mercoledì 12 settembre 2012

Quale futuro per Piazza Armerina?

de " il Migrante"
ORGOGLIO
Si legge amore per la propria terra, rispetto di se stessi, visione per il futuro.
Le rivolgo una domanda, estendibile a tutti i cittadini di questa città:
Come pensate di organizzarvi per il futuro?
L’attuale crisi che stiamo attraversando, che non è solamente economica, ma coinvolge tutti gli aspetti della nostra società contemporanea, porta a un cambiamento di paradigma, come un terremoto che modifica le condizioni, ridefinendone il contesto.
Forse qualcuno non ha capito e tanti rimangono indifferenti, ma qualcosa è cambiato, di cui non conosciamo ancora gli effetti.
E allora le richiedo come si sta organizzando per il prossimo futuro?

Le attuali elezioni Regionali sono un banco di prova per testare le idee per il futuro, ma quello che mancano sono quest’ultime.
Siamo seduti su una miniera d’oro, ricca di opportunità, che ahimè non sono quelle in cui abbiamo investito negli ultimi 50 anni.
 Si chiamano cultura, territorio, beni artistici. Un grande volano di cambiamento culturale ed economico che sapientemente gestito potrebbero costituire quello che è il petrolio per l’Arabia Saudita (per i meno informati, è il paese che più sta investendo nelle energie rinnovabili).
Allora posso mai credere che una realtà con un grande potenziale non riesca a lavorare in maniera sinergica per esprimere un proprio ruolo nello scacchiere della politica regionale.
Vedo sono campanilismi, individualismi e clientelarismi propri di un sistema ormai vecchio, che ci ha portato all’attuale situazione.
17.418 iscritti alle liste elettorali (dati 2009) non riescono in maniera tattica a esprimere una preferenza compatta e univoca per essere rappresentati ai massimi vertici della politica regionale.
Credo che sia un ragionamento opportunistico e utilitaristico, che dovrebbe superare l’appartenenza politica (esiste ancora!), la voglia di apparire a tutti i costi (arroganza e mancanza di competenze), per raggiungere un benessere comune e diffuso (visione).
Concordo con Goethe quando scriveva a proposito: […] “L'Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade, ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole.
Onestà tedesca ovunque cercherai invano, c'è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina; ognuno pensa per sé, è vano, dell'altro diffida, e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sé. Bello è il paese! Ma Faustina, ahimè, più non ritrovo. Non è più questa l'Italia che lasciai con dolore”.
Premesso che ognuno di noi poi trova il proprio modo di sopravvivere, secondo la pratica siciliana dell’annacarsi, ma mi dica se a suo avviso l’attuale frammentazione dell’offerta politica piazzese può rappresentare un’arma vincente per affermarsi?
Non chiedo a nessuno le proprie competenze che possono mettere in campo nella gestione della “cosa pubblica”, atto comunque dovuto, ma non sarebbe stato più efficace anteporre agli pseudo ideali di appartenenza politici, il SOGNO chiamato Piazza Armerina.
Il Migrante.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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