sabato 8 febbraio 2014

PALERMO - Quarantuno dei 90 figli d'Ercole chiedono di avere liquidato il Tfr di 15 mesi

testata Sabato 8 Febbraio 2014 Pubblicato: 08/02/2014 Quasi la metà dei deputati regionali ha già chiesto la liquidazione del Tfrdi Giovanni CianciminoSpending review: l'indennità ora è di 8.250 euro netti, il taglio di 800, non 4.000 PALERMO - Quarantuno dei 90 figli d'Ercole chiedono di avere liquidato il Tfr di 15 mesi, corrispondente a questa prima fase della XVI legislatura, eletta nella fatidica data del 28 ottobre (non si equivochi, fatidica perché ha portato Crocetta a Palazzo d'Orleans) 2012. Come era prevedibile, la notizia ha fatto scalpore e alimentato l'anti politica. In questo momento in cui la crisi economica imperversa e le spese della politica sono nell'occhio del ciclone, anche giudiziario, forse avrebbero fatto meglio a soprassedere. Anche se va subito detto che la richiesta rientra nella legalità, essendo prevista dalla legge che recepisce il decreto Monti, appellata della spending review approvata dall'Ars all'ultimo respiro del 2013 ed entrata in vigore dal primo gennaio. Legge che ha «modificato» il rapporto contrattuale tra Parlamento e deputati e stabilisce un tempo massimo di sei mesi per la richiesta, scaduti i quali il Tfr rimane nel fondo con i pagamenti previsti a fine mandato: 2017 salvo complicazioni sempre dietro l'angolo. La norma riduce all'1% circa la quota a carico del singolo deputato da versare al fondo calcolato sulla parte lorda dell'indennità (un ulteriore 7% circa è a carico dell'Assemblea) a fronte del 6,70% di quanto versava in passato e su un imponibile maggiore. A quanto ammonta questa prima quota della liquidazione per ciascun deputato? La Ragioneria dell'Ars sta facendo i conti: per un deputato, con una legislatura alle spalle e senza avere percepito anticipazioni, si calcola una cifra intorno a 40 mila euro. Dalla busta paga di gennaio, la prima coi parametri della legge sulla spending review con l'indennità in linea a quella stabilita dal decreto Monti (11.100 euro lordi al mese), emerge che (il taglio al netto per) i deputati si ritrovano circa 800 euro in meno e non 4.000, con la retribuzione che rimane sopra gli 8mila euro netti al mese. Da notare che il Consiglio di Presidenza ha fissato a 6.600 euro la quota tassabile di indennità, mentre ha aumentato a 4.500 euro la diaria non tassabile. Nettamente negativo il giudizio di Marcello Minio e Dario Matranga, segretari del Cobas-Codir: «In Sicilia fare il politico è un mestiere ben retribuito, la richiesta del Tfr, pur prevista dalla legge, dimostra che i deputati regionali non sono disposti a rinunciare a nulla in un momento in cui 30 mila dipendenti di enti e consorzi della Regione sono senza stipendio perché non ci sono fondi». E denunciano: «I deputati prima, nel pieno dell'emergenza, si sono presi l'indennità grazie a un tesoretto, adesso si prendono anche la liquidazione, perché non si sa mai cosa può accadere: è vergognoso». I due sindacalisti aggiungono: «Questa vicenda dimostra che i politici sono all'Ars non per i siciliani, ma per i propri interessi». Ma la presidenza dell'Ars precisa che «una parte dei deputati regionali sta semplicemente cominciando a esercitare l'ovvio diritto, espressamente previsto dalla legge, di avere restituito quanto versato per una finalità ora venuta meno (cosiddetto assegno di solidarietà). L'ammontare della restituzione corrisponderà esattamente a quanto versato nei precedenti mesi». E chiarisce che in «forza del recepimento del decreto Monti, con la busta paga di gennaio sono venute a mancare una serie di voci e altre ridimensionate, pertanto la maggior parte delle buste paga dei deputati è ora di 8.250 euro netti per dodici mensilità». I 5 Stelle da parte loro annunciano che non hanno chiesto né chiederanno la liquidazione del Tfr. *Articolo pubblicato nell'edizione di oggi de La Sicilia - See more at: http://www.lasicilia.it/index.php?id=112616%2Fpolitica%2Fquasi-la-meta-dei-deputati-regionali-ha-gia-chiesto-la-liquidazione-del-tfr&template=lasiciliait&fb_action_ids=275094219315253&fb_action_types=og.likes&fb_ref=.UvZokTM2X4o.like&fb_source=other_multiline&action_object_map=%5B228772403974030%5D&action_type_map=%5B%22og.likes%22%5D&action_ref_map=%5B%22.UvZokTM2X4o.like%22%5D#sthash.m30GkIwi.dpuf

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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