lunedì 18 gennaio 2010

I tifosi del Delia hanno minacciato e aggredito i giocatori dell'Armerina prima, durante e dopo la partita di campionato di II categoria

Minacciati e aggrediti i giocatori e i dirigenti dell’Armerina Mosaici. I fatti si sono verificati sabato pomeriggio quando la squadra di calcio, del presidente Renzo Amore che milita nel campionato di seconda categoria, si recava a Delia, in provincia di Caltanisetta, per disputare la 3à gara di ritorno del campionato dilettantistico contro il Real Petilia. Il lunedì dedichiamo una parte del nostro spazio allo sport oggi lo faremo solo per parlare di cronaca e denunciare agli organi competenti che simili atteggiamenti e comportamenti, che oserei definire da mafiosi, dovrebbero essere debellati dalle autorità competenti sia sportive che giudiziarie. Il racconto delle violenze cui sono stati sottoposti gli atleti dell’Armerina appartengono a un mondo che deve essere estraneo alla maggioranza dei siciliani onesti e credo anche alla maggioranza dei cittadini di Delia. E’ semplicemente vergognoso, oltre che incivile, che una cinquantina di pseudo tifosi aspettavano l’arrivo dei giocatori dell’Armerina per iniziare a minacciarli, aggredirli con pugni, sputi e strattoni. E da incivili, oltre che da delinquenti, porre all’entrata degli spogliatoi le foto degli atleti piazzesi che erano stati segnalati per subire le maggiori violenze perché, a detta di questi quattro imbecilli, nella partita di andata i nostri atleti si erano comportati male. E vergognoso che le forze dell’ordine siano state chiamate dai dirigenti piazzesi e non dalla squadra di casa. E vergognoso che un arbitro per tutti i novanta minuti abbia permesso che alcuni giocatori del Real Petilia colpissero con pugni i nostri atleti. E vergognoso che l’arbitro di Racalmuto non abbia preso dei provvedimenti e permesso che andasse in scena una finta partita conclusasi tre a zero per la squadra di casa. E vergognoso che a fine partita, nonostante ancora le minacce e le aggressioni continuassero, l’arbitro si sia fatta la doccia con la squadra di casa. E vergognoso che se la federazione conosce simili realtà non decida ancora di intervenire duramente contro questi episodi che non fanno onore a uno degli sport più belli oltre che popolari nel nostro paese. E vergognoso che quattro imbecilli abbiamo fatto del male ad una cittadina di poco più di 4000 abitanti il cui nome viene da una leggenda che vuole la presenza di un tempio sacro alla dea Delia, ossia Diana. Poche le parole di commento del presidente dell’Armerina Renzo Amore “Guardi sono rimasto sbigottito anche io nel sentire il racconto dei fatti che si sono verificati a Delia. Purtroppo io non ero con i ragazzi sabato pomeriggio per motivi familiari. In settimana vedremo di capire cosa la società può fare per tutelarsi e soprattutto per impedire che simili episodi si verifichino ancora. Certamente faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per tutelare sia la nostra società e sopratutto lo sport pulito a qualsiasi livello."

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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