sabato 20 marzo 2010

Il vescovo sulla pedofilia "Nessuna omertà da parte dei Vescovi"

(di Nina Fabrizio) (ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 15 MAR - Non c'é nessuna omertà da parte dei vescovi italiani nel denunciare i casi di pedofilia che eventualmente emergano nelle loro diocesi e anzi "c'é la massima collaborazione con la Congregazione per la Dottrina della Fede e gli enti preposti".

Parola di mons. Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina e membro della commissione Cei per l'Educazione cattolica, la scuola e l'università che, parlando con l'ANSA, aupsica anche che tutti i casi siano "studiati con attenzione" e "accertati" nella loro fondatezza. Alcuni giorni fa in un'intervista ad Avvenire il promotore di giustizia vaticano, mons.Charles J. Scicluna, si era detto preoccupato per una "certa cultura del silenzio ancora troppo diffusa nella Penisola" italiana di fronte al fenomeno della pedofilia. Mons. Pennisi invece non ha dubbi: nessuna omertà da parte dei vescovi, assicura. "Per quei pochi casi che ci sono stati - afferma - mi risulta che la congregazione per la Dottrina della fede sia stata informata e ha proceduto di ufficio". Il vescovo di Piazza Armerina porta l'esempio dei due casi di cui è a conoscenza. "Per la mia diocesi - racconta -, c'é stato un solo caso che riguardava un religioso il quale è stato per un anno da noi. Un fatto avvenuto circa dieci anni fa, prima che ci fossi io. Per questo si è svolto il processo di primo grado e i suoi superiori religiosi hanno informato la Santa Sede".
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"C'era poi un altro caso di un prete di Pisa - prosegue Pennisi - e anche qui l'arcivescovo di Pisa di allora lo aveva denunciato alla Santa Sede. Il sacerdote in questione è stato prima sospeso 'a divinis' e poi scomunicato con un processo che gli ha fatto la Santa Sede". "Da quanto mi risulta - tira dunque le somme Pennisi - non mi pare che ci sia la tendenza a minimizzare". "Il problema però - avverte - è quello di accertare" che non ci siano accuse infondate. Alla domanda se sia preoccupato dell'eventualità che uno scandalo pedofilia possa esplodere anche in Italia, in particolare dopo i casi che recentemente hanno messo nel mirino la diocesi di Bolzano, Pennisi replica: "Se ci sono stati, questi casi vanno prima studiati con attenzione, poi se ci sono dei colpevoli questi vanno puniti secondo quello che prevede la legge ecclesiastica e dando la massima collaborazione alle autorità civili". "Per il resto - aggiunge esprimendo la sua personale preoccupazione - non vorrei che diventasse soltanto un fenomeno mediatico che viene gonfiato e poi si sgonfia perché, diciamolo, c'é anche l'impressione che ci sia qualcuno che gonfi questi casi. Alla fine, se noi consideriamo il numero dei sacerdoti e il numero dei casi, la proporzione è bassa".

Nondimeno mons. Pennisi vuole sottolineare anche quello che é l'impegno della Chiesa contro la pedofilia, un fenomeno che, precisa, "non riguarda solo i preti". "In Sicilia - spiega - c'é don Di Noto, il quale, con la sua associazione è in prima fila per la lotta contro la pedofilia e anche noi in diocesi abbiamo attivato i centri Meter, in collaborazione con don Di Noto, per la prevenzione del fenomeno. Al servizio dei genitori abbiamo quindi due centri di ascolto con degli psicologi, uno a Gela e uno qui a Piazza Armerina". (ANSA).

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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