+ Michele Pennisi, Vescovo di Piazza Armerina
Carissimi confratelli, distinte autorità civili e militari, Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Consiglio di Presidenza diocesano dell’Azione cattolica, Rappresentanti del Magistrato dei quartieri, Cavalieri del nobile quartiere Monte, vincitore del palio di Maria SS. delle Vittorie, Associazione dei portatori e delle portatrici della Madonna, sorelle e fratelli .
La festa di Maria SS. delle Vittorie , patrona della città e della Diocesi di Piazza Armerina, costituisce uno dei momenti più espressivi della identità storica, culturale e religiosa di questa città .
In Maria SS. il popolo credente contempla la perfezione della natura umana e la sua bellezza quando essa è trasformata dalla grazia, le virtù della fede, della speranza, della carità,i valori della femminilità, della maternità,della misericordia, del servizio, della solidarietà.
L'icona della Madonna delle Vittorie, oggetto della nostra venerazione e devozione, come di quella dei nostri antenati, è segno concreto della fede di questa comunità nel mistero dell'incarnazione del Figlio unigenito di Dio” immagine di Dio invisibile” e della divina maternità di Maria.
Essa ci indica Gesù come unico nostro salvatore e si manifesta a noi come madre piena di tenerezza e di compassione, che intercede per noi.
Nel suo volto pieno di maestà celeste è nello stesso tempo presente tutta la sua maternità umana. Contemplando il volto di Maria la cui guancia accarezza la testa del figlio Gesù possiamo vedere la bellezza di Dio, la sua bontà, la sua misericordia e percepire la luce divina.
Se il cristianesimo è esperienza della bellezza di Dio; se "il mondo sarà salvato dalla bellezza", Maria concorre in modo singolare a mostrare quest'aspetto essenziale del cristianesimo. Dovremmo entrare di più nel mondo del bello creato dalla fede, perché il nostro spirito sia purificato dalle brutture e dalle oscurità interiori, e così intravvedere la luce di Dio.
Maria non solamente ci invita all’ammirazione e alla venerazione, ma ci guida, ci mostra come noi possiamo trovare la strada della felicità.
La festa della nostra patrona Maria SS. delle Vittorie , che coincide con la solennità dell'Assunzione, ci dice che la nostra vita ha un senso ed è degna di essere vissuta perché la vittoria più importante di tutte sulla morte si è già verificata in Gesù Cristo Risorto ed in Maria SS.
Maria assunta in cielo è un'apertura vertiginosa e incontenibile sull'amore di Dio per gli uomini.
Il poeta Rilke ha scritto:”Cristo che di lei sapeva tutto la sollevò nella natura divina che già le apparteneva”. Non è possibile nessuna assunzione se non per Cristo e con Cristo Risorto che è come se dicesse alla madre:”siccome tu mi hai dato la vita del corpo , io ti do la vita eterna.
L'assunzione di Maria SS. in corpo ed anima al cielo è un mistero unico e straordinario, che è destinato a colmare di speranza e di felicità il cuore di ciascuno di noi. Maria Ss. testimonia la “carnalità del cristianesimo”
Ha scritto il card. Giacomo Biffi:”Il cristianesimo non identifica l’uomo con l’anima, mantiene che la pienezza di vita debba necessariamente comportare una rivalutazione del corpo. La fede cristiana non pone il nostro traguardo in un regno di spiriti assolutamente lontano e diverso dal mondo materiale in cui viviamo, ma in questo stesso universo purificato e redento.Possiamo perfino parlare di un “materialismo cristiano, che non è negazione dello spirito, pur essendo esaltazione della materia; che non è negazione di Dio, pur essendo esaltazione dell’uomo, che non smarrisce il senso del regno dei cieli, celebrando la bellezza nativa e la sostanziale bontà di tutte le cose della terra”.
In Maria SS tutta l’umanità è coinvolta nel cammino verso Dio, e con Lei tutta la creazione, i cui gemiti, le cui sofferenze, sono – come ci dice San Paolo – il travaglio del parto dell’umanità nuova, si avvia verso i nuovi cieli e la terra nuova, in cui “abiterà la giustizia” e non vi sarà più né pianto, né lamento, perché non vi sarà più il peccato e la morte (cfr Ap 21,1-4).
Papa Benedetto XVI ,ha detto che l’odierna festa ci spinge a sollevare lo sguardo verso il Cielo, che non è quello fisico lontano da noi, ma coincide con Dio che è vicino a ciascuno di noi perché tutti noi siamo figli del Padre, tutti noi siamo fratelli di Gesù e tutti noi siamo anche figli di Maria, Madre nostra. E tutti siamo protesi verso la felicità. E la felicità alla quale tutti noi tendiamo è Dio”.La fratellanza universale, che ha come fondamento la paternità di Dio e la maternità di Maria, non la si raggiunge eliminando le differenze, ma aprendo le nostri menti al dialogo animato dalla ricerca sincera della verità e all'accoglienza generata da una carità fattiva e gratuita.
Maria SS. aiuti a rendere presente anche la realtà del cielo cioè il primato e la gloria di Dio sulla terra per la realizzazione di un umanesimo integrale fondato sull'amicizia, la solidarietà e la reciprocità.
Nel canto del Magnificat Maria Ss. loda Dio che ha compiuto meraviglie nella sua vita, e ci dice che l'avvenire non sarà dei prepotenti, di coloro che pensano di potersi permettere qualunque cosa perché ricchi e osannati, ma di coloro che vorranno attuare il Regno di Dio che è regno di santità e di grazia, di giustizia, di pace e di amore.
La speranza cristiana , che ha in Maria come dice Dante “una fontana vivace”, è una realtà già presente che plasma la nostra esistenza quotidiana, riportando le attese degli uomini e delle donne a contatto con l’origine stessa della vita e della giustizia, dell’amore e della pace.
Il paradiso è Cristo stesso e la speranza di noi credenti è quella di essere con lui per sempre. Maria Ss. Assunta in cielo porta con sé le sofferenze e le ansie del mondo che ancora attende la piena rivelazione dei figli di Dio.
Una poetessa può confessare con serena fiducia”Poiché il tuo corpo e tra le stelle/ spera, Maria, la nostra carne oscura”.(E. Bono).
Guardando Maria SS. Assunta in cielo comprendiamo meglio che la nostra vita di ogni giorno, pur segnata da prove e difficoltà, scorre come un fiume verso l’oceano divino, verso la pienezza della gioia e della pace. Comprendiamo che il nostro morire non è la fine, ma l’ingresso nella vita che non conosce la morte. Il nostro tramontare all’orizzonte di questo mondo è un risorgere all’aurora del mondo nuovo, del giorno eterno.
Davanti al triste spettacolo di tanta falsa gioia e contemporaneamente di tanto angosciato dolore che dilaga nel mondo, dobbiamo imparare da Lei a diventare noi segni di speranza e di consolazione.
Per questo noi pur guardando il cielo non possiamo dimenticare la terra.
E in questa festa non possiamo dimenticare i problemi della nostra città e diocesi: il nichilismo distruttivo di ogni valore, la crescita del senso di insicurezza per le condizioni di povertà di tante famiglie , la disoccupazione e la mancanza di una cultura del lavoro e della cooperazione, l’emigrazione forzata di tanti giovani, gli incendi frutto di una follia distruttiva che stanno mandando in fumo i nostri boschi, il ridimensionamento dei servizi culturali, sanitari e degli altri servizi pubblici a causa della crisi economica.
Affidiamo alla Madonna, che veneriamo sotto il titolo di Maria Ss. delle Vittorie la nostra città i suoi abitanti , perché viva nella concordia e nella pace, preghiamo per coloro che sono chiamati a vario titolo al servizio di questa città , dei comuni della nostra diocesi perché orientino ogni loro sforzo nella ricerca del bene comune e della giustizia.
Affidiamo alla Madonna immagine e Madre della Chiesa la nostra comunità diocesana perchè diventi sempre più una comunità missionaria, le nostre famiglie perché siano chiese domestiche, i nostri malati perché trovino un senso alla loro sofferenza, i nostri emigrati perché trovino in lei un punto essenziale di riferimento per la loro fede.
L'intercessione di Maria SS. delle Vittorie corrobori la nostra fede illanguidita che ci rende certi della vittoria del Bene, sostenga la nostra debole speranza sulla via che porta alla gloria del cielo , ci rafforzi nel nostro impegno quotidiano animato dall’amore verso Dio e il prossimo .
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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