venerdì 13 novembre 2009

Vincenzo Mudaro sulla Venere e lo stato comatoso della provincia di Enna

Piazza Armerina. “Sul rientro della Venere troneggia l’improvvisazione. . E’ incomprensibile che a pochi mesi dal ritorno nel proprio luogo di origine, non siano state ancora pensate e progettate le infrastrutture necessarie ad accoglierla”. Vincenzo Mudaro, classe 1962, subito dopo la sua riconferma a segretario generale della UIL della provincia di Enna, parla a 360° dei problemi che attanagliano il territorio e parte dalle questioni legate alla Venere di Morgantina.
Mudaro, cosa pensa la sua organizzazione sindacale sulle strategia per il rientro della Venere.
Da tempo attendiamo che siano avviati a concretezza i piani di marketing per sostenere il ritorno della Venere. Ad oggi, invece, nulla di concreto è stato annunciato. Perdere quest'occasione e sottovalutarne l'esigenza di un forte e qualificato piano di comunicazione rischia di vanificare ogni altro sforzo. Questo tipo di eventi, come ci insegnano francesi e spagnoli che con molto meno riescono ad attrarre milioni di turisti ogni anno, hanno bisogno di una pianificazione qualificata e ben progettata. Il silenzio su questo fronte è preoccupante. E' fondamentale che si comprenda a pieno che un occasione come questa, se ben valorizzata e sostenuta sul piano degli investimenti, può davvero essere un'occasione di benessere. Non vi è dubbio che siamo in presenza di una classe politica distratta e non attenta ai reali bisogni del territorio, e non vi è dubbio che la riapertura della Villa Romana del Casale restaurata e il ritorno della Venere siano un appuntamento unico e storico per il nostro territorio a cui questa classe dirigente non si sta adeguatamente preparando.
A parte la Venere, qual è lo stato della provincia di Enna?
C’è una situazione di recessione economica e produttiva: la battuta d’arresto che sfianca i settori dell’edilizia e dell’agricoltura, il ricorso alla cassa integrazione, se non addirittura al licenziamento, come uniche opportunità per le micro imprese presenti sul territorio, la vicenda controversa dell’ATO e l’indifferenza del governo regionale che storna altrove somme destinate alla provincia.
E allora cosa bisogna fare
La provincia di Enna deve utilizzare meglio le sue risorse più importanti: quelle naturali, ambientali e storico-culturali, che rappresentano potenziali fattori di attrazione di flussi turistici, di creazione d’impresa e di nuovi posti di lavoro; le produzioni tipiche del territorio, ancora poco presenti sui mercati nazionali ed internazionali; le risorse umane, caratterizzate da una rilevante presenza di profili professionali ad alto livello di scolarizzazione. Invece in questi ultimi quattro anni abbiamo assistito, attoniti e colpevolmente silenziosi, al drammatico, ma per nulla imprevedibile, epilogo di una delle vicende più controverse della provincia di Enna, la vicenda dell’ATO, trasformate in un enorme carrozzone clientelare condotto al completo dissesto finanziario da una inadeguata capacità gestionale che ha prodotto intere città colpite da preoccupanti condizioni igienico-sanitarie, lavoratori costretti a svolgere il proprio turno di lavoro nella totale assenza dei livelli minimi di sicurezza e spesso senza la garanzia del salario e cittadini esasperati dall’inarrestabile aumento di tariffe e costi in giustificazione di un servizio spesso assente ed inadeguato. In questo cupo scenario la politica e il sistema di gestione del potere della nostra provincia continuano a riproporre manovre e logiche tipiche della peggiore politica degli ultimi dieci anni.
Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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