Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica – D.D.A. c/o il Tribunale di Caltanissetta, sono state svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Enna ed hanno consentito di accertare un giro di prostituzione al quale è stata avviata e sfruttata una minore degli anni 16.
Nove gli indagati: nei confronti di cinque di essi, il G.I.P. di Caltanissetta, su richiesta di quella Procura della Repubblica, ha emesso: ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere a carico di:
1. B. L., nata a Catania, classe 1973, residente ad Enna, incensurata, casalinga,
Ø nonché ordinanza di applicazione della custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di:
2. A. L., classe 1963, ennese, manovale, con precedenti di polizia per stupefacenti;
T. P., classe 1943, ennese, coltivatore diretto, con precedenti per sfruttamento della prostituzione ed agevolazione dell’immigrazione clandestina, porto abusivo di armi, produzione e traffico di stupefacenti, violazione delle leggi sulle e lesioni personali colpose;
P. L., classe 1954, ennese, autotrasportatore, con precedenti per porto abusivo e detenzioni di armi e reati contro la persona;
5. T. G., classe 1949, ennese, allevatore, con precedenti di polizia per il reato di lesioni personali colpose;
indagati:
la n. 1 per il delitto previsto dall’art. 600 bis comma 1 c.p. (induzione alla prostituzione di una
minore), perché al fine di trarne benefici economici, con più azioni
esecutive di un medesimo disegno criminoso, ha indotto, favorito e sfruttato la
prostituzione di C. S. minore di anni sedici;
tutti gli altri (dal n. 2 al n. 5) per il delitto previsto dagli
artt. 81 comma 2 e 600 bis commi 2 e 3
c.p. (atti sessuali con minorenne in
cambio di denaro od altra utilità), per aver compiuto atti sessuali con C. S., anche in epoca precedente al compimento degli anni 16, corrispondendo
somme di denaro ed altre utilità per le prestazioni ricevute.
Fatti
accertati in Enna a decorrere dal mese di dicembre 2011 fino al mese di giugno
2012.
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Era ormai da qualche tempo che gli investigatori della
Squadra Mobile avevano notato la B. L., indicata da più fonti dedita alla prostituzione,
che si accompagnava regolarmente con una giovane, la quale, invece di
frequentare la scuola, era solita seguire la donna, che non svolge alcuna
attività lavorativa, in occasione dei suoi numerosi spostamenti in città.
Tale dato richiamava l’attenzione dei poliziotti, ai
quali, durante lo svolgimento di altra attività di indagine, non sfuggiva uno
strano contatto telefonico in occasione del quale uno dei soggetti
“attenzionati” A .L. chiedeva alla donna di andarlo a trovare, portando con se
la ragazza.
Venivano così avviati una serie di mirati servizi, con
l’effettuazione anche di intercettazioni e pedinamenti, che consentivano di
acclarare la piena responsabilità dell’indagata in ordine ai delitti
contestati, posto che la stessa, inducendo alla prostituzione la ragazza, ne
traeva in cambio denaro col quale soddisfare le proprie necessità quotidiane.
A seguito dello svolgimento dei servizi tecnici di
intercettazione di conversazioni, inoltre, si sono potuti raccogliere
incontrovertibili elementi di reità in capo agli altri soggetti, riscontrandosi
pienamente l’ipotesi delittuosa.
La B. L., all’epoca delle indagini, non svolgeva
alcuna attività lavorativa, neanche precaria; gli unici introiti economici leciti
percepiti erano poche centinaia di euro, corrisposte dal comune di Enna poiché
la donna era stata inserita nei progetti lavorativi ex art. 13 del regolamento
di assistenza economica comunale. Inoltre, la stessa vive in un’abitazione in
affitto, pagando un canone mensile ed è proprietaria di un’autovettura che
utilizza per spostamenti interprovinciali, in occasione dei quali sovente
frequenta sale giochi.
È apparso, pertanto, evidente come la B. L., anche sfruttando
la minore, sia riuscita a reperire le somme di denaro che le hanno consentito
di soddisfare le esigenze della vita quotidiana, nonché di “coltivare” i suoi
vizi (gioco e fumo).
Importante elemento investigativo emerso è che i
soggetti che si sono “incontrati” con la giovane per avere rapporti sessuali,
sono gli stessi che hanno intrattenuto rapporti con la B. L. e che,
approfittando della mediazione della stessa, privi di ogni scrupolo morale,
hanno indirizzato il soddisfacimento dei loro istinti sessuali verso la minore;
ciò al fine di mantenere una “clientela selezionata”, anche per evitare
pericolose fughe di notizie che potessero attirate le attenzioni delle Forze
dell’Ordine.
L’indagata era solita accompagnare la minore presso i
luoghi convenuti o presso le abitazioni degli indagati, dove poi si consumavano
i rapporti sessuali. Più raramente, i clienti venivano accolti presso la casa
della donna.
A seguito degli incontri consumati, le due
commentavano sia il comportamento dei clienti che le modalità con cui avevano
posto in essere i vari atti sessuali. La donna, spesso, richiamava la giovane
su come ottimizzare le prestazioni sessuali, anche allo scopo di ridurre i
tempi.
Commenti venivano fatti anche in relazione alle somme
percepite, che spesso non erano ritenute congrue alla prestazione fornita.
In alcuni casi, i rapporti sessuali sono stati
consumati dalla B. L. alla presenza della giovane, la quale, contestualmente,
sarebbe stata a sua volta oggetto di attenzioni fisiche.
Nell’ambito del medesimo procedimento penale, l’A. G.
procedente ha, inoltre, emesso n. 4 decreti di perquisizione e sequestro con
contestuale informazione di garanzia a carico di ulteriori indagati, i quali
hanno avuto rapporti sessuali a pagamento con la minore, dopo che la stessa ha
compiuto gli anni sedici.
Tra questi, anche un dipendente del comune di Enna, al
quale si era rivolta la B. L. per la risoluzione di un problema, che ha
ricevuto sia la donna che la minore presso il proprio ufficio; dopo tale
incontro le due hanno commentato in ordine al rapporto sessuale poco prima
consumato.