagna elettorale hanno eletto un sindaco e 19 consiglieri comunali su 32 (IL NUOVO CONSIGLIO). Da oggi l'uomo normale, l'inesperto, il grillino che non ha il numero di telefono di Grillo tratterà con la finanza cittadina, la sanità le fondazioni bancarie per creare una città normale dopo i 600 milioni di debito lasciati in eredità dagli "esperti" della politica, la precedente amministrazione.
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POCHI ISCRITTI E NESSUNA SEDE - Quasi 400 iscritti a Parma, nessuna sede ufficiale, pochi soldi per le iniziative e le serate dei weekend "sacrificate" per incontri, dibattiti e stilare programmi, il tutto curando soprattutto la parte internet e i social network. E poi magari una pizza tutti insieme. A ridosso del 2009 Federico Pizzarotti ha 35 anni, è Project manager in una banca di Reggio Emilia, ha studiato informatica e bazzica nella rete alla ricerca dei suoi interessi. C'è il teatro - ha recitato nella Famija Pramzana - c'è il judo, il climbing ma soprattutto l'"idea di cambiare le cose". E così ha a cuore due temi: l'ambiente e lo smaltimento dei rifiuti (coltiva un orto sinergico) e perché no, bocciare quella mega metropolitana in arrivo a Parma. Contatta il Meet-Up, ne diventa parte integrante. E soprattutto, polticamente parlando, rimane un signor nessuno (IL PROFILO).
PARMA VACILLA - Nel frattempo a Parma comincia a spezzarzi la grandeur. Nella rossa Emilia, con Parma unico capoluogo di centrodestra, arriva la crisi. Il progetto della metro non è più sostenibile (una battaglia vinta dall'opposizione, i comitati e anche dai grillini di allora), il sindaco Pietro Vignali tra debiti e difficoltà ci rinuncia. Si incrinano i rapporti con i costruttori, comincia a sgretolarsi l'asse Pdl-lista civica e anche l'intesa fra l'ex sindaco Elvio Ubaldi e il suo pupillo Vignali da poco eletto viene meno. Pezzo dopo pezzo crolla il castello: il Movimento 5 stelle si confronta sulla rete ma appare ancora silente e trova poco spazio fra i media e le passioni dei cittadini.
LA DISCESA IN CAMPO - E' il 2010, il giovane Pizzarotti - sposato con Cinzia da 9 anni - scende in campo per le regionali: ottiene 457 preferenze. In lui si fa strada la politica nata dal basso, quella dei cittadini: al primo punto c'è la battaglia contro l'inceneritore in arrivo. Al suo fianco c'è sempre la moglie - esperta di bilanci - ad aiutarlo (LA FIRST LADY). Intanto in Comune crescono debiti e difficoltà, siamo in piena crisi economica: c'è anche una prima inchiesta Green Money della procura su mazzette per il verde pubblico (LEGGI). I cittadini cominciano a storcere il naso, qualcosa si sta incrinando, la città "vetrina" e dell'immagine vacilla. Il Movimento, ormai diventato 5 stelle, si fa più attivo (GLI INTERVENTI) e si lega a filo doppio al Comitato gestione corretta rifiuti nella battaglia "no termo".
RIVOLTA DI PIAZZA - Passa un anno e il castello comunale cade. Il 24 giugno vengono arrestate 11 persone, dirigenti comunali (amici e consulenti del sindaco) finiscono in manette per corruzione nel verde pubblico, così come il comandante della polizia municipale. Da lì a poco verrà arrestato anche l'assessore pidiellino alle politiche per l'infanzia Giovanni Bernini. Gli indignati scendono in piazza con le pentole, Parma si sveglia e ruggisce: ora basta. C'erano - senza sventolare bandiere - anche i grillini in quella piazza di rivolta (LA RIVOLTA DI PARMA). Molto del merito va all'opposizione targata Pd. Pdl e civici invece si ritirano e lasciano solo il sindaco che non ha più i numeri per governare: finisce l'era Vignali, Parma è pronta a rinascere (TUTTO SU INCHIESTA E DIMISSIONI).
LA RINASCITA - Lo capiscono subito quelli del Movimento 5 stelle, anche se rimangano sotto traccia. Incontri serrati, partecipazione, gente normale che si impegna per la campagna. I consiglieri ci mettono la faccia, Pizzarotti viene eletto porta bandiera del gruppo. La bandiera "dei cittadini" ripetono. Per la campagna elettorale spenderanno solo 6 mila euro. Dall'altra parte c'è il Pd che ha la vittoria servita su un piatto d'argento. Il presidente della Provincia Bernazzoli vince le primarie e corre alla poltrona. Si spendono circa 200mila euro per la campagna, via a multipli apparati di comunicazione, sedi, incontri più o meno alla luce del giorno. Cerca una intesa anche con gli industriali, quelli che insieme alla giunta Vignali tenevano le fila della città (INTERVISTA A BARILLA).
Liste di "intellettuali" e persone di sinistra firmano a sostegno del politico: Bernazzoli conquista il 40% al primo turno, a sorpresa dietro di lui c'è Federico Pizzarotti che con il 19% scavalca l'ex sindaco Ubaldi (dato per favorito per il ballottaggio). A questo punto parte un'onda mediatica che travolge tutto (spiazzando il Pd) e Parma ha gli occhi del mondo puntati: il laboratorio grillino può diventare realtà. Dalla Cnn al New York Time passando da Le Monde gli inviati chiedono tutti di intervistare lo sconosciuto "leader" locale dei 5 stelle.
SUCCESSO DEI GRILLINI - All'alba del dopo primo turno Federico Pizzarotti e i suoi si sgranano gli occhi e rimboccano le maniche. Toni pacati (inizialmente, poi confronto serrato con lo sfidante) e altri 2 mila euro di spesa da preventivare: arriverà Beppe Grillo e 10mila persone saranno ad ascoltarlo per "il cambiamento". Pizzarotti chiede il voto di chi si identifica nel programma: no termo, trasparenza, taglio dei rimborsi, partecipazione dei residenti. Dall'altra parte Bernazzoli va ripetendo le sue priorità, ma lo fa con concetti che lo rendono attaccato alla politica classica, quella che i cittadini puniranno (L'ANALISI DELLA SCONFITTA). I vertici locali del Pd ammettono la sconfitta e si dimettono (DIMISSIONI), Bernazzoli non fa autocritica e resterà in Provincia (LEGGI). E' il successo dei grillini, un plebiscito in ogni quartiere (SEGGIO PER SEGGIO): 60% contro 40%, triplicati i voti (I VOTI). Il tanto combattuto inceneritore, dice Grillo, non si farà (LEGGI). E sulla poltrona di sindaco ora siede l'uomo normale: a lui il compito di curare la città ferita (IL SUO DISCORSO).
Con 6mila euro di campagna elettorale hanno eletto un sindaco e 19 consiglieri comunali su 32 (IL NUOVO CONSIGLIO). Da oggi l'uomo normale, l'inesperto, il grillino che non ha il numero di telefono di Grillo tratterà con la finanza cittadina, la sanità le fondazioni bancarie per creare una città normale dopo i 600 milioni di debito lasciati in eredità dagli "esperti" della politica, la precedente amministrazione.
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Agostino da iPhone