mercoledì 6 luglio 2011

DIRITTO DI REPLICA di Salvatore Sciandra

Epistula semiseria di un non animalista 

- Condanno senza se e senza ma la solidarietà di casta, soprattutto quella che vede protagonista dei giornalisti, professionisti o pubblicisti, iscritti o meno all’albo; che dietro il principio dell’autonomia e della libertà d’informazione, riconoscono alle loro idee un’unica spinta propulsiva: l’ipse dixit;
- Condanno senza se e senza ma tutti coloro i quali assumono posizioni personali in difesa di persone a loro vicine, senza pertanto avere udito le ragioni della controparte;


- Condanno senza se e senza ma tutti coloro i quali non sanno mai andare al di là delle ragioni e dei torti dei singoli, pur portando in bella vista il vessillo della tolleranza, dell’umiltà e dell’obbiettività;
- Condanno senza se e senza ma tutti quelli che, in difesa della libertà di opinione, pensano di potere dire ciò che vogliono e come vogliono, sostenendo che il tutto sia loro garantito dai principi inalienabili stabiliti dalle democrazie, piuttosto che dalla degenerazione interpretativa di essi;
- Condanno senza se e senza ma tutti quei giornalisti, pubblicisti e professionisti iscritti o meno all’albo, che pretendono apoditticamente di avere riconosciuto omnia ubique il diritto di cronaca e d’informazione, deprecano ’intolleranza e atteggiamenti mafiosi di non importa chi, ma non resistono alla tentazione compiacente di far esplodere tutto il loro machismo e gallismo proferendo frasi del tipo: - se fossi stato presente io, non sarebbe finita così…-;
- Condanno senza se e senza ma tutti coloro i quali fanno un uso improprio delle parole, ne estendono o ne limitato il significato e il valore oltre le due applicazioni immediate del sensu proprio e lato sensu;
- Condanno senza se e senza ma tutti quelli che hanno deciso di usare le parole per il proprio lavoro e non hanno mai sentito parlare di Carlo Emilio Gadda e della sua capacità di nominare le cose;
- Condanno senza se e senza ma tutti gli episodi di avvelenamento, passati presenti e futuri, avvenuti sul nostro territorio e su ogni altro;
- Condanno senza se e senza ma tutti coloro i quali (in particolare gli organi d’informazione) hanno voluto creare, all’ombra del problema del randagismo, una parte e una controparte, come se si stesse redigendo un saggio per il quale è doveroso analizzare tesi e antitesi;
- Condanno senza se e senza ma tutti coloro i quali son talmente miopi da non rendersi conto che i randagi, accuditi o no, docili o aggressivi, di ogni taglia e misura e di ogni età, sono solo delle vittime;
- Condanno senza se e senza ma tutti coloro i quali si ostinano a sostenere che, al di là dei diritti degli animali, e dei randagi in particolare, siano prevalenti gli effetti da essi derivanti, dimenticando che la precarietà della sicurezza, dell’igiene e del decoro urbano, sono la conseguenza di uno stesso problema che ha come responsabile l’uomo, senza smentita di sorta;
-Condanno senza se e senza ma tutti coloro i quali stentano a capire, chissà se in buona fede, che eliminando le cause del problema in maniera civile e legale, si eliminerebbero anche gli effetti;
- Condanno senza se e senza ma tutti coloro i quali dietro alla premessa Io amo gli animali mettono un però;
- Condanno, senza se e senza ma tutti quelli che, usando questa congiunzione dal marcato valore avversativo, mal celano ipocritamente la loro insofferenza e il loro odio per gli animali.
P a r    C o n d i c i o
- Condanno senza se e senza ma tutti quei cani randagi che non usano i vespasiani o i bagni pubblici, e pertanto costituiscono la causa principale e unica del degrado di alcune zone della città, di piazza Boris Giuliano in particolare, celebre per l’ordine, la pulizia e per il pregio del verde pubblico in essa giacente;
- Condanno senza se e senza ma tutti quei randagi che disseminano i sacchetti della spazzatura su tutto il territorio comunale, dimentichi che, se questi sono posti dai residenti ai piedi di contenitori per il pattume, vuoti e aperti, là devono giacere:
- Condanno senza se e senza ma tutti quei randagi che non procedono a una seppur limitata raccolta differenziata, magari del vetro, della plastica e della carta, così come è d’abitudine ai cittadini di residenza domestica e commerciale della città, soprattutto di Piazza Boris Giuliano, o che in essa vi sostano nelle ore diuturne e notturne, e che mai penserebbero a deturpare il decoro urbano e il verde pubblico, con bottiglie, bicchieri (interi o in frantumi poco importa) e contenitori vari, in vetro o in plastica;
- Condanno senza se e senza ma tutti quei randagi che, violando le parti condominiali dei domicili privati, si abbandonano a momenti di convivio, dimentichi oltretutto di eliminare i resti di tale socialità;
- Condanno senza se e senza ma tutti quei cani randagi, che dopo aver fatto abuso di alcool o di paradisi artificiali, rendono pubblico e disponibile al domicilio dei residenti, di piazza Boris Giuliano in particolare, la conseguenza del loro travaglio intestinale;
- Condanno senza se e senza ma tutti quei randagi che abbaiano di notte, noncuranti di ledere il giusto diritto al riposo e alla tranquillità dei residenti di Piazza Boris Giuliano e delle zone limitrofe, notoriamente e acclaratamente famose per la loro tranquillità notturna, da ambite oasi di riposo;
- Condanno senza se e senza ma tutti coloro i quali danno sostentamento, cura e affetto ai randagi, si preoccupano di non lasciarli morire di fame, di malattia e di avvelenamento e protestano se alcuni di essi cadono sotto i colpi di arma da fuoco (ignari che, disavvenendo a queste ultime e semplici prescrizioni, si ritarda la risoluzione di un problema, che altrimenti avrebbe un decorso e un esito naturale);
 - Condanno senza se e senza ma tutti i bambini, i ragazzi e gli adulti che, il diciotto ultimo scorso, hanno sprecato le loro lacrime e si son prodigati per le sorti del randagio simbolo di piazza Boris Giuliano, tale Macchia (ostinato nella decisione di suicidarsi per solidarietà alla specie), dimentichi di aver leso il giusto, dovuto e sacrosanto diritto di cronaca e di precedenza sugli interventi di pronto soccorso (e magari in passato sulle attività d’indagine degli organi di polizia) a qualcuno che, recatosi prontamente e discretamente/(more solito) sul luogo, tentava di avvalersene inutilmente (diritto sancito dalla Costituzione e dal Consiglio Nazionale Dell’Ordine Dei Giornalisti);
- Condanno senza se e senza ma tutti coloro i quali protestano perché non capiscono che, in nome del diritto d’informazione e della libertà di stampa, sul luogo del delitto si può rubare la scena anche al morto;
- Condanno senza se e senza ma quelli che non hanno immediatamente compreso e apprezzato l’intervento del responsabile del servizio veterinario dell’A.S.P. di Enna operante in città;
- Condanno senza se e senza ma tutti i presenti, e il Dottor Befumo in particolare, che quel giorno, e con il loro prodigarsi, hanno disatteso le legittime aspettative di chi sperava in una celere morte dell’animale.
P.Q.M.
-Assolvo senza se e senza ma tutte quelle Amministrazione comunali, lungimiranti e oculate che, hanno atteso con certosina pazienza che il fastidioso problema del randagismo (e gli effetti a esso connessi) implodesse motu proprio, provocando gli ultimi risolutivi accadimenti di recente cronaca, resistendo indefessamente in merito al martellamento giornaliero e obiettivo di certa stampa indipendente locale.
Piazza Armerina, 3 luglio 2011                               
                                                                                      Salvatore Sciandra

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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