Successo di pubblico e di critica alla presentazione del libro di Alessandra Tigano Autobiografia e tradizione in H.G. Gadamer. La questione dell’esserci nella postmodernità (Sciascia, Caltanissetta-Roma 2009). Significativi gli indirizzi di saluto dei promotori dell’evento: l’Assessore alla Pubblica Istruzione, Innocenzo Di Carlo, ha lanciato l’idea di organizzare un Festival di Filosofia a sostegno di politiche educative che promuovono la filosofia come pratica sociale; il Presidente della Meltemi, Vinicio Romano, ha sottolineato l’esigenza di riformulare le domande per comprendere le questioni della complessità.
Don Vincenzo Sorce, membro del Comitato Scientifico della settimana sociale dei cattolici, ha ribadito che il volume della Tigano solleva la necessità di formarsi nello spirito della tradizione ripensandolo nell’orizzonte dei linguaggi postmoderni.
Francesca Pulvirenti autrice della prefazione ha ribadito che il testo ha coinvolto la mente e il cuore degli studenti universitari invitandoli a riflettere sull’interpretazione dell’esserci in ambito pedagogico.L’incontro è stato moderato brillantemente da Giuseppe Russo, Dirigente Scolastico del Liceo Classico e Scientifico, che ha focalizzato l’attenzione sull’importanza di coltivare la filosofia per educare le menti a ragionare con rigore critico e speculativo.
Ha definito il volume lucido, raffinato, concepito con una logica rigorosa ed equilibrata.
Ottimo pretesto che invita ad interpretare la tradizione per cercare il senso della formazione della nostra coscienza. Alberto Biuso, docente di Filosofia della mente nell’ateneo catanese, affascinando il pubblico, ha delineato gli aspetti principali del testo che, rileggendo Gadamer e Ricœur, solleva principalmente la domanda sull’autenticità e la verità dell’esserci.
La comprensione è così un dispositivo semantico che, attualizzando la tradizione, ci aiuta a saper vivere nel mondo di fronte all’avanzare dei nuovi linguaggi della tecnica che mettono a nudo la fragilità della vita. Augusto Cavadi, consulente filosofico e giornalista di Repubblica, ha sollecitato il dibattito ponendo alcune riflessioni importanti: se la filosofia è dialogo con la tradizione è necessario, sulle tracce di Gadamer, coltivare una “memoria sovversiva” capace di mettere in gioco pregiudizi che ostacolano l’incontro con la verità del volto dell’altro.
Ha concluso l’Autrice. Attraverso alcune note autobiografiche ha affermato che per lei l’ermeneutica filosofica è un linguaggio formativo perché istituisce terreni di ricerca di pensiero riflessivo. Per questa fondamentale ragione lei crede che sia importante coltivare le domande della vita sin dalla più tenera età (infatti da tempo promuove formazione in Philosophy for children) per costruire una società capace di orientarsi verso una ricerca plurale della verità del senso oggi necessaria in diversi momenti concreti dell’esistenza, come per es. nelle questioni bioetiche d’inizio e fine vita ove è necessario ricercare un dialogo equilibrato tra linguaggi simbolici diversi (religiosi, giuridici e politici, medico-scientifici, etici e ontologici) chiamati a pronunciarsi su questioni veramente decisive della condizione umana.
È questa la sfida dell’esserci nella postmodernità. Infine Alessandra Tigano, commossa, ha ringraziato tutti i presenti, amici e familiari, l’editore Sciascia e il prof. Caltagirone della Lumsa di Roma i quali, pubblicando la ricerca, hanno creduto nel valore di questo libro oggi disponibile in tutte le librerie italiane comprese quelle della nostra città.