Il vescovo ed i Salesiani Cooperatori |
Negli Atti degli Apostoli leggiamo come la gente di Gerusalemme che ascolta Pietro si sente chiamata a rispondere alla bella notizia della resurrezione del Signore (At 2,38-39). Ogni vocazione nasce dall’incontro con la bella notizia della risurrezione. A noi come a coloro che ascoltarono la prima predicazione di san Pietro sono richiesti la conversione, il pentimento e il rinnovamento personale e comunitario , che sono i punti di riferimento di un cammino pasquale. Dovrebbero essere questi i frutti di quanti continuano nella Chiesa l'opera di Gesù.
Nell’inno riportato nella prima lettera di Pietro ci viene proposta la contemplazione di Cristo paziente e glorioso. Da questa contemplazione nascono nel credente l’impegno di vita e il desiderio di seguire l’esempio del Buon Pastore per essere sempre nella gioia.
Interpretare la propria vita come risposta alla vocazione pasquale che il Signore rivolge ad ogni persona , significa passare attraverso la porta sicura che è Cristo, significa affidarsi al pastore buono che conosce la strada adatta per ciascuno di noi.
Gesù è il Buon pastore che conosce tutte le sue pecorelle e le chiama per nome. Oggi ci chiama a seguirlo, a fidarsi di lui, a credere e perciò a vivere il ritornello del salmo responsoriale: "Il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla".
Gesù, prima di designarsi come Pastore, si presenta come la porta. La porta indica accoglienza quando è aperta, protezione quando è chiusa. Gesù è l’unica porta che dà l'accesso vero al Regno di Dio. Passare per la "Porta-Gesù" significa aderire a lui, diventare suoi amici, sceglierlo come maestro, accoglierlo come la "strada" sulla quale noi vogliamo camminare verso il bello, verso il bene. Significa diventare, insieme a lui, costruttori del suo Regno di giustizia e di pace dove tutti gli uomini possano sentirsi fratelli e sorelle.
In questa 4a domenica di Pasqua in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni Benedetto XVI propone alla riflessione e alla preghiera delle comunità cristiane il tema: “L’annuncio -proposta vocazionale nella chiesa locale”.
Il Signore non manca di chiamare, in tutte le stagioni della vita, a condividere la sua missione e a servire la Chiesa nel ministero ordinato e nella vita consacrata ma anche nella vocazione laicale , che si basa sui sacramenti dell’iniziazione cristiana:battesimo, cresima ed eucaristia, con la quale viene comunicata e alimentata quella carità verso Dio e gli uomini che è l'anima ogni apostolato.
E’ necessario riscoprire la comunità cristiana come un fuoco che arde e dona luce e calore, esprimendo con gioia la propria interiore vitalità e coerenza di vita.
Il sorgere delle vocazioni di speciale consacrazione, ma anche di vocazioni di laici impegnati ad animare le realtà temporali , è segno della vitalità, della fede e dell’amore delle nostre comunità ecclesiali.
Ogni vocazione è sempre iniziativa di Dio che ci chiama a seguire Gesù, il Buon Pastore. Anche oggi, la sequela di Cristo è impegnativa; vuol dire imparare a tenere lo sguardo fisso su Gesù, a conoscerlo intimamente, ad ascoltarlo nella Parola e a incontrarlo nei Sacramenti; vuol dire imparare a conformare la propria volontà alla Sua e a sentirsi corresponsabili della missione della Chiesa.
Il Rettor Maggiore Don Pascual Chavez nella presentazione della strenna 2011 ha detto: “Evangelizzazione e vocazione sono così due elementi inseparabili. Anzi, criterio di autenticità di una buona evangelizzazione è la sua capacità di suscitare vocazioni, di maturare progetti di vita evangelica, di coinvolgere completamente la persona di coloro che sono evangelizzati sino a renderli discepoli ed apostoli.”
La formazione dei fedeli laici ha come obiettivo fondamentale la scoperta sempre più chiara della propria vocazione e la disponibilità sempre più grande a viverla nel compimento della propria missione, a servizio della carità di Cristo Buon Pastore.
La vocazione e missione personale di ognuno definisce la dignità e la responsabilità dell'intera opera formativa, ordinata al riconoscimento gioioso e grato di tale dignità e all'assolvimento fedele e generoso di tale responsabilità.
Come singoli e come associazione siete chiamati ad approfondire e verificare la vostra scelta di vivere il battesimo seguendo la strada tracciata da Don Bosco e le esigenze che essa comporta.
La risposta alla vocazione per voi laici è cercare il regno di Dio e rendere presente e operosa la Chiesa trattando le cose temporali e orientandole secondo Dio.
Siete chiamati ad essere testimoni di Gesù Cristo risorto speranza del mondo implicati nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la vostra esistenza è intessuta.
La predicazione del Vangelo di Gesù porta i discepoli ad anticipare il futuro rinnovando i rapporti reciproci nel mondo della famiglia, del lavoro, della politica alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa.
Mi pare importante ribadire questo oggi che ricorre il 120° anniversario della pubblicazione della Rerum Novarum da parte di leone XIII e il 30° anniversario della Laborem exercens del beato Giovanni Paolo II.
Vale anche per ciascuno di voi l’appello lanciato sabato scorso da Benedetto XVI ad Aquileia a suscitare “una nuova generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilità dirette in vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico, capaci di “edificare una buona vita a favore e servizio di tutti.
In questo decennio che la Chiesa italiana ha dedicato ad “educare alla vita buona del vangelo” la vostra associazione, facendo tesoro del metodo educativo di Don Bosco, è chiamata ad offrire a tutti ed in particolare ai giovani un servizio pedagogico ricco di amore e fonte di gioia.
Maria Ausiliatrice , modello di ogni fedele laico, sia vostra maestra e guida e vi aiuti a rispondere alla chiamata alla santità che Dio rivolge a ciascuno di voi.