Caro Carmelo,
ti ringrazio per la tua lettera che mi permette di chiarire come la penso.
Premetto che dal punto di vista personale non ho nulla contro Lina, che ritengo una persona che fa il suo lavoro con passione. Su di lei, da parte mia, non esiste nessun pregiudizio personale, come ti ho più volte ribadito a quattr’occhi.
Il problema è un altro, ossia quello che Lina rappresenta sotto il profilo politico e cioè le “vecchie logiche” di cui ho parlato nel brevissimo post che tu giudichi pregiudiziale e capzioso.
Infatti, ritengo, come ho sempre detto, che candidare il fratello al consiglio comunale e fare eleggere il marito, Saro Palermo, ex sindaco degli anni 80, nella direzione provinciale del partito, rappresenta una sorta di occupazione del potere di tipo familiare che non ha nulla a che vedere con le “nuove logiche” che tu, in parte, rappresenti.
ti ringrazio per la tua lettera che mi permette di chiarire come la penso.
Premetto che dal punto di vista personale non ho nulla contro Lina, che ritengo una persona che fa il suo lavoro con passione. Su di lei, da parte mia, non esiste nessun pregiudizio personale, come ti ho più volte ribadito a quattr’occhi.
Il problema è un altro, ossia quello che Lina rappresenta sotto il profilo politico e cioè le “vecchie logiche” di cui ho parlato nel brevissimo post che tu giudichi pregiudiziale e capzioso.
Infatti, ritengo, come ho sempre detto, che candidare il fratello al consiglio comunale e fare eleggere il marito, Saro Palermo, ex sindaco degli anni 80, nella direzione provinciale del partito, rappresenta una sorta di occupazione del potere di tipo familiare che non ha nulla a che vedere con le “nuove logiche” che tu, in parte, rappresenti.
Caro Carmelo, non è un problema di interpretazione di norme, come tu hai scritto: se è giusto che si dimetta il fratello piuttosto che la sorella. Semmai la questione è intendere una nuova etica politica, lontana dalle logiche di occupazione familiare del potere, che noi della sinistra siamo bravi a criticare e altrettanto bravi (ahimè) a far finta di non vedere quando avvengono tra le nostre fila.
Se c'è pregiudizio è sul modo di fare politica. Non voglio entrare nel merito, adesso, dei vizi clientelari di cui Lina, insieme ad altri componenti della tua giunta, in particolare Teodoro e Lillo, sono vittime: la triste vicenda degli scrutatori è emblematica. Piuttosto mi interessa sviluppare un altro pensiero, sul quale voglio cogliere l’occasione per confrontarmi con te a viso aperto.
Gli oltre 7000 piazzesi che ti hanno votato lo hanno fatto perché hanno visto in te l’uomo che poteva guidare la città nel futuro, l’uomo colto in grado interpretare il cambiamento, l’uomo attorno al quale costruire la nuova classe dirigente della città dopo le fallimentari esperienze precedenti, in particolare quella di Ivan Velardita.
Ma, nel corso della tua legislatura, il tuo agire è stato caratterizzato da una sorta di politica del doppio binario.
In un binario il sindaco, cioè tu, che ha sviluppato una politica di lunga visione, con alcuni obiettivi importanti raggiunti come la piattaforma del SIMPA, l’apertura della Pinacoteca, la grande produzione progettuale e il lavoro di mediazione che stai portando avanti per riposizionare meglio la nostra Piazza nello scacchiere della politica regionale. Di questo io ti dò merito.
Nell’altro binario la politica dei tuoi assessori, lontana dalla tua visione di lungo periodo che stanno consolidando il loro elettorato attraverso la gestione ordinaria dei loro settori, senza rappresentare nulla di nuovo rispetto al passato, soprattutto nel metodo di fare politica: Teodoro, Lina e Lillo che fanno da maestri e gli altri che vanno a traino.
Innocenzo fa quello che può, Giuseppe Di Prima, che doveva rappresentare il nuovo, si è dimostrato quasi insignificante sotto il profilo politico e continua a gestire un settore strategico per una una città turistica come il verde pubblico, con grande approssimazione.
Tanino è un tecnico che – come lui stesso dice – è prestato alla politica e politica non ne fa.
Questa doppia “faccia” della tua amministrazione crea confusione ai cittadini e inficia la credibilità della tua azione. E’ veramente un grande peccato!
In molti ti hanno votato perché vedevano in te il leader attorno la quale poteva crescere una nuova classe dirigente, lontana dai fantasmi del passato.
Tu pensi che la classe dirigente rappresentata dai tuoi collaboratori sia quello che questa città vuole?
Io ho molti dubbi.
Ormai sono passati 4 anni dalla tua elezione, frutto della fiducia in te riposta non solo dal PD, ma anche da un movimento molto più allargato di persone. Di quel grande movimento percepisco che molti non ti sono più vicini, anche quelli del tuo stesso partito. Si è consolidata con la tua amministrazione un’area a “mò” di fortino rappresentata da un paio di gruppi storici della sinistra ennese, quelli che fanno riferimento a Mirello Crisafulli ed Elio Galvagno. Tutto vecchio, per intenderci. Tanti altri si sentono lontani.
Carmelo, è necessaria una svolta.
Non è possibile interpretare il cambiamento a metà. Non è possibile e neanche credibile.
Non è possibile avere idee innovative ed amministrare quasi esclusivamente con persone della vecchia politica. Amministrare oggi non è facile, lo so.
La città ha bisogno che il tuo impegno sia più incentrato nel valorizzare una classe dirigente nuova per dare sostenibilità a idee nuove, lontane dalle logiche del “notabilato” politico, e vicine alla società dei diritti e dei doveri. Su questa strada sono certo troverai la vicinanza di molti.