sabato 7 gennaio 2012

Da "Arai" di Novembre 2011


IL MADRIGALE
“Prevenire è meglio che curare”
Era venerdì 23 settembre 1994 quando l’assessore alla sanità dell’epoca illustrava ai Presidenti della provincia la bozza del Piano Sanitario regionale .Il documento , in un' ottica di razionalizzazione delle risorse sanitaria e della rete ospedaliera , penalizzava fortemente il presidio di Piazza Armerina classificandolo Ospedale di Comunità , i posti letto diminuivano da 225 a 153 con la chiusura dei reparti di cardiologia-urologia-nefrologia e otorinolaringoiatria.
Sono trascorsi ben 17 anni, si sono succedute ben cinque Amministrazioni comunali, poco o nulla è cambiato da quella fatidica data, rimane aperto il reparto di nefrologia ma chiude quello di ostetricia. Sapevamo che prima o poi l’ostetricia avrebbe chiuso i battenti perché quindi sorprenderci? E’legittimo indignarci ma è ridicolo adesso gridare “al lupo, al lupo”. La città, apparentemente unita nella protesta contro il Direttore dell’ASP 4 , mero esecutore di ordini, in realtà sulla vicenda ospedale è rimasta in questi 17 anni abbastanza distaccata . Si doveva protestare prima, con determinazione contro quella parte della politica che ha varato il piano di rientro e che ha fissato cinicamente parametri aziendali con logiche aritmetiche rigidamente applicate da manager super pagati (sich!).
Les jeux sont faits – rien ne va plus - è il caso di dire.
Oggi impietosamente , su questa melodrammatica vicenda, emergono conflittualità, contraddizioni e paradossi al limite del ridicolo:
Politici dell’MPA solidarizzano con i manifestanti pur sapendo che il decreto assessoriale sulla sanità è figlio di questo partito.
Il piazzese ( delle ultime generazioni) è buono a criticare, a piagnucolare , a prendersela con gli ennesi (in particolare) per ogni presunto scippo perpetrato ma guarda caso poi sono gli stessi piazzesi a suffragare di voti i candidati forestieri . Mai una volta che ci sia stata una serena ed obiettiva autocritica per la nostra atavica incapacità a saper essere uniti ricostruendo quella identità culturale, politica e sociale tramandata dagli illustri antenati. Quante volte abbiamo sentito parlare delle continue liti d’invidia e gelosia del personale sanitario? Quante volte un parente , o un amico o noi stessi abbiamo preferito recarci “fuori” per far nascere i nostri figli o perché non ci sentivamo molto garantiti? Critiche e dubbi legittimi perché la salute è un bene prezioso che va tutelato e soprattutto va affidato a chi non ha mai dimenticato il giuramento d’Ippocrate e lo applica sempre con umiltà e competenza così come fanno quei medici che in silenzio e con grande professionalità svolgono al Chiello il loro lavoro in reparti d’eccellenza, avulsi dal prendere tessere di partito ad ogni cambio di manager e che oggi insieme a questi reparti più di altri dovremmo garantire.
I discorsi di questo periodo, sono intrisi per lo più di retorica pretestuosa, di passerella mediatica dove qualcuno, con la testa alla poltrona della sala delle luci, testa “la platea” con attenzione al livello dell’applausometro. Il gran movimento organizzato dai quartieri è encomiabile ad essi va il merito di aver sollecitato l’orgoglio cittadino organizzando cortei e comizi riempendo il “vuoto” lasciato libero dall’apatico e imborghesito sindaco che sulla vicenda ospedale ha mostrato incertezze e debolezze imperdonabili annullando di fatto l’immagine del rivoluzionario di sinistra dei tempi migliori. Il Sindaco si è mosso poco e male . Ha perso la splendida occasione di coagulare attorno a se il consenso popolare , lasciando il passo ad altri e poco importa se alla fine non sarebbe riuscito nell’intento. Il Natale è alle porte , si respira aria vacanziera e tra qualche settimana, passata l’onda lunga della protesta , di ospedale non si parlerà più. Siccome l’unica cosa che è rimasta a Piazza è la Curia vescovile , prima che ci chiudano anche questa, a titolo preventivo ,cominciamo a protestare ….. non ci coglieranno impreparati.


Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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