venerdì 11 febbraio 2011

Pasquasia: è la caccia agli untori.

di Carmelo Salvaggio
Le recenti notizie allarmistiche, diffuse sul livello d'inquinamento ambientale presente a Pasquasia, causato dalla dispersione di olio dielettrico (prima pochi litri, dopo alcuni giorni sono diventati quintali, forse domani diventeranno tonnellate), lasciano alquanto perplessi, anche perché tutti i trasformatori presenti nel sito sono allocati in prossimità delle cabine elettriche ed ancorati in appositi spazi protetti con base di cemento armato e relative vasche di contenimento.
Per cui, l'eventuale fuoriuscita di olio presuppone la manomissione e ostruzione del canale di gronda, e quindi azione dolosa. Chi sono i nemici di Pasquasia? Quali obiettivi si prefiggono? Vogliono forse rendere irreversibile la bonifica per altri scopi, pregiudicando irrimediabilmente qualsiasi ipotesi di ripresa produttiva? Da qualche anno se ne è ripreso a parlare sempre con maggiore insistenza,  sempre con toni allarmistico-strumentali, vedi caso in prossimità, in concomitanza o in previsione di scadenze elettorali, utilizzando allo scopo nomi altisonanti della politica nazionale e regionale, con il risultato che tutto è rimasto immutato, segno evidente che si sconosce la politica del fare in quanto soppiantata dalla politica del parlare.
È noto a tutti che la miniera fin dal 1992, anno in cui è stata chiusa, è rimasta in totale stato di abbandono, ed in tutti questi anni se ne sono dette e scritte di cotte e di crude, dalle scorie radiottive ai rifiuti tossici, dal cemento amianto all'olio dielettrico di oggi: e domani?
Sul progetto di bonifica, presentato a suo tempo da Sviluppo Italia, sembrerebbe calato il silenzio. Si era ripreso a parlare di Pasquasia in termini propositivi e con una progettualità ben delineata e definita, sia  per quanto riguarda la bonifica che per la ripresa produttiva illustrata alla III Commissione Attività Produttive dell'ARS nella seduta del 29 giugno 2010 dal sottoscritto, nella qualità di ex dipendente ed ex segretario provinciale della FLERICA-CISL di Enna, da Giuseppe Mattia, già Assessore provinciale al Territorio, ambiente ed energia, nonché dall'On. Paolo Colianni, vice presidente della stessa Commissione. Debbo rilevare che il verbale di seduta risulta carente su alcune dichiarazioni importanti circa la consistenza giacimentologica dell'intero bacino minerario: ci si augura che si sia trattato di una distrazione.
Per quanto sopra viene spontaneo chiedersi:
1) che fine ha fatto la richiesta dell'on Colianni di costituire, in virtù dell'art. 29 del regolamento dell'ARS, una Commissione di studio e di indagine su Pasquasia, fatta propria dall'intera Commissione con conseguente richiesta al Presidente dell'ARS?
2) Che fine ha fatto il progetto di bonifica di Sviluppo Italia e la conseguente gara d'appalto?
In tutta la vicenda emerge chiaro che sulla miniera Pasquasia  continuano le speculazioni di basso profilo politico, tipiche di chi non vuole affrontare il problema in tutta la sua complessità. Credo che la popolazione ennese sia stanca di ascoltare ciarlatani della politica o politici improvvisati, in quanto in tutti questi anni non hanno prodotto alcun risultato concreto, anzi continua il depauperamento dell'intera struttura mineraria.
Sulla miniera, e più in generale sull'intero Comparto degli Aloidi siciliani, sarebbe opportuno che il Presidente della Regione assumesse, attraverso una conferenza dei servizi, tutte le determinazioni finalizzate a completare un'opera iniziata nel lontano 1980 e mai definita, dando così certezze per un incremento produttivo ed occupazionale, ad un settore  che può dare sviluppo a tre province (EN, CL, AG) con il più alto tasso di disoccupazione, e su cui insistono forti concentrazioni giacimentologiche a base Kainitiche, tenuto conto che parliamo di un settore industriale non in crisi e con ampi margini di mercato.
Carmelo selvaggio

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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