lunedì 7 marzo 2011

carnevale dell'integrazione.I ragazzi salesiani incontrano la disabilità psichica

 “Il carnevale dell’integrazione”. E’ stato questo il titolo di uno straordinario momento che ha visto insieme i giovani animatori piazzesi dell’oratorio salesiano centro giovanile e i ragazzi della CTA Sant’Antonio, ossia la Comunità Terapeutica Assistita, sotto la direzione sanitaria del dottor Ferdinando Troina, che accoglie una ventina di ospiti con disagio psichico. Una serata nel segno dell’amicizia, del divertimento e dell’integrazione dove ragazzi disagiati si sono divertiti abbattendo tutte le barriere. Ha detto Ferdinando Troina: “E’ stato un momento molto particolare e profondo. Ha dimostrato come i ragazzi della comunità non vivono una dimensione di solitudine. Stanno anche insieme ad altri e questa è una cosa positiva per combattere il pregiudizio che spesso è presente non solo tra i comuni cittadini ma anche in alcuni ambienti dell’ambito medico. Adesso – spiega ancora Troina – ci concentreremo per un altro importante momento che sono i “Giochi senza pensieri”. La sesta edizione si svolgerà nella prossima primavera”. La CTA Sant’Antonio è una delle realtà più all’avanguardia della sistema sanitario ennese ed opera nella città dai mosaici già da diversi anni. Molto positivo anche il riscontro dei giovani animatori salesiani che hanno organizzato l’iniziativa. Dice Simone Fortunato. “Animare e divertirsi con i ragazzi della CTA è stato una esperienza veramente esaltante. Sono i ragazzi più simpatici che abbia mai conosciuto. Di solito le persone cosiddette “normali” hanno retaggi di malizia che invece non esistono in questi soggetti. Molto spesso accade che quando mi impegno nelle attività sociali per dare qualcosa agli altri - continua Simone Fortunato – ricevo più di quello che dò”. A Simone Fortunato da eco Andrea Palma, giovane animatore della realtà salesiana piazzese ed allievo dell’Istituto di Scienza Religiose della città dei mosaici. Dice Palma “Occorre andare oltre le barriere del bigottismo e del pregiudizio che spesso pervadono le iniziative che vediamo in giro. Se uno vuole solamente divertirsi può farlo in discoteca o in altri posti deputati. Credo che il ruolo delle associazioni cristiane debba essere sostanziale e non solo formale vivendo in pienezza la parola del Vangelo che dice: “Qualunque cosa avete fatto al più piccolo dei miei fratelli l’avete fatto a me”.
Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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