giovedì 10 gennaio 2008

Niente stipendi per i lavoratori dei cantieri di servizio.

Piazza Armerina. Guai in vista per i 1456 lavoratori dei cantieri di servizio della provincia Ennese. Un decreto di ieri dell’assessore regionale al lavoro ed alla previdenza sociale Formica ha di fatto tagliato le gambe ai lavoratori che si vedono senza la sicurezza delle somme che dovrebbero coprire il loro stipendio. I lavoratori sono da un paio di settimane in stato di agitazione. Nei giorni scorsi hanno incontrato prima il prefetto di Enna e poi il vescovo piazzese Michele Pennisi. Entrambi si sono ripromessi di fare quanto nelle loro facoltà per risolvere la questione. A Piazza i lavoratori impegnati con i cantieri di servizio sono circa una quarantina. “Lotteremo ad oltranza – dice Michele Billeci, uno dei lavoratori – fino a quando non avremo assicurato la continuità dei progetti per sostenere e portare avanti le nostra famiglie. Siamo stati ad Enna, abbiamo incontrato il Vescovo, ma se non ci assicurano lo stipendio ed il lavoro per almeno un anno andremo anche a Palermo”. L’arrivo del decreto per i lavoratori è stata una doccia fredda. La regione, attualmente, non è in grado di assicurare la sostenibilità per loro, anche a causa delle vicende che riguardano da vicino il presidente Cuffaro, legato alla sentenza che lo riguarda da vicino per concorso in associazione mafiosa. Se infatti i giudici dovessero confermare la sentenza, Cuffaro potrebbe dimettersi paralizzando l’attività legislativa dell’assemblea regionale ed i lavoratori dovrebbero aspettare almeno altri 5 mesi prima che l’assemblea torni a legiferare. Il problema riguarda tantissime famiglie della provincia ennese. A Barrafranca i lavoratori interessati sono 268, 354 a Leonforte, 203 ad Enna e 151 ad Agira. Adesso, secondo la circolare emanata dalla regione dovrebbero essere i comuni, a pensare agli stipendi dei lavoratori. Dice infatti la circolare: “I comuni, sulla base delle rispettive situazioni locali, potranno valutare l’opportunità o meno di pubblicare un apposito bando, per invitare i soggetti destinatari a produrre istanza di ammissione”. Insomma, secondo la circolare, i comuni se hanno somme disponibile, possono continuare i progetti con i loro fondi, in attesa che la regione provveda a rimborsare i soldi. “Non possono fare finta di niente – continua Michele Billeci – la crisi avanza e noi siamo i più colpiti. Siamo precari da 10 anni ed adesso con un colpo di spugna vogliono cancellarci, ma noi non glielo permetteremo. Vogliamo risolvere questo problema non per uno due mesi ma vogliamo una stabilizzazione sicura. Contiamo nel buon senso dei nostri amministratori”.
Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


___________


"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

TUTTI GLI ARTICOLI