lunedì 18 agosto 2008

Il fannullone si nutre di caffé e cappuccini. di Mauro Mirci


Letto il post di Giulio Mozzi sul suo blog, in merito agli otto licenziati dalla FF.S., ho letto anche l’intervento di Giovanardi su Libero. Poi ho fatto un veloce giro proprio sul sito di Libero.
Ecco che ne è venuto fuori.
Giovanardi, in buona sostanza, scrive: “Non mi piace l’Italia dei fannulloni, ma ancor meno un’Italia da caserma, dove si può trovare sempre qualche zelante sottufficiale che ti sibilia il famigerato ’stai proccupato’, che da sempre ha ottenuto effetti contrari a quelli sperati.”
E perché lo scrive? Perchè, a quanto pare, la sanzione del licenziamento per giusta causa è stata comminata senza giusta causa, visto che i sanzionati avevano terminato il turno di lavoro e nessuna retribuzione avrebbero ricevuto per la loro permanenza falsamente attestata sul posto di lavoro.
(per chi volesse conoscere meglio i fatti, il link è questo. Sarò grato a chi mi segnalerà il link alla lettera di Giovanardi).
Ma cosa spinge il ministro Giovanardi a spezzare una lancia a favore dei fannulloni?
Forse la spiegazione sta in queste parole scritte da lui.
Trenitalia ha ai suoi vertici due uomini notoriamente schierati a sinistra“.
Quindi, riepilogando:
1) Il governo (di destra) sta con i lavoratori, anche se forse ingiustamente accusati di essere fannulloni. Quindi non esiste un pregiudizio contro i pubblici dipendenti.
1bis) Ciò, a maggior ragione, giustifica la caccia al fannullone, poiché, come dimostrato prima, il governo sa ben distinguere il fannullone verace da quello taroccato.
1ter) Se la questione non fosse finita sui giornali, Giovanardi non si sarebbe mai posto il problema se gli otto di Trenitalia fossero fannulloni veraci oppure no.
2) Ai vertici di Trenitalia stanno “due uomini notoriamente schierati a sinistra”.
2bis) Anche gli uomini della sinistra ce l’hanno coi fannulloni: al punto che non riescono a distinguere tra fannulloni veri e fannulloni taroccati.
2ter) A differenza degli uomini di destra, quelli di sinistra licenziano al volo, senza porsi dubbi esistenziali.
2quater) Gli uomini di sinistra sono molto più intransigenti e radicali di quelli di destra. Stanno, in altre parole, più a destra degli uomini di destra. Che quindi si ricollocherebbero a sinistra.
2quinquies) Quindi, smettiamola di dire che la manovra “anti fannulloni” di Brunetta è fascista.

Incidentalmente, ecco come, sempre Libero (in un articolo che trovate qui), ricostruisce i fatti: “Un dipendente di Trenitalia andava al lavoro e timbrava sia per sé sia per altri sette colleghi che, nel frattempo, se ne stavano a casa, andavano a fare la spesa o a bersi il caffè al bar.
La versione nota a Giovanardi (che, mi pare, la trova pure attendibile) è questa.
“…due squadre di motoristi, otto uomini in tutto, cinque tra i 45 e i 52 anni e tre giovani apprendisti fra i 23 e i 28 anni, si fermano oltre il loro orario di lavoro che terminerebbe alle 16. Fanno due ore di straordinario per riparare due locomotori. Secondo la ricostruzione del sindacato finiscono il lavoro alle 18.02, come da relazione di servizio. Sette devono prendere il treno per tornare a casa: vanno a fare la doccia e per guadagnare tempo danno i cartellini all’ ottavo che abita in zona. Questi timbra per tutti alle 18.33.

Quindi niente caffé e cappuccini, a quanto pare.
Allora, chi ha riferito a Libero dei sollazzi di questi otto degenerati?
O esiste un pregiudizio in base al quale qualsiasi dipendente pubblico, in quanto tale, ambisce solo ad assentarsi dal lavoro per compiere nefandezze?
Secondo me esiste. Come credo attesti questa vicenda.

Ale, impiegata pubblica che s’è rotta un dito del piede. Certifica l’infortunio e rimane a casa. Ma scopre che, in virtu delle nuove norme introdotte dal Decreto Legge 112/2008, è obbligata a rimanere in casa dalle 8 alle 13, e dalle 14 alla 20. Praticamente, uso parole sue, agli “arresti domiciliari“.
Norma giusta, norma sbagliata? Se ne può discutere. Personalmente ritengo sia da rivedere.
Di diverso avviso sono i commentatori del blog di Libero, che alle lamentele di Ale, ribattono (stralcio qua e là, ma i commenti sono oltyre 90)
“Ridicola lamentela. Qualunque lavoratore autonomo avendo funzioni amministrative, con un dito del piede rotto, lavorerebbe. La nostra amica statale puo’ ringraziare pertanto di essere statale e potersene stare a casa!!! “
“Se uno può andare a spasso, può andare anche al lavoro. A casa mia lo si è sempre fatto, gamba o caviglia ingessata…..mio marito, mio figlio ed io. Capita nelle migliori famiglie.
Bene ha fatto Brunetta a mettervi in riga speriamo che continui su questa strada,la festa speriamo che sia finita.
Ti piacerebbe fare una passeggiata? Se sei in grado di farla, passeggia fino al tuo posto di lavoro!
E così, via, grossomodo sullo stesso tenore, in moltissimi dei 90 e più commenti.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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