venerdì 4 marzo 2011

Scavi abusivi vicino la Villa.

TITOLO: “Effettuano dei lavori agricoli con mezzi meccanici, all’interno di una proprietà rurale - sita nei pressi della Villa Imperiale del Casale - ricadente all’interno di un’area di interesse archeologico: conduttore ed incaricato dell’esecuzione dei lavori denunciati dalla polizia per scavi archeologici e danneggiamento del patrimonio archeologico”.

Nella mattina scorsa, gli uomini del Commissariato di Piazza Armerina - diretti dal Commissario Capo Gabriele Presti – hanno proceduto alla denuncia di due soggetti, poiché indiziati, in concorso tra loro, dei reati disciplinati dagli artt. 110, 733 c.p. (danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale), nonché artt.10 (beni culturali),
90 (scoperte fortuite) e 175 (Violazioni in materia di ricerche archeologiche) del d. l.vo nr.42/2004, per avere commesso dette violazioni a beni archeologici riconducibili a scavi non autorizzati all’interno di una proprietà rurale nei pressi della Villa Imperiale del Casale, in quanto detti soggetti, erano, l’uno il conduttore della proprietà rurale, e l’altro, il soggetto incaricato dell’esecuzione dei lavori bloccati dai poliziotti armerini, recuperando, nella circostanza, un masso in pietra (o marmo), di forma quasi rettangolare, riportante su una faccia parte di un rilievo ornamentale, riconducibile, verosimilmente ad un pezzo della cornice superiore di un sarcofago, risalente all’epoca Tardo Romana/Bizantino, di rilevante importanza artistico culturale.



In particolare, gli investigatori armerini, nell’ambito dei costanti servizi di controllo sul territorio volti alla prevenzione e alla repressione dei reati in genere, nella mattinata scorsa, constavano che, in un fondo agricolo confinante con il sito archeologico della “Villa Romana del Casale” si stavano effettuando alcuni lavori, eseguiti mediante l’utilizzo di mezzi cingolati solitamente utilizzati per lo scavo.



Al fine di accertare la natura di detti lavori nonché l’eventuale conformità alle vigenti normative in materia di autorizzazioni, gli investigatori del Commissariato della città dei quattro quartieri, qualche giorno fa, si recavano nel sito segnalato.



Sul luogo, vi era la presenza di diversi veicoli da lavoro, autocarri, una ruspa con pala meccanica, parcati su una collina.

Nell’occorso gli operai riferivano di aver avuto l’incarico di effettuare il taglio degli alberi ricadenti nel fondo citato, da parte del proprietario, utilizzando la ruspa per caricare i tronchi ed i rami tagliati.



Nell’occorso veniva identificato anche il soggetto, uno dei due odierni indagati, il quale riferiva di trovarsi in quel sito al fine di seguire e dirigere i predetti lavori su incarico fiduciario da parte del locatario della proprietà.



Nella giornata successiva, con il preciso intento di monitorare ulteriormente la regolarità dei citati lavori – trattandosi come già detto di zona di alto interesse archeologico – i poliziotti armerini effettuavano un successivo sopralluogo nella proprietà limitrofa al sito, patrimonio dell’UNESCO.



Nella medesima circostanza gli agenti armerini constavano il proseguo dei lavori di potatura straordinaria degli alberi.



I poliziotti del Commissariato della città dei mosaici, da una attenta osservazione dell’area interessata dai lavori, notavano che, oltre alle asserite potature, erano stati effettuati anche lavori di sbancamento nonché di sistemazione e creazione stradale, testimoniate da numerose tracce di cingolati e dai cumuli di terra deposta ai bordi delle medesime stradine. Insospettiti altresì dai numerosi cocci in terracotta che si potevano notare per terra, facevano intervenire personale della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Archeologici del capoluogo erea, per una valutazione più competente del sito.



Infatti, eseguita un’attenta perlustrazione all’interno della proprietà in argomento, nei pressi di un rudere di una vecchia abitazione, luogo ove erano visibili le tracce di recentissimi lavori di potatura, veniva rinvenuto un masso in pietra (o marmo), di forma quasi rettangolare, che veniva riconosciuto come reperto archeologico di rilevante importanza artistico culturale, motivo per cui i poliziotti lo ponevano sotto sequestro.



L’intera area, infatti, rappresenta un sito di interesse archeologico, in particolare una presumibile necropoli, probabilmente utilizzata sin dall’epoca del tardo impero romano, motivo per cui gli investigatori della città della Madonna delle Vittorie procedevano anche al sequestro della citata proprietà.



A questo punto, ritenendosi violate le norme vigenti in materia di tutela del patrimonio archeologico, opere che avevano quantomeno danneggiato il patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale, si procedeva alla contestazione delle violazioni penali nei confronti del conduttore e dell’incaricato dei lavori, deferendo i due, alla Procura della Repubblica di Enna, per gli indicati reati inerenti la tutela del patrimonio archeologico.



Il conduttore, veniva inoltre diffidato dal proseguire qualsiasi tipo di lavori all’interno dell’area sequestrata.



L’attività, dunque, permetteva di recuperare un masso in pietra (o marmo), di forma quasi rettangolare, riportante su una faccia parte di un rilievo ornamentale, dei girali a basso rilievo, riconducibile, verosimilmente, ad un pezzo della cornice superiore di un sarcofago risalente all’epoca Tardo Romana/Bizantino, di rilevante importanza artistico culturale.



L’intera area, corrispondente a parte del Monte Mangone, è stata deturpata anche paesaggisticamente, in relazione al fatto che i lavori, hanno comportato il passaggio di mezzi meccanici, che hanno creato una profonda ferita al costone che sovrasta la Villa imperiale del Casale.



L’area, di rilevante interesse archeologico, è stata oggetto di studio sin dagli anni venti del secolo scorso, in quanto coincidente con una necropoli tardo Romano/Bizantina.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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