giovedì 16 aprile 2009

Da Totò Roccaverde. Verso l’ elezione del nuovo segretario del PD cittadino

Caro Agostino,
pur non facendo parte del coordinamento che dovrà eleggere il nuovo segretario cittadino del PD , avendo comunque partecipato quasi costantemente da vari anni all’attività della Margherita prima, e adesso del PD, non riesco a sottrarmi al dibattito che tu hai aperto nel blog circa l’identikit del nuovo segretario. Un dibattito molto partecipato, ricco tuttavia di molte battute da bar dello sport, o meglio da cicaleccio di villetta Cascino e dintorni, ma con qualche spunto di riflessione intelligente, e con tanti nomi buttati lì in pasto a tutti.
Alcuni dei quali proposti proprio per essere bruciati, altri con buone intenzioni, ma improponibili.
Infatti, lo Statuto del Partito , all’art. 10, prevede che il coordinatore del Circolo, deve essere scelto tra i componenti eletti del coordinamento, cioè tra i 37 eletti dalla Conferenza programmatica e organizzativa del 29 marzo scorso. Quindi, tanti rispettabilissimi aderenti al partito che vedo proposti nel dibattito sul tuo sito, per vincoli statutari, non possono essere eletti all’ importante incarico.
Ho richiamato lo Statuto, non perché mi trovo d’accordo su queste norme, e tanto meno sulla loro rigorosa applicazione, ma perché nell’assemblea preparatoria della conferenza del 29 marzo, a quanti sostenevamo la “ banale necessità” di dare vita ad un coordinamento meno pletorico di quello scaturito da una “rigorosa applicazione “ del Regolamento, è stato alla fine risposto che le norme vanno applicate così come sono, senza deroghe, anche quando si sa già in partenza, per l’esperienza precedente ancora viva del maxi Direttivo dei 110, che organismi di tal mole non solo non possono funzionare, ma spesso sono stati pensati proprio per non farli funzionare, dietro l’alibi della più ampia partecipazione. Tanto, le decisioni che contano vengono prese altrove, spesso in contesti informali, al di sopra e al di fuori i degli organismi di partito. Una assenza sostanziale di democrazia di cui la politica, compresa la nostra sinistra, hanno pagato e continuano a pagare pesanti conseguenze.
Il distacco o la disaffezione della gente , come pure la rabbia e l’ostilità verso politici , partiti ed esponenti delle Istituzioni hanno una dello loro radici, forse la più forte, proprio nella consapevolezza che la democrazia vera ( quella sostanziale, quella che tiene conto, non tanto e non solo, del rituale delle elezioni politiche e amministrative, ma anche e soprattutto della voglia di molta gente, e di tantissimi giovani, di una partecipazione attiva e responsabile nelle scelte quotidiane che riguardano il proprio Comune o la propria provincia) non esiste o è di fatto stravolta da regole e comportamenti funzionali al mantenimento o al raggiungimento di posizioni di “ potere “.
Ritornando quindi al PD di casa nostra, considerato che il segretario va eletto tra i 37 ( ma tutti gli incarichi di vertice non si era detto che andavano scelti con il metodo delle primarie ? o perche non poteva essere l’assemblea a sceglierlo direttamente, come avveniva in passato nell’ ex Margherita ?), credo che nel coordinamento esistano comunque (accanto a degli illustri sconosciuti, mai visti dentro i due partiti fondativi, o a delle new entry dal glorioso passato in altre formazioni) anche alcune figure limpide sul piano etico, colte, esperienti quanto basta, ma soprattutto libere e autonome sul piano intellettuale da non potere essere sospettate di dipendere o di rappresentare qualcuno “che conta”.
E’ a gente come loro che credo vada affidata la segreteria, prescindendo da orticelli vari che qualche stratega locale con la testa ancora nel passato, intende salvaguardare.
Anche l’esecutivo che dovrà affiancare il segretario , non dovrà essere “rappresentativo delle varie anime del partito” (come ipocritamente si dice quando si vuole mantenere l’equilibrio interno tra i vari potentati e le varie fazioni) ma, molto più correttamente, se si ha a cuore lo spirito del PD e l’interesse della nostra collettività, dovrà essere composto da esponenti dinamici, aperti, pronti e non proni alle indicazioni di chicchessia, e soprattutto capaci, assieme agli altri organismi di partito, di sostenere intelligentemente, non acriticamente, l’azione amministrativa del Sindaco e della sua Giunta, riappropriandosi del potere di indirizzo politico sui suoi atti e verificando quotidianamente i contenuti, i tempi e i modi di realizzazione del Programma presentato ai cittadini.
Credete che sia astratto e forse utopico il mio discorso ? Probabilmente, ma se non ci si muove in questa direzione, io credo che per il PD, e ahimè anche per la nostra Città, il futuro prossimo venturo non sarà più roseo dell’attuale modesto presente.
Salvatore Roccaverde
Ps. Mi dispiace che tu non faccia parte dei 37 ( non so neppure se hai preso la tessera del PD).Potevi essere un buon segretario. Un po’ rompiballe e guastafeste; ma tant’è, sono necessarie anche persone come te.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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