martedì 7 luglio 2009

Bambini aggrediti ieri sera in piazza Generale Cascino da un branco di cani randagi

di Guglielmo Bongiovanni. Ieri sera, intorno alle ore 23, nella centralissima Piazza Generale Cascino, sotto gli occhi di quello che fu l’eroe della prima grande guerra, una decina di cani hanno aggredito un gruppo di bambini che giocavano con i monopattini. Momenti di paura; ma grazie all’intervento di alcuni genitori si è evitato il peggio. Questi i fatti di cronaca verificatosi ieri in tarda serata. Rimane il problema irrisolto del randagismo che ormai sembra toccare livelli da codice rosso. Diverse sono le denuncie dei cittadini che segnalano la presenza di numerosi cani randagi nel cuore della città. La periferia crediamo che non goda di una situazione migliore. “Una vergogna – questo il primo commento di uno dei genitori dei bambini – se non fossimo intervenuti celermente qualche bambino rischiava di essere morso da uno dei cani del branco. Saranno stati una decina di cani – continua il genitore - che si muovevano in branco in una piazza che ancora era popolata di gente visto l’ora e il periodo. Nessuno fa niente e la fortuna non sempre accompagnerà l’indifferenza dei nostri amministratori e politici.” Paura scampata, quindi, ma il problema rimane e merita un’ampia riflessione da parte di tutti gli organi competenti ad iniziare dalla politica. La somma di denaro messa in bilancio sembra essere finita, quindi, ogni cane preso e consegnato alla ditta di Caltanisetta dovrebbe avere un costo che l’amministrazione non può permettersi. Ma la città non può vivere con la paura dei randagi né le famiglie possono essere lasciasti nel terrore permettendo che in una piazza centrale della città dieci cani in branco scorazzino indisturbati terrorizzando i bambini. Forse è giunta l’ora che i consiglieri si diano una mossa a mettere pressione o chiedere con forza all’amministrazione che città venga dotata di un canile. Questa è l’unica strada percorribile per risolvere un problema che da mesi riempie le pagine di cronache dei giornali con episodi spiacevoli. Sarebbe un’azione buona e giusta che darebbe credito ad un’aula che sembra ormai vivere in uno stato di coma profondo irreversibile.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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