giovedì 2 giugno 2011

Referendum. SI per l'acqua bene pubblico. Intervista a Riccardo Petrella, presidente Istituto Europeo per la ricerca sulla politica dell'acqua.

dal blog di Beppe Grillo

Sono felice. Il referendum sul nucleare si terrà il 12 e 13 giugno insieme alla privatizzazione dell'acqua e al legittimo impedimento. Nessuno deve tirarsi indietro. Qui si fa il quorum o si muore. Non è un modo dire. Si potrà morire di radiazioni tra qualche anno o di sete da subito, per chi non può permettersi di pagare l'acqua maggiorata dai privati. Il nucleare è la miccia per andare a votare, ma il referendum fondamentale è quello per l'acqua pubblica, promosso in modo quasi miracoloso da movimenti di cittadini osteggiati da tutti i partiti con le mani in pasta con le lobby dell'acqua a partire dall'Emilia Romagna. Se otteniamo il quorum l'Italia può cambiare. Nessuno si tiri indietro e convinca amici, mogli, mariti, figli, padri, suocere e nonni a votare per il SI a tutti i referendum. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.



Intervista a Riccardo Petrella, presidente Istituto Europeo per la ricerca sulla politica dell'acqua, Bruxelles.


Cosa cambierà con il sì all' acqua pubblica
Blog: E' notizia di poche ore fa che la Corte di Cassazione ha confermato la validità dei quesiti referendari, a suo avviso cosa cambierà in Italia se passerà il referendum nella gestione dell’acqua pubblica?

Riccardo Petrella: Cambieranno molte cose da un punto di vista politico – culturale, poi fattualmente bisognerà operare tutta una serie di provvedimenti affinché poi le cose cambino realmente, però da un punto di vista dell’approvazione di questi referendum si abrogherà tutta una serie di disposizioni che hanno fatto sì che in Italia ci sia una situazione assai scandalosa e inaccettabile del fatto che un bene come l’acqua e i servizi idriciche sono legati a questo bene che è essenziale e insostituibile per la vita, siano affidati obbligatoriamente a dei soggetti privati, a dire: un principio un po’ assurdo di dire che solo il privato, il primo referendum abrogherebbe queste cose, solo il privato è autorizzato secondo la legislazione attuale, introdotto nel 2009 dal governo Berlusconi, solo il privato è titolato a gestire un servizio idrico così essenziale e insostituibile per la vita che è basato sull’acqua, questa è una cosa notevole se si riesce a fare approvare il primo referendum che abrogherebbe queste disposizioni, l’unico paese che ha raggiunto lo stesso livello di privatizzazione, di discredito del pubblico di noi cittadini è l’Inghilterra, ora quindi la legislazione Prodi approvata da un Parlamento e approvata a nome dello Stato, dice che lo Stato è incapace, non può gestire un bene come l’acqua, è straordinario, è una cosa inconcepibile che addirittura i parlamentari stessi dicono: noi pubblico non possiamo gestire, solo il privato può gestire. La seconda cosa che mi sembra importante da un punto di vista politico – culturale, è rigettare questa monetizzazione, mercificazione dell’acqua e quindi della vita che è introdotta nelle disposizioni legislative che dicono che a ogni modo, secondo la legislazione uno non ha più diritto all’acqua, ha il dovere di pagare, se uno vuole avere il diritto all’acqua, l’accesso all’acqua deve pagare e allora si è fissata una tariffa, la quale dice, secondo le ultime disposizioni legislative, questa tariffa, il prezzo che noi allora, non più i cittadini, ma noi consumatori d’acqua dobbiamo pagare per avere l’accesso all’acqua potabile e all’acqua per l’igiene, deve, questo prezzo, contenere una parte che è quella della remunerazione del capitale investito e siccome c’è l’obbligo che sia solo un soggetto privato che gestisca, questo significa che c’è quindi una legge che dice che il capitale privato, che sono legittimato a gestire l’acqua dei servizi idrici, ha il diritto di avere una tariffa, di fissare un prezzo che gli permetta di avere come minimo 7% di profitto, cosa si vuole come espressione becera, incivile di una sottomissione mercantile del diritto alla vita attraverso il diritto all’acqua come questa che dice che si legittima, anzi la tariffa deve permettere un profitto per il capitale privato, queste due cose…

Blog: Ad oggi in Italia quali sono le regioni e i comuni più importanti in cui la gestione è già in mano ai privati?

Riccardo Petrella: Questa è una domanda interessante perché legalmente ancora la maggior parte delle gestioni in Italia, sono assicurate da società per azioni che però è sempre un soggetto privato, a capitale totalmente pubblico o a predominanza pubblica, per cui il 60% grosso modo, ora non entriamo nei dettagli, dei servizi idrici in Italia sono gestiti da società di diritto privato che hanno capitale pubblico e quindi di lì c’è una gestione pubblica, in realtà anche queste società a capitale interamente pubblico, a causa della disposizione che dice che bisogna fare una tariffa che debba essere la base di copertura di tutti i costi del servizio idrico, per cui non ci può essere per esempio un intervento da parte del bilancio di un comune o dal bilancio da parte di una Regione o del bilancio dello Stato, i servizi idrici in Italia devono essere finanziati attraverso la tariffa. Le leggi hanno imposto a partire dal primo gennaio ora, l’obbligatorietà del soggetto privato, questa tariffa deve permettere di coprire tutti i costi di produzione compresi anche gli investimenti, allora…


Le Regioni che hanno privatizzato la gestione dell' acqua
Blog: Le Regioni e i Comuni più importanti che già operano in questo senso quali sono?

Riccardo Petrella: Se lei vuole avere, per esempio in Lombardia una legge anche regionale ha aperto alla privatizzazione quasi completa dei servizi idrici, nel Veneto altrettanto, perché in Toscana per esempio, in Emilia Romagna… tutte sono gestite da società che sono addirittura in borsa, lei pensi che in Emilia Romagna che è il cosiddetto cittadella storica dei comuni gestiti da tradizione socialista e comunista e che erano ben gestiti, sono ora completamente dominati da una grande intesa società per azioni quotate in borsa, quindi privata, tutta privatizzata e così lo stesso succede in Toscana, succede anche in Piemonte, succede ora anche in Liguria, quindi pian, piano si deve essere precisi che formalmente si può dire il 60% dei servizi idrici sono ancora in mano pubblica, in realtà anche le società per azioni in mano pubblica applicano delle logiche private e sono in una logica di privatizzazione del servizio, se non addirittura anche quando sono di origine pubblica come in Emilia Romagna e in Toscana, sono addirittura delle opere che operano in borsa e quindi rispondono unicamente a una logica privata.

Blog: Quali sono i partiti che sostengono questo tipo di approccio alla gestione dell’acqua e per quali motivi l’appoggiano?

Riccardo Petrella: Se notiamo la tendenza verso la privatizzazione è stata sostenuta da tutti i partiti, compresi anche i partiti di sinistra, detti progressisti, essi hanno favorito obbedendo a una cultura favorevole alla modernizzazione industriale dei servizi pubblici, obbedendo a questa cultura hanno favorito la privatizzazione e la mercificazione dell’acqua, in realtà per esempio se prendiamo DS o Margherita prima quella sotto l’ultimo Governo Prodi, questi partiti erano favorevoli alla privatizzazione dei servizi pubblici locali, compreso l’acqua, anche se invece sappiamo che l’acqua fu l’unico servizio pubblico locale che secondo l’accordo di formazione dell’ultimo Governo Prodi, doveva essere escluso, però la tendenza da parte dei partiti detti di sinistra è stata quella favorevole alla privatizzazione. In effetti il movimento dell’acqua è fuori dai partiti, si è sviluppato molte volte anche in disaccordo perché i partiti non volevano questo movimento, i partiti hanno messo ostacoli, anche i partiti di sinistra è solo recentemente che i partiti detti anche di sinistra hanno appoggiato l’iniziativa del referendum, cioè a dire che solo da una settimana che formalmente, per esempio il PD ha dato il suo accordo al referendum, ma fino a una settimana fa era solo la base che era favorevole. Il PD non ha mai sostenuto formalmente, anzi a manifestato riserve notevoli sia sull’iniziativa della legge nazionale sull’acqua di natura popolare che è stata fatta nel 2007, sia nella campagna referendaria.

Blog: Quali sono i motivi per cui sostengono la privatizzazione anche i partiti di sinistra?

Riccardo Petrella: Perché sono stati obbligati anche se appoggiano per motivi di interesse elettorale immediato il referendum. Sono stati obbligati a questa cultura favorevole a dire che ormai l’efficienza, l’efficacia e l’economicità di un servizio passa attraverso una gestione del privato e attraverso le regole del mercato, a dire: l’apertura al mercato, alla cultura e al mercato è una delle caratteristiche fondamentali dell’evoluzione politica – ideologica dei partiti di sinistra degli ultimi 20/30 anni. Quando per esempio spesso Jospin in Francia era candidato alla Presidenza della Repubblica, perse anche l’appoggio dell’elettorato di sinistra perché aveva detto che il suo progetto non era socialista e che lui era favorevole all’economia di mercato, ancora recentemente, personalmente ho avuto un dibattito con Felipe Gonzales, il quale ex Ministro socialista spagnolo, Primo Ministro, il quale dichiarava che non c’è democrazia senza mercato e non c’è alternativa al capitalismo, questi sono pilastri di scelte ideologiche e culturali fatte negli ultimi 30 anni dalla sinistra europea, quella detta moderata e che ha condotto questa sinistra a accettare l’inevitabilità dell’apertura ai meccanismi di mercato del funzionamento di tutti i servizi pubblici locali, che è stato un grande sbaglio storico da parte di queste forze, perché così facendo hanno spostato l’asse della legittimità dei diritti e del vivere insieme democratico e socialmente giusto, l’asse per la cultura dei diritti e doveri e della responsabilità a ciascuno di noi, verso invece l’asse del consumo, dei bisogni di consumo e del potere di acquisto e quindi l’asse verso la ricchezza individuale come sola condizione di garanzie di sicurezza dell’esistenza.



La reazione delle multinazionali dell'acqua (espandi
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Blog: Adesso come reagiranno allora le varie aziende come Hera, Veolia, Smat che oggi gestiscono l’acqua pubblica? Dovesse passare il referendum come reagiranno?

Riccardo Petrella: Bene inteso loro perderanno forza, perderanno potere, come qualora sono stati buttati fuori Veolia e Suez dalla gestione dell’acqua a Parigi, come Veolia ora si trova in grosse difficoltà per poter mantenere il contratto di gestione dell’acqua di Berlino, come sono state buttate fuori da Atlanta negli Stati Uniti o da Santafè in Argentina, queste imprese tenteranno di recuperare altrove e in altri paesi o in altri settori la loro capacità di produrre ricchezze e dividendi per i loro azionisti. Reagiranno tentando di delegittimare le decisioni, però poi dovranno adattarsi e cercheranno di influenzare attraverso l’Europa per esempio, meccanismi di indebolimento della capacità degli stati, dei comuni e delle regioni di gestire in maniera autonoma e partecipata i servizi idrici con gli altri servizi pubblici locali, penso che sarà una batosta anche se per il momento loro sono in un’ondata di trionfalismo non giustificato, tra l’altro perché stanno preparando il loro grande Festival del Forum mondiale dell’acqua di marzo 2012 a Marsiglia, proprio nel cuore della sede delle grandi imprese multinazionali private francesi che praticamente dominano il campo dell’acqua a livello mondiale e loro erano riusciti negli ultimi tempi a acquisire una legittimità di essere i soggetti e il luogo dove si discute e si fanno scelte in campo idrico, quello che mi sembra molto importante invece che sarà più penalizzato, però secondo me se lo merita, più penalizzata è la Commissione Europea dell’Unione Europea, la quale Commissione europea non fa altro da 20 anni che proclamare, pur lasciando poi e dovendo lasciare poi gli stati membri decidere liberamente ma ne è sovrana il regime di proprietà dei servizi pubblici locali, sta invece da 20 anni spingendo per la privatizzazione di tutti i servizi pubblici, è favorevole alla mercificazione dell’acqua, ancora recentemente un commissario europeo ha detto che l’acqua è una merce e io spero, sono convinto che i risultati del referendum in Italia, possa finalmente essere una grande fonte di impulso affinché al Parlamento europeo, ci possano essere i parlamentari europei che prendono di nuovo una posizione per dire: basta la Commissione Europea che afferma delle cose che invece non possono essere affermabili perché la mercificazione dell’acqua, significa mercificazione della vita. Spero che i referendum contribuiranno soprattutto a incidere positivamente sulla modifica della cultura dominante per i gruppi economici e sociali europei attuali.



Il futuro è Parigi (espandi
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Blog: Un ultimo punto, giusto una battuta su Parigi che l’acqua l’ha ripubblicizzata, cos’è capitato dopo la ripubblicizzazione?

Riccardo Petrella: Secondo i dati le tariffe sono già diminuite in 5 mesi del 39%, il che significa che il tasso di profitto ingiustificato che le due grandi compagnie che si erano spartite secondo logica dei mercati concorrenziali, invece quando acchiappano il mercato sono strutture oligopolistiche o monopolistiche da privati. Questo significa che se Eau de Paris ha potuto diminuire le tariffe senza avere ricevuto per il momento nessun pagamento anticipato significa che il tasso di profitto delle due società private prima che si assicuravano era un tasso esorbitante e era un tasso ingiustificato, il che mostra che mai nel passato ogni qualvolta che le imprese private si sono impossessate dei servizi, mai i prezzi sono diminuiti, contrariamente a quanto invece loro dicono sempre che se li privatizza ci sarà più economicità, meno perdite, prezzi meno elevati, più efficacia, più trasparenza, è tutto il contrario! La storia delle privatizzazioni negli Stati Uniti, in Europa, in Asia, in Africa dimostra che A) non c’è mai maggiore trasparenza, anzi la gente poi non capisce più la fattura, non capisce più come funzionano i prezzi, non partecipa mai alle decisioni, gli azionisti non contano nulla, i piccoli azionisti, la trasparenza non c’è mai, ci sono strutture di potere segrete che dominano il mercato. B) Non c’è mai diminuzione dei prezzi, anzi i prezzi aumentano sistematicamente, le tariffe dappertutto sono aumentate dal 20 anche al 300% come in Bolivia o come in Argentina; C) le fatture, tutto l’investimento diventa oggetto di compromessi, corruzione e invece di pretendere che il privato non subisca i fenomeni di collusione politica, di corruzione che sarebbero tipiche, secondo certe culture oggi dominanti e ingiustificate. Il privato è sempre invece il luogo dove le cose di corruzione, di corruzione dei poteri pubblici, sono le più evidenti. D) Addirittura contrariamente a quanto affermano sempre, la qualità dei servizi non aumenta, anzi la qualità dei servizi aumenta forse per alcune categorie istituzionali che possono permettersi di pagare sempre di più una quantità considerevole d’acqua perché solo se si consuma un’impresa privata può fare reddito, se il consumo dell’acqua diminuisce, l’acqua potabile e i privati non possono aumentare le tariffe, perdono, è come se avere un milione di auto vendute, ne vendessero 800 mila, quindi ecco che il fatto che il consumo debba essere necessariamente una ragione affinché la gestione dell’acqua da un privato diventi economica, redditizia, mostra come una privatizzazione dell’acqua e la sua mercificazione vanno anche contro tutti i principi di un rapporto ecologico sano e sostenibile tra gli esseri umani e la principale fonte d’aria della vita che è l’acqua.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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