Sarà in consiglio comunale, probabilmente prima della pausa estiva, il nuovo regolamento sui servizi sociali predisposto dall’assessore alle politiche sociali Lina Grillo e approvato dalla Giunta. Dopo le polemiche dei mesi scorsi, tra il sindaco Nigrelli e il Consiglio Comunale, circa la legittimità dell’aula a proporre regolamenti e dopo la presa di posizione di undici consiglieri comunali che chiedevano nuove regole che disciplinassero le politiche sociali, la giunta Nigrelli approva una bozza di regolamento che a breve sarà trasmessa al consiglio comunale per la definitiva approvazione. Un regolamento che si compone di 84 articoli con l’obiettivo di una politica generale dei servizi orientati a superare gli squilibri economici e sociali esistenti nel territorio.
“L’approvazione del regolamento sui servizi sociali, da parte della Giunta, è di indubbia importanza sia sotto l’aspetto politico, perché si è rispettata la volontà di undici consiglieri comunali che rivendicano l’esclusiva competenza in materia regolamentare, sia sotto l’aspetto amministrativo poiché si può contare su un regolamento fondato sulle nuove normative in materia” commenta il consigliere del Pd Giuseppe Capizzi, uno degli artifici e promotori della nuova disciplina in materia sociale.
Nel documento approvato dalla giunta che sarà presentata in consiglio comunale per il voto definitivo, si legge che gli interventi assistenziali dovranno "garantire al cittadino in stato di bisogno adeguati mezzi di sussistenza al fine di risolvere gravi condizioni di insufficienza di reddito; promuovere l'uniformità degli interventi nell'ambito dell'intero territorio attraverso il superamento delle "categorie" di assistiti, assicurando parità di prestazioni a parità di bisogno e fornendo altresì prestazioni differenziate in rapporto alla specificità delle esigenze, nel rispetto della personalità dell'assistito; superare il concetto di istituzionalizzazione, privilegiando servizi ed interventi che consentano il mantenimento, l'inserimento o il reinserimento dei soggetti nel loro ambiente di vita, familiare, sociale, scolastico e lavorativo, anche attraverso il concorso di iniziative espresse dalla società nella varietà delle sue libere articolazioni; stimolare o recuperare l'autosufficienza delle persone o delle famiglie, evitando il permanere in situazioni "cronicizzanti" di dipendenza dall'assistenza pubblica, pur non rifiutando l'intervento continuativo, se necessario; integrare i servizi socio assistenziali con i servizi sanitari, educativi, scolastici e con tutti gli altri servizi del territorio, al fine di concorrere a fornire una risposta globale che consenta di limitare il ricorso non strettamente necessario al ricovero in istituto o in ospedale (ricovero "improprio"), mantenendo la persona nell'ambiente familiare e sociale che le è abituale; richiamare e responsabilizzare quanti sono tenuti, secondo gli obblighi di legge, a prestare i mezzi di sussistenza (alimenti) alle persone in stato di bisogno."
“L’approvazione del regolamento sui servizi sociali, da parte della Giunta, è di indubbia importanza sia sotto l’aspetto politico, perché si è rispettata la volontà di undici consiglieri comunali che rivendicano l’esclusiva competenza in materia regolamentare, sia sotto l’aspetto amministrativo poiché si può contare su un regolamento fondato sulle nuove normative in materia” commenta il consigliere del Pd Giuseppe Capizzi, uno degli artifici e promotori della nuova disciplina in materia sociale.
Nel documento approvato dalla giunta che sarà presentata in consiglio comunale per il voto definitivo, si legge che gli interventi assistenziali dovranno "garantire al cittadino in stato di bisogno adeguati mezzi di sussistenza al fine di risolvere gravi condizioni di insufficienza di reddito; promuovere l'uniformità degli interventi nell'ambito dell'intero territorio attraverso il superamento delle "categorie" di assistiti, assicurando parità di prestazioni a parità di bisogno e fornendo altresì prestazioni differenziate in rapporto alla specificità delle esigenze, nel rispetto della personalità dell'assistito; superare il concetto di istituzionalizzazione, privilegiando servizi ed interventi che consentano il mantenimento, l'inserimento o il reinserimento dei soggetti nel loro ambiente di vita, familiare, sociale, scolastico e lavorativo, anche attraverso il concorso di iniziative espresse dalla società nella varietà delle sue libere articolazioni; stimolare o recuperare l'autosufficienza delle persone o delle famiglie, evitando il permanere in situazioni "cronicizzanti" di dipendenza dall'assistenza pubblica, pur non rifiutando l'intervento continuativo, se necessario; integrare i servizi socio assistenziali con i servizi sanitari, educativi, scolastici e con tutti gli altri servizi del territorio, al fine di concorrere a fornire una risposta globale che consenta di limitare il ricorso non strettamente necessario al ricovero in istituto o in ospedale (ricovero "improprio"), mantenendo la persona nell'ambiente familiare e sociale che le è abituale; richiamare e responsabilizzare quanti sono tenuti, secondo gli obblighi di legge, a prestare i mezzi di sussistenza (alimenti) alle persone in stato di bisogno."