lunedì 16 maggio 2011

Ieri 6 nuove promesse di salesiani cooperatori. L'omelia del Vescovo Pennisi

Il vescovo ed i Salesiani Cooperatori
Saluto con affetto i membri dell'Associazione Salesiani Cooperatori del Centro Sicilia, provenienti da vari comuni della nostra diocesi e della provincia di Caltanissetta a conclusione di un percorso triennale di riscoperta vocazionale per i laici della Famiglia Salesiana e vi ringrazio della vostra piena disponibilità al servizio nella nostra Chiesa Locale e della Chiesa universale , in base al vostro Progetto di Vita Apostolica.

Negli Atti degli Apostoli leggiamo come la gente di Gerusalemme che ascolta Pietro si sente chiamata a rispondere alla bella notizia della resurrezione del Signore (At 2,38-39). Ogni vocazione nasce dall’incontro con la bella notizia della risurrezione. A noi come a coloro che ascoltarono la prima predicazione di san Pietro sono richiesti la conversione, il pentimento e il rinnovamento personale e comunitario , che sono i punti di riferimento di un cammino pasquale. Dovrebbero essere questi i frutti di quanti continuano nella Chiesa l'opera di Gesù.

Nell’inno riportato nella prima lettera di Pietro ci viene proposta la contemplazione di Cristo paziente e glorioso. Da questa contemplazione nascono nel credente l’impegno di vita e il desiderio di seguire l’esempio del Buon Pastore per essere sempre nella gioia.

Interpretare la propria vita come risposta alla vocazione pasquale che il Signore rivolge ad ogni persona , significa passare attraverso la porta sicura che è Cristo, significa affidarsi al pastore buono che conosce la strada adatta per ciascuno di noi.

Gesù è il Buon pastore che conosce tutte le sue pecorelle e le chiama per nome. Oggi ci chiama a seguirlo, a fidarsi di lui, a credere e perciò a vivere il ritornello del salmo responsoriale: "Il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla".

Gesù, prima di designarsi come Pastore, si presenta come la porta. La porta indica accoglienza quando è aperta, protezione quando è chiusa. Gesù è l’unica porta che dà l'accesso vero al Regno di Dio. Passare per la "Porta-Gesù" significa aderire a lui, diventare suoi amici, sceglierlo come maestro, accoglierlo come la "strada" sulla quale noi vogliamo camminare verso il bello, verso il bene. Significa diventare, insieme a lui, costruttori del suo Regno di giustizia e di pace dove tutti gli uomini possano sentirsi fratelli e sorelle.

In questa 4a domenica di Pasqua in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni Benedetto XVI propone alla riflessione e alla preghiera delle comunità cristiane il tema: “L’annuncio -proposta vocazionale nella chiesa locale”.

Il Signore non manca di chiamare, in tutte le stagioni della vita, a condividere la sua missione e a servire la Chiesa nel ministero ordinato e nella vita consacrata ma anche nella vocazione laicale , che si basa sui sacramenti dell’iniziazione cristiana:battesimo, cresima ed eucaristia, con la quale viene comunicata e alimentata quella carità verso Dio e gli uomini che è l'anima ogni apostolato.

E’ necessario riscoprire la comunità cristiana come un fuoco che arde e dona luce e calore, esprimendo con gioia la propria interiore vitalità e coerenza di vita.

Il sorgere delle vocazioni di speciale consacrazione, ma anche di vocazioni di laici impegnati ad animare le realtà temporali , è segno della vitalità, della fede e dell’amore delle nostre comunità ecclesiali.

Ogni vocazione è sempre iniziativa di Dio che ci chiama a seguire Gesù, il Buon Pastore. Anche oggi, la sequela di Cristo è impegnativa; vuol dire imparare a tenere lo sguardo fisso su Gesù, a conoscerlo intimamente, ad ascoltarlo nella Parola e a incontrarlo nei Sacramenti; vuol dire imparare a conformare la propria volontà alla Sua e a sentirsi corresponsabili della missione della Chiesa.

Il Rettor Maggiore Don Pascual Chavez nella presentazione della strenna 2011 ha detto: “Evangelizzazione e vocazione sono così due elementi inseparabili. Anzi, criterio di autenticità di una buona evangelizzazione è la sua capacità di suscitare vocazioni, di maturare progetti di vita evangelica, di coinvolgere completamente la persona di coloro che sono evangelizzati sino a renderli discepoli ed apostoli.”

La formazione dei fedeli laici ha come obiettivo fondamentale la scoperta sempre più chiara della propria vocazione e la disponibilità sempre più grande a viverla nel compimento della propria missione, a servizio della carità di Cristo Buon Pastore.

La vocazione e missione personale di ognuno definisce la dignità e la responsabilità dell'intera opera formativa, ordinata al riconoscimento gioioso e grato di tale dignità e all'assolvimento fedele e generoso di tale responsabilità.

Come singoli e come associazione siete chiamati ad approfondire e verificare la vostra scelta di vivere il battesimo seguendo la strada tracciata da Don Bosco e le esigenze che essa comporta.

La risposta alla vocazione per voi laici è cercare il regno di Dio e rendere presente e operosa la Chiesa trattando le cose temporali e orientandole secondo Dio.

Siete chiamati ad essere testimoni di Gesù Cristo risorto speranza del mondo implicati nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la vostra esistenza è intessuta.

La predicazione del Vangelo di Gesù porta i discepoli ad anticipare il futuro rinnovando i rapporti reciproci nel mondo della famiglia, del lavoro, della politica alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa.

Mi pare importante ribadire questo oggi che ricorre il 120° anniversario della pubblicazione della Rerum Novarum da parte di leone XIII e il 30° anniversario della Laborem exercens del beato Giovanni Paolo II.

Vale anche per ciascuno di voi l’appello lanciato sabato scorso da Benedetto XVI ad Aquileia a suscitare “una nuova generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilità dirette in vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico, capaci di “edificare una buona vita a favore e servizio di tutti.

In questo decennio che la Chiesa italiana ha dedicato ad “educare alla vita buona del vangelo” la vostra associazione, facendo tesoro del metodo educativo di Don Bosco, è chiamata ad offrire a tutti ed in particolare ai giovani un servizio pedagogico ricco di amore e fonte di gioia.

Maria Ausiliatrice , modello di ogni fedele laico, sia vostra maestra e guida e vi aiuti a rispondere alla chiamata alla santità che Dio rivolge a ciascuno di voi.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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