15 AGOSTO 2009 PIAZZA ARMERINA
ASSUNZIONE DELLA B.V.MARIA
PONTIFICALE PER MARIA SS. DELLE VITTORIE
Carissimi confratelli, distinte autorità civili e militari, Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Rappresentanti del Magistrato dei quartieri, cavalieri dei quartieri Casalotto, Canali, Castellina e Monte , sorelle e fratelli amati dal Signore,
La festa di Maria SS. delle Vittorie , patrona della città e della Diocesi di Piazza Armerina, costituisce uno dei momenti più espressivi della identità storica, culturale e religiosa di questa città . L'immagine di Maria SS delle Vittorie, si riallaccia alla vittoria del Conte Ruggero sui saraceni .
Oggi certamente il nostro rapporto con l'Isalm è diverso da quello dei tempi della conquista normanna: è tempo di dialogo interreligioso e interculturale e di integrazione sociale degli immigrati. Ma bisogna ricordare che il dialogo è possibile fra due soggetti coscienti della propria identità
Solo chi conosce la propria identità e quella dell’altro, consapevole delle differenze, può realizzare vera integrazione. Noi cristiani siamo chiamati a fare un discernimento per comprendere la nostra fede e rendere ragione della nostra speranza senza appiattirci su opinioni estranee al Vangelo.
Questa consapevolezza non comporta chiusura o intolleranza, ma sono la premessa per un fruttuoso discernimento sull Islam e per l'apertura ad un dialogo franco e sincero per un approfondimento salutare della nostra e dell’ altrui identità che non che portare frutti di rinnovamento.
Per consolidare la nostra identità religiosa , oltre naturalmente alla catechesi, alla pratica sacramentale e alla testimonianza della vita , è considerata fondamentale dalla stragrande maggioranza delle famiglie e dei giovani anche l'insegnamento della religione cattolica che , nel quadro delle finalità educative della scuola, concorre a promuovere l'acquisizione della cultura religiosa per la formazione dell'uomo e del cittadino e la conoscenza dei valori culturali del cattolicesimo che fanno parte del patrimonio storico del nostro Paese.
Il compito educativo oggi è diventato più difficile ed in molti parlano di emergenza educativa, che manifesta non solo la diffusa difficoltà ad educare, ma anche l’idea stessa di educazione.
Molti giovani vivono il presente con malessere e guardano al futuro con pessimismo ed angoscia e molti adulti (genitori, insegnanti, catechisti ed anche preti) si sentono incapaci di educare.
L'educazione oggi è messa a rischio dalle conseguenze del nichilismo che incomincia a serpeggiare fra le generazioni più giovani. Dal momento che in partenza si esclude che si possa raggiungere la verità e praticare il bene è inutile ricercare: vengono così censurate le domande fondamentali della vita.
Ogni tentativo educativo è visto come una indebita ingerenza nella propria vita. In una società che non è più caratterizzata dal riconoscimento di valori assoluti e dalla distinzione fra ciò che è bene e ciò che è male, si attenuta la capacità educativa della famiglia , la scuola è ridotta spesso a punto confuso di incontro e di scontro di pluralismi dispersi e di anonimato culturale e le parrocchie fanno difficoltà ad aggregare i giovani con proposte significative.
In nome di una sterile “neutralità”, che riduce l’insegnamento a un apprendimento di nozioni e di tecniche che non hanno nessun nesso con la vita, i giovani si sentono abbandonati alla loro solitudine e diventano sempre più incapaci di venire a capo del senso della loro esistenza. E se non ricorrono al suicidio diventano schiavi dell'alcol e delle varie droghe che la nostra società consumistica propina anche a basso prezzo.
Di fronte al ‘politeismo dei valori’, la mentalità corrente limita la linea di confine ad una certa tolleranza relativista, che è ben lontana dal rispetto autentico per l’altro e che invece genera disimpegno e qualunquismo culturale e può degenerare in violenza.
La crisi dei giovani è in gran parte derivata da una crisi degli adulti che spesso non danno testimonianza di coerenza di vita. Gli adulti hanno invece bisogno di riacquistare la giusta stima di sé, di essere aiutati a ripartire dal positivo della loro esperienza, di riscoprire la consapevolezza della loro responsabilità nei confronti delle nuove generazioni.
Di fronte al relativismo morale diffuso oggi nella nostra società la Chiesa ci presenta la figura di Maria Ss. Madre e vera educatrice del Figlio di Dio come un punto di riferimento sicuro.
La festa della nostra patrona Maria SS. delle Vittorie , che coincide con la solennità dell'Assunzione, la più antica festa mariana , ci dice che la nostra vita ha un senso ed è degna di essere vissuta perché la vittoria più importante di tutte sulla morte si è già verificata in Gesù Cristo Risorto ed in Maria SS.
L'assunzione di Maria SS. in corpo ed anima al cielo è un mistero unico e straordinario, che è destinato a colmare di speranza e di felicità il cuore di ciascuno di noi.
La Madre di Gesù Figlio di Dio è anche la nostra Madre . Papa Benedetto XVI , in occasione di questa festa, ci ha detto che “nel cielo abbiamo una madre. Il cielo è aperto, il cielo ha un cuore. L’odierna festa ci spinge a sollevare lo sguardo verso il Cielo, che non è quello fisico lontano da noi, ma coincide con Dio che è vicino a ciascuno di noi perché tutti noi siamo figli del Padre, tutti noi siamo fratelli di Gesù e tutti noi siamo anche figli di Maria, Madre nostra. E tutti siamo protesi verso la felicità. E la felicità alla quale tutti noi tendiamo è Dio”.
La fratellanza universale, che ha come fondamento la paternità di Dio e la maternità di Maria, non la si raggiunge eliminando le differenze, ma aprendo le nostri menti al dialogo animato dalla ricerca sincera della verità e all'accoglienza generata da una carità fattiva e gratuita.
Maria SS. aiuti a rendere presente anche la realtà del cielo cioè il primato e la gloria di Dio sulla terra per la realizzazione di un umanesimo integrale fondato sull'amicizia, la solidarietà e la reciprocità.
In Lei tutta l’umanità è coinvolta nel cammino verso Dio, e con Lei tutta la creazione, i cui gemiti, le cui sofferenze, sono – come ci dice San Paolo – il travaglio del parto dell’umanità nuova, si avvia verso i nuovi cieli e la terra nuova, in cui “abiterà la giustizia” e non vi sarà più né pianto, né lamento, perché non vi sarà più il peccato e la morte (cfr Ap 21,1-4).
“Guardando l’Assunta in cielo comprendiamo meglio che la nostra vita di ogni giorno, pur segnata da prove e difficoltà, scorre come un fiume verso l’oceano divino, verso la pienezza della gioia e della pace. Comprendiamo che il nostro morire non è la fine, ma l’ingresso nella vita che non conosce la morte. Il nostro tramontare all’orizzonte di questo mondo è un risorgere all’aurora del mondo nuovo, del giorno eterno”.
Nel canto del Magnificat - che abbiamo riascoltato nel vangelo- Maria Ss. loda Dio che ha compiuto meraviglie nella sua vita, e ci dice che l'avvenire non sarà dei prepotenti, di coloro che pensano di potersi permettere qualunque cosa perché ricchi e osannati, ma di coloro che vorranno attuare il Regno di Dio che è regno di santità e di grazia, di giustizia, di pace e di amore.
La speranza cristiana , che ha in Maria come dice Dante “una fontana vivace”, è una realtà già presente che plasma la nostra esistenza quotidiana, riportando le attese degli uomini e delle donne a contatto con l’origine stessa della vita e della giustizia, dell’amore e della pace.
Davanti al triste spettacolo di tanta falsa gioia e contemporaneamente di tanto angosciato dolore che dilaga nel mondo, dobbiamo imparare da Lei a diventare noi segni di speranza e di consolazione, dobbiamo annunciare con la vita nostra la risurrezione di Cristo.
Per questo noi pur guardando il cielo non possiamo dimenticare la terra.
E in questa festa non possiamo dimenticare i problemi della nostra città e diocesi: la crescita del senso di insicurezza per le condizioni di povertà di tante famiglie , la disoccupazione e la mancanza di una cultura del lavoro e della cooperazione, l’emigrazione forzata di tanti giovani, il fatto che tanti lavoratori anche di Enti pubblici(come la Casa di riposo San Giuseppe) non ricevono lo stipendio da mesi, il sovraffollamento delle carceri impossibilitate a realizzare il recupero e la rieducazione di chi ha sbagliato, come prevederebbe la nostra Costituzione.
In questi ultimi mesi ho preso posizione per il ridimensionamento degli ospedali di vari comuni della nostra diocesi: da Piazza Armerina a Niscemi, da Mazzarino a Gela e di altri servizi sanitari in altri comuni. Auspico che questi problemi siano risolti non con manifestazioni demagogiche e improduttive ma con il dialogo sereno e costruttivo e il contributo di tutti al bene comune.
Non è mio compito suggerire soluzioni tecniche o organizzative, ma facendomi interprete delle lamentele e delle preoccupazioni delle nostre popolazioni, invito tutte le Autorità competenti a rispettare le finalità dei benefattori fondatori degli Ospedali e a fare il possibile per tutelare e promuovere il pieno rispetto del diritto a strutture sanitarie qualitativamente efficienti a misura d’uomo , che garantiscano ai cittadini il fondamentale diritto alla salute e siano vicine ai bisogni delle persone malate.
Per una sanità a servizio dell’uomo si richiede il potenziamento dei servizi sanitari di emergenza e di pronto soccorso e dell’assistenza domiciliare e l’apertura di hospice che ci occupino dei malati lungodegenti o terminali. E’ fondamentale la promozione di tutta la vita dall'inizio al suo naturale termine e la tutela della salute e della vita di tutti.
Affidiamo alla Madonna, che veneriamo sotto il titolo di Maria Ss. delle Vittorie la nostra città i suoi abitanti , perché viva nella concordia e nella pace, preghiamo per coloro che sono chiamati a vario titolo al servizio di questa città , dei comuni della nostra diocesi perché orientino ogni loro sforzo nella ricerca del bene comune.
Affidiamo alla Madonna immagine e Madre della Chiesa la nostra comunità diocesana perchè diventi sempre più una comunità missionaria, le nostre famiglie perché siano chiese domestiche, i nostri malati perché trovino un senso alla loro sofferenza, i nostri emigrati perché trovino in lei un punto essenziale di riferimento per la loro fede.
L'intercessione di Maria SS. delle Vittorie corrobori la nostra fede illanguidita che ci rende certi della vittoria del Bene, sostenga la nostra debole speranza sulla via che porta alla gloria del cielo , ci rafforzi nel nostro impegno quotidiano animato dall’amore verso Dio e il prossimo .
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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