lunedì 7 dicembre 2009

Non si ferma all'alt degli agenti di Polizia Municipale. Denuciato per resistenza ora rischia il ritiro della patente

Denunciato per non essersi fermato all’alt della polizia Municipale. Ancora al centro della cronaca l’ennesima bravata di un giovane piazzese A.S. che ora rischia il ritiro della patente di guida. L’episodio si è verificato nei giorni scorsi all’altezza della via Giacinto Lo Giudice con la via Prospero Intorcetta. Il giovane, alla guida di una Fiat Marea, viene visto percorrere la via Giacinto Lo Giudice in direzione di marcia vietata. Nelle immediate vicinanze si trovavano gli agenti della Polizia Municipale comandati da Piero Viola. Intimato l’alt, il giovane piazzese, alla guida dell’autovettura, imbocca la via Prospero Intorcetta e si da alla fuga rischiando di investire uno degli agenti di P.M. Preso il numero di targa della macchina in poche ore il comandante dei vigili urbani Piero Viola insieme al locale commissariato di Polizia di Stato, guidato dal vicequestore Giancarlo Consoli, risalgono al proprietario della vettura che viene convocato in commissariato. Dopo uno stretto giro di domande si scopre che a guidare la Fiat Marea era il figlio A.S. che interrogato dal comandante Piero Viola e dal vice Velardita, alla presenza del capo della polizia di Piazza Consoli, confessa che nel pomeriggio di giorno 3 dicembre era al volante della vettura di proprietà del padre. A quel punto alla bravata è seguita la formale denuncia per resistenza oltre alle sanzioni amministrative per violazione del codice della strada. L’ennesimo episodio spiacevole che vede al centro dell’attenzione il comportamento di molti giovani vittime di bravate che possono costare care. “Purtroppo non è il primo episodio che si registra nella nostra città – commenta Piero Viola – è successo nei mesi scorsi sia ai Carabinieri che alla Polizia di Stato. Sono segnali da non sottovalutare e denotano un malessere nei comportamenti dei nostri giovani che potrebbero mettere a rischio la vita di persone che lavorano per garantire l’ordine pubblico, il rispetto della legge e al servizio dell’intera città. Rovinarsi la vita per simili sciocchezze credo che sia fuori luogo. Ciò che mi fa pensare e che oggi mi sembra che non si abbia più rispetto nemmeno per gli uomini in divisa. Voglio fare un appello ai giovani di questa città. Le forze dell’ordine in tutte le sue articolazioni non sono prevenuti contro i giovani. Ma ciò che vi chiediamo è il rispetto del codice della strada e delle leggi. Non credo che sia uno sforzo difficile da mettere in atto. Amare se stessi, la vita significa rispettare gli altri e vivere nella legalità. Provateci darete una mano d’aiuto ai vigili urbani della vostra città e in questo caso sarà l’intera comunità ad offrire l’immagine di una città civile, vivibile e accogliente per i turisti che vengono a visitare le nostre bellezze.”

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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