domenica 15 novembre 2009

Il crocifisso, la laicità ed il laicismo

di Giuseppe Suffanti

La sentenza della corte europea che espelle i crocifissi dai luoghi pubblici è stata da alcuni commentatori salutata come una affermazione della laicità dello stato, come una vittoria educativa per la scuola pubblica che deve essere imparziale e rispettosa di tutti.

Se sul piano giuridico e strettamente formale la sentenza ha una sua comprensibilità non possiamo sul piano sostanziale non ricordare a noi stessi il monito di Cicerone “summum ius summa iniuria”( il massimo diritto,la massima ingiustizia! ). Quale diritto calpesta,infatti, il crocifisso? Quale libertà di coscienza turba? Quali traumi può causare ai ragazzi da un punto di vista educativo? Quali danni morali ha causato a questa madre a cui è stato pure riconosciuto il diritto al risarcimento?

Inoltre cosa intendiamo per laicità dello stato? La laicità è innanzitutto permettere fino in fondo a ciascuno di essere sé stesso; la laicità è battersi perché ognuno possa avere diritto alla parola; è battersi per i diritti e le ragioni dell’altro non rinunciando alla propria storia, alla propria dignità, alla propria identità, alla verità .

Se c’è stato un uomo che ha insegnato questo, se c’è stato un uomo che ha insegnato : “se ami solo i tuoi amici che merito hai, tutti lo fanno, ma tu ama il nemico”… “ non c’è amore più grande che offrire la propria vita per l’altro” questo è Gesù il crocifisso.

Se c’è stato un uomo che è stato capace di morire per testimoniare che ogni fratello ha diritto a esserci e a vivere… e che il valore più grande prima ancora della fede è l’amore per sé stessi e per gli altri, questo è Gesù il crocifisso.

Nessuno a Gesù il Nazareno può dare lezioni di laicità: egli è il maestro, il fondatore della laicità, colui che per la prima volta nella storia ha chiesto che i poveri, gli esclusi, gli stranieri, i sofferenti i diversi, i disgraziati fossero riconosciuti nella loro dignità di persone umane.

E’ un becero laicismo che trionfa con questa sentenza. Un laicismo senza anima inteso come un processo di sterilizzazione, di rimozione collettiva, di sradicamento delle radici.

La laicità non è togliere … Dovremmo togliere un bel po’ di cose se il crocifisso ci turba : le domeniche, le feste di Natale, le feste di Pasqua , le statue dalle piazze pubbliche , il nome delle vie e non solo quelle che hanno per protagonista il Cristo ( magari chissà qualcuno potrebbe turbarsi per una statua di Giulio Cesare …)

Questo è nichilismo, è pensarsi senza passato, è ignorare duemila anni di storia; è il nulla altro che laicità .

La laicità non è togliere: è mettere!… “è metterci l’altro e gli altri”. Se nella classe di mio figlio è presente un ragazzo musulmano è bello metterci la mezza luna accanto al crocifisso, se è presente un ebreo non mi sento offeso dalla stella di Davide, se c’è un non credente è bello scrivere nel muro della classe i valori in cui crede .

Abbiamo imparato molto come cristiani nel raccogliere l’invito a partecipare a celebrazioni di amici musulmani. Abbiamo imparato molto nel partecipare allo Shabat degli ebrei. Abbiamo chiesto loro di conoscerci partecipando alla celebrazione eucaristica. Ne siamo usciti arricchiti.

La globalizzazione ci ha reso consapevoli che nel mondo abbiamo imparato ad amare in maniera diversa l’unico Dio . Ogni modo di amare Dio merita rispetto, curiosità, desiderio di conoscenza.

La laicità come ci ha insegnato il cardinale Martini, ispirandosi a Cristo, è fare spazio all’altro credente, non credente, dubbioso; è dare ascolto al credente, al non credente, al dubbioso che abita in noi. La laicità è non discriminare nessuno per quello che crede e non crede.

Come genitore proviamo tristezza per una scuola che decidesse di accantonare questo insegnamento e di rimuovere il Maestro più autorevole di questa visione dell’uomo e dei rapporti umani. Ci ha consolato costatare lo stesso sentimento in genitori non credenti.

Che tristezza vedere questo Gesù strumentalizzato per colpire l’altro(come spesso è capitato nel passato!) e che tristezza vederlo oggi manipolato da chi, in nome della laicità, gli attribuisce attentati alla libertà.

Che tristezza vedere ancora una volta questo Gesù condannato e crocifisso dalla legge.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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