Bisogna evitare una contrapposizione fra scuola statale e scuola cattolica paritaria che svolge un servizio pubblico.
Concordo pianamente con quanto il Card. Angelo Bagnasco ha detto ieri:“La Chiesa ha molta stima e fiducia nella scuola - ha spiegato - perché è un luogo privilegiato dell’educazione, tanto più che siamo nell’ambito del decennio sulla sfida educativa, che la Conferenza Episcopale Italiana ha scelto come priorità. Quindi ci sta a cuore l’educazione integrale anche attraverso la scuola e in qualunque sede, statale o non statale, l’importante è che ci sia questa istruzione, ma anche questa formazione della persona che è scopo della scuola a tutti i livelli”.
“Tutti quanti - ha aggiunto - ci auguriamo che anche la libertà di scelta dei genitori nell’educazione dei figli possa essere concretizzata sempre più e meglio, ma questo riguarda un altro aspetto della scuola non statale.“In generale - ha concluso il Cardinale - sicuramente tutti auspichiamo che la scuola, a tutti i livelli e in tutte le sedi, possa veramente rispondere ai desideri dei genitori per i loro figli”.
La scuola cattolica e i centri di formazione professionale d’ispirazione cristiana fanno parte a pieno titolo del sistema nazionale di istruzione e formazione.
E’ necessaria diffondere anche in ambito ecclesiale una cultura della parità ma anche una maggiore collaborazione fra scuole cattoliche e di ispirazione cristiana, scuole statali e Chiese particolari.
Bisogna superare lo “scollamento” tra i livelli di azione pastorale e tra gli ambiti educativi, progettare percorsi formativi per genitori e insegnanti per aiutarli a scoprire la propria vocazione educativa e promuovere ed incoraggiare le associazioni di genitori, studenti, insegnanti a esplicita finalità educativa.
Bisogna promuovere l’autonomia scolastica come opportunità per la realizzazione di vere e proprie comunità educanti, in grado di definire incessantemente, attraverso un libero e responsabile confronti interno, le rispettive identità culturali e pedagogiche.
Bisogna rivendicare la libertà di educazione, non come una battaglia per difendere privilegi confessionali ma come una battaglia civile che garantisca un vero pluralismo e un’autentica laicità, valorizzando le scuole paritarie cattoliche o di ispirazione cristiana come luogo educativo per la società civile, essenziale per il bene comune.
Non è accettabile la tesi che considera mondo separato ed estraneo alla missione propria della comunità cristiana la scuola pubblica, sia essa paritaria che statale, fondata sull’autonomia e quindi aperta al territorio. Le parrocchie sono invitate ad ospitare le iniziative promosse dalle scuole e farsi ospitare da esse per un servizio comune ai giovani.
Anche le scuole statali, secondo forme e modi diversi, debbono essere sostenute nel loro compito educativo dalla presenza di insegnanti credenti – in primo luogo, ma non esclusivamente, i docenti di religione cattolica – e di alunni cristianamente formati, oltre che dalla collaborazione di tante famiglie e della stessa comunità cristiana. La sana laicità della scuola, come delle altre istituzioni dello Stato, non implica infatti una chiusura alla Trascendenza e una falsa neutralità rispetto a quei valori morali che sono alla base di un’autentica formazione della persona”.
Le scuole cattoliche e di ispirazione cristiana sono chiamate sempre ad interagire con la Chiesa particolare nei vari ambiti del servizio di evangelizzazione e di promozione culturale delle comunità ecclesiali del territorio, superando la condizione di marginalità e di estraneità che ne caratterizza a volte l’azione dentro il progetto pastorale delle parrocchie.
E’ da auspicare un maggior coordinamento, che non vuol dire appiattimento o omologazione, tra le scuole cattoliche e di ispirazione cristiana esistenti in un territorio, come testimonianza di comunione e di collaborazione che può diventare operativa in alcuni ambiti come quella della formazione degli operatori scolastici e degli stessi genitori.
L’obiettivo generale è quello di consolidare il carattere organico della pastorale della scuola, della formazione professionale e dell’università attraverso l’integrazione con gli altri settori diocesani della pastorale d’ambiente e della pastorale ordinaria.
Bisogna promuovere il dialogo, l’incontro e la collaborazione tra i diversi educatori; attivare e sostenere iniziative di formazione su progetti condivisi.
In questo nuovo decennio caratterizzato dalla risposta corale che la Chiesa in Italia intende dare alla sfida educativa che riguarda tutti i soggetti e gli ambiti della vita ecclesiale e della comunità civile, per un futuro aperto alla speranza, bisogna dar vita a una grande e nuova passione educativa, affidata a una nuova generazione di educatori, rilanciando la pastorale educativa e scolastica, che non può essere considerata la “cenerentola” sacrificata a favore di altre attenzioni ritenute prioritarie all’interno della progettazione pastorale ecclesiale, ma deve recuperare il suo ruolo di raccordo che armonizzi i percorsi educativi e dell’iniziazione cristiana con la pastorale giovanile, vocazionale, familiare, culturale e sociale.
Mons. Michele Pennisi, Vescovo di Piazza Armerina
Delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per la Scuola , L’Università e l’Educazione Cattolica e Segretario della omonima Commissione nazionale della CEI