DICE NIGRELLI.
Le cose non stanno come le racconta il buon Nino Cammarata. La cara famiglia degli anziani dell'Ancescao si è frantumata al punto che metà degli associati non ha ritenuto più di rinnovare la tessere di quell'associazione. A questo punto, dopo avere tentato di ricomporre la situazione senza successo, ho ritenuto (io, non l'assessore Grillo) che trattandosi di una struttura comunale essa potesse e dovesse essere messa a disposizione di tutti gli anziani, indipendentemente
dalla tessera dell'associazione che hanno in tasca. In occasione della scadenza del contratto ho dunque comunicato che nella struttura si sarebbe attivato un centro anziani comunale analogo a quello che esiste in via Remigio Roccella e che sarebbe stato gestito con lo stesso regolamento comunale con cui è gestito il primo. Al centro, naturalmente, potranno partecipare tutti gli anziani della città, esattamente come avviene in quello già esistente, compresi quelli che aderiscono all'Ancescao. Questo significa che la struttura è veramente pubblica e il suo uso non è limitato solo a chi aderisce a una associazione.
Le cose non stanno come le racconta il buon Nino Cammarata. La cara famiglia degli anziani dell'Ancescao si è frantumata al punto che metà degli associati non ha ritenuto più di rinnovare la tessere di quell'associazione. A questo punto, dopo avere tentato di ricomporre la situazione senza successo, ho ritenuto (io, non l'assessore Grillo) che trattandosi di una struttura comunale essa potesse e dovesse essere messa a disposizione di tutti gli anziani, indipendentemente
dalla tessera dell'associazione che hanno in tasca. In occasione della scadenza del contratto ho dunque comunicato che nella struttura si sarebbe attivato un centro anziani comunale analogo a quello che esiste in via Remigio Roccella e che sarebbe stato gestito con lo stesso regolamento comunale con cui è gestito il primo. Al centro, naturalmente, potranno partecipare tutti gli anziani della città, esattamente come avviene in quello già esistente, compresi quelli che aderiscono all'Ancescao. Questo significa che la struttura è veramente pubblica e il suo uso non è limitato solo a chi aderisce a una associazione.
DICE CAMMARATA
Caro sindaco lei mente sapendo di mentire! Il non averla direttamente citata, per mero errore di digitazione, non significava assolverla, è ovvio che Lei é il primo responsabile di tutta questa situazione, non fosse altro perchè è il sindaco!
Voi volete cacciare un'associazione che pensate non essere filo governativa e state utilizzando subdolamente la scusa della scadenza di un contratto di
comodato che, come lei mi insegna, potrebbe assolutamente rinnovare, come d'altronde fate con le altre associazioni esistenti a piazza... Avete intimato a questi anziani lo sgombero con la forza pubblica!Agli anziani e per ben due volte !!! non lo dice questo?'!? O forse non lo sa?
Lo dica chiaramente che con la scusa del centro comunale li ponete sotto il ricatto morale del " vi diamo i locali solo se uscite dall'ancescao..." lo dica chiaramente, non si nasconda dietro un freddo atto di un dirigente ignaro!
L'ancescso è viva e vegeta ed opera da circa vent'anni a piazza, semmai non si capisce il perchè qualcuno lavora, ormai da mesi per "frantumarla"come dice lei...
Certo che esiste un bellissimo centro comunale, non lo dica a noi, non capiamo il perchè non possa coesistere una associazione nazionale si occupa di promozione sociale dedita alla terza età, l'ancescao appunto, disciplinata da un proprio statuto, semmai non disposta a diventare succube di alcun politicante di turno.
Caro sindaco si assuma le sue responsabilità e non ci provi nemmeno!
Ps: non è mia abitudine fare polemica
Soprattutto tramite fb, ma essendo stato direttamente tirato in ballo, mi sembrava doveroso.
DICE NIGRELLI:
Caro Cammarata,
cominciamo con il chiarire che non l’ho “tirata direttamente in ballo” io (non si capisce perché avrei dovuto farlo), ma è stato lei a intervenire strumentalmente sull’argomento sui mezzi di comunicazione riportando affermazioni profondamente inesatte che andavano corrette per non lasciare alla pubblica opinione una ricostruzione fantasiosa della vicenda.
La sua visione o è basat
a sulla mancata conoscenza dei fatti, ovvero sulla volontà di utilizzare questa vicenda per meri fini di raccolta del consenso usando metodi che, a dispetto della sua relativamente giovane età, sono vecchissimi.
Peraltro, il “non ci provi nemmeno” assume quel tono vagamente minaccioso comprensibile in chi fa riferimento alla cultura fascista come lei, ma non ricevibile da chi, come la quasi totalità dei piazzesi, ha la democrazia come parte essenziale dell’identità.
Andando nel merito dei fatti, la Giunta da me presieduta, non altri, ha concesso con deliberazione n. 10 del 19/01/2009, all’ANCESCAO in comodato d’uso gratuito i locali della “ex colonia estiva” ubicati all’interno del Parco urbano San Pietro.
Il contratto, triennale, prevede esplicitamente il divieto di tacito rinnovo nel rispetto dei principi che governano le attività delle pubbliche amministrazioni.
Sono stato io nell’ottobre 2011 a impartite disposizioni all’Ufficio patrimonio affinché venisse comunicato all’ANCESCAO, entro i tempi previsti dal contratto di comodato, la volontà opposta, ossia la cessazione del contratto di comodato, essendo volontà dell’Amministrazione comunale destinare l’immobile in questione a struttura per anziani gestita direttamente (secondo le modalità adottate per il centro diurno per anziani di Via Roccella).
La decisione nasceva dalla situazione di forte criticità e litigiosità che si era creata all’interno del centro tra gli stessi anziani che, in quanto soci dell’ANCESCAO, usufruivano della struttura.
Nel maggio 2011 una sessantina di anziani aveva inviato una nota lamentando questi problemi.
A seguito di questa lettera, l’Assessorato ai servizi sociali, si è adoperato per mediare il conflitto, convocando sia il Commissario Straordinario dell’ANCESCAO, sia alcuni rappresentanti firmatari della missiva. Ma, nonostante atteggiamenti di disponibilità e gli inviti alla moderazione e pacatezza, l’incontro non ha sortito gli effetti sperati per l’abbandono della riunione da parte del Commissario e di alcuni dei presenti.
Naturalmente di tutto ciò esistono le prove documentali presso l’Assessorato alle Politiche Sociali.
Per questo motivo, senza entrare nel merito di chi ha torto o ragione, non ho potuto che prendere atto dell’esistenza di una situazione di conflitto irrimediabile e, nella convinzione che i centri in cui si ritrovano privati cittadini, anche solo con lo scopo di socializzare o semplicemente per passare il tempo in compagnia, non possono essere teatro di simili tensioni, ho deciso di adottare le misure necessarie per porvi fine e per tornare a promuovere esclusivamente attività culturali, aggregative e ludiche, confermando l’uso della struttura come centro diurno per anziani sotto il diretto controllo comunale, come già avviene per l’altra struttura esistente e garantendo, così, a ogni cittadino, senza vincolo di adesione a questa o quella associazione, l’accesso al servizio.
Come ho avuto modo di spiegare a una delegazione degli anziani iscritti all’ANCESCAO, nessuno ha voluto togliere loro alcunché, ma preso atto che una parte di anziani sarebbe stata esclusa dall’utilizzazione di un bene pubblico se questo fosse rimasto in uso a un’associazione privata, ho deciso di porlo, come l’altro, sotto la gestione con le modalità decise – non da noi, ma da precedenti amministrazioni, per il centro anziani di via Roccella e ho chiarito che tutti gli anziani, naturalmente compresi quelli che sono iscritti all’ANCESCAO, potranno frequentare uno o entrambi i centri anziani comunali.
Chiunque segua obiettivamente le fasi della vicenda non può che concludere che si è garantito un uso pubblico e aperto a tutti di una struttura che aveva assunto, nella gestione, un metodo che escludeva alcuni cittadini aventi diritto.
L’uso delle forme previste dalla legge, compreso lo sgombero, è stato reso necessario dal rifiuto, forse indotto da chi vuole fare speculazione politica su un fatto di corretta gestione del patrimonio pubblico, da parte della signora che è in possesso delle chiavi della restituzione al legittimo proprietario: il Comune di Piazza Armerina.
CAMMARATA DICE
Caro sindaco, se Lei pensa davvero di trascinarmi con l'arma della provocazione in una sterile polemica, mi creda non perda tempo ( anche perchè mi pare che ne stia perdendo fin troppo). La storiella assolutamente mistificatoria di quella che è la realtà, montata ad arte , non merita alcuna ulteriore replica, ne in premessa, che si commenta da sola, ne tanto meno nel merito... In tal senso mi sono già espresso.
Per concludere mi verrebbe da Canticchiarle "EJA EJA ALALÀ..."ma potrei correre il rischio di farmi dire che oltre ad assere antidemocratico sono anche un po' stonato...
Cordialmente, Nino Cammarata