domenica 1 agosto 2010

L'indipendente Basilio Fioriglio attacca i cinque ribelli del Pd: "La concertazione si attua con i fatti non con le parole"

“Farebbero bene il gruppo degli autonomisti di occuparsi del centrosinistra e dare più peso alla concertazione non a parole ma con i fatti, ed avviare un nuovo processo per dare alla Città un governo stabile e che abbia rispetto del programma presentato agli elettori.” L’indipendente Basilio Fioriglio attacca i cinque autonomisti del Pd. Lo fa con una lunga nota in cui invita Franco Azzolina, Giuseppe Capizzi, Luca Failla, Calogero Centonze e Fabio Monasteri ad essere più coraggiosi “Ricordo agli autonomisti di raccontare gli antefatti al max emendamento presentato in aula “ in gran segreto” e che io ho votato.” Poi l’indipendente Fioriglio sposta il tiro sull’abbondono dell’aula da parte dei cinque ribelli “In quale occasione gli autonomisti avevano comunicato la loro intenzione di abbandonare l’Aula? In politica nulla avviene per caso, tutto deve essere concordato e non con segnali di fumo, ma parlando; in democrazia ciò si chiama responsabilità politica. Ricordo che con l’abbandono dell’aula la maggioranza avrebbe dovuto approvare l’atto con solo 7 consiglieri, trattandosi di consiglio in prosecuzione.” Il bilancio di previsione, infatti, è passato con il voto determinante del consigliere dell’Udc Cursale “Quello che è accaduto in C.C. alcuni giorni fa – commenta l’indipendente Basilio Fioriglio - sancisce la spaccatura all’interno del centrosinistra che deteneva la maggioranza anche in consiglio comunale e invito a prendere atto della nuova situazione politica ed in particolare che la sua stessa parte politica gli vota contro chiedendogli di venire a riferire in consiglio comunale. Invito, pertanto, i consiglieri di avere il coraggio politico di future azioni adeguatamente forti per un cambiamento radicale dell’attuale ristagno politico, amministrativo, economico e culturale frutto di una politica oggi asservita a disegni esterni che soffocano la speranza della Città di rivivere tempi migliori che i nostri avi e padri hanno costruito.”

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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