Da oggi a domenica 5 gruppi di ricerca, due dell'Università di Roma la Sapienza, uno dell'Università Federico II di Napoli, uno dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria e uno dell'Università di Catania, Dipartimento di Architettura lavoreranno a Piazza nell'ambito del PRIN Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale PAESAGGI DELL'ARCHEOLOGIA, REGIONI E CITTA' METROPOLITANE. Strategie del progetto urbano contemporaneo per la tutela e la trasformazione
Il progetto si sviluppa attorno a 4 casi di studio: Il parco della via Appia a Roma, la rete delle aree archeologiche della Calabria, Il Parco dei Campi Flegrei in Campania e il Parco archeologico della Villa romana del casale.
Il progetto di ricerca ha ricevuto il massimo punteggio da parte del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica.
Territorializzazioni
Qual è il ruolo del patrimonio
archeologico all’interno dei processi di riterritorializzazione?
E in particolare, come la presenza di
elementi archeologici significativi può innescare e rafforzare tali processi?
In che modo l’urbanistica e l’architettura possono facilitare il processo di
riconoscimento identitario di una società in un sito archeologico e più in
generale in un territorio archeologico?
Se l’approccio di Territorializzazione-Deterritorializzazione-Riterritorializzazione (T-D-R), proposto da Claude Raffestin (1984), sviluppato da Angelo Turco (1988) e rivisto da Alberto Magnaghi (2000), ci aiuta a rileggere la presenza archeologica nel tempo, quale sequenza di processi di risignificazione, e nello spazio, quale elemento di un sistema territoriale, dandovi un’accezione e un valore attuale, quali sono gli strumenti che sono in grado di farsi carico di questo agire?
La vicenda storica della Villa Romana del Casale, culminata nel 1997 con l’inserimento nella World Heritage List, è un’eccezionale esemplificazione del processo di costruzione e trasformazione di un territorio come successione di cicli T-D-R. Un territorio vasto che, innervato dal fiume Gela, si sviluppa dall’entroterra siciliano fino alla costa, conservando intatti i segni della sedimentazione storica della presenza umana. Ma, in che modo il ribaltamento dell’approccio locale e puntuale, in globale e territoriale e il conseguente cambiamento di prospettiva dell’agire sull’archeologia può diventare caposaldo fondativo dell’odierno “fare territorio”? Non è forse indispensabile ripensare metodologie e strumenti attraverso cui superare la lettura urbanistica del monumento archeologico a vantaggio di una lettura paesaggistica che, ripensando profondamente la nozione di vincolo e di recinto archeologico, individui nuovi percorsi di riterritorializzazione dell’area archeologica della Villa Romana del Casale all’interno del più vasto palinsesto individuato dal futuro Parco territoriale della Villa del Casale e del fiume Gela? E in ultimo, come possiamo interpretare le nuove disposizioni del Codice dei Beni Culturali, Ambientali e del Paesaggio per dare senso attuale alle antiche connessioni archeologiche-paesaggistiche superando la settorializzazione tra piano e progetto, tra strumenti urbanistici e paesaggistici?
Se l’approccio di Territorializzazione-Deterritorializzazione-Riterritorializzazione (T-D-R), proposto da Claude Raffestin (1984), sviluppato da Angelo Turco (1988) e rivisto da Alberto Magnaghi (2000), ci aiuta a rileggere la presenza archeologica nel tempo, quale sequenza di processi di risignificazione, e nello spazio, quale elemento di un sistema territoriale, dandovi un’accezione e un valore attuale, quali sono gli strumenti che sono in grado di farsi carico di questo agire?
La vicenda storica della Villa Romana del Casale, culminata nel 1997 con l’inserimento nella World Heritage List, è un’eccezionale esemplificazione del processo di costruzione e trasformazione di un territorio come successione di cicli T-D-R. Un territorio vasto che, innervato dal fiume Gela, si sviluppa dall’entroterra siciliano fino alla costa, conservando intatti i segni della sedimentazione storica della presenza umana. Ma, in che modo il ribaltamento dell’approccio locale e puntuale, in globale e territoriale e il conseguente cambiamento di prospettiva dell’agire sull’archeologia può diventare caposaldo fondativo dell’odierno “fare territorio”? Non è forse indispensabile ripensare metodologie e strumenti attraverso cui superare la lettura urbanistica del monumento archeologico a vantaggio di una lettura paesaggistica che, ripensando profondamente la nozione di vincolo e di recinto archeologico, individui nuovi percorsi di riterritorializzazione dell’area archeologica della Villa Romana del Casale all’interno del più vasto palinsesto individuato dal futuro Parco territoriale della Villa del Casale e del fiume Gela? E in ultimo, come possiamo interpretare le nuove disposizioni del Codice dei Beni Culturali, Ambientali e del Paesaggio per dare senso attuale alle antiche connessioni archeologiche-paesaggistiche superando la settorializzazione tra piano e progetto, tra strumenti urbanistici e paesaggistici?
PROGRAMMA
6 settembre 2012 _ ore 15,00 _
ex chiesa di S. Anna
>> Tavola rotonda
Interventi:
Alessandra
Badami, Università di Palermo, I siti archeologici,
testimoni narranti della forza mitopoietica dei paesaggi siciliani. Le
potenzialità dello strumento di pianificazione del Sistema Regionale dei Parchi
Archeologici della Sicilia".
Maurizio Carta, Università di Palermo, Armature culturali di sviluppo
Francesco Martinico, Università di Catania, Valori e rischio di trasformazione del paesaggio una metodologia per la
costruzione del piano paesaggistico
>> Presentazione caso di studio: Dalla
Villa romana del Casale al Parco territoriale del fiume Gela. Strategie per il
governo delle trasformazioni territoriali.
Interventi:
Guido Meli, Direttore del Parco archeologico della Villa
romana del Casale, Parco della Villa romana, uno
strumento di gestione del territorio
Patrizio Pensabene, Università di Roma la Sapienza, Villa del Casale: nuovi aspetti monumentali
Rosa Oliva, Direttore del Parco archeologico minerario di
Floristella, L’edificio dell’ex Imperial, una opportunità per il
Parco
Dal 7 settembre 2012 al 9
settembre
>> Workshop