Il recente congresso straordinario del 2012, che con questa appendice di oggi completa in suo iter, deve costituire il rilancio dell’attività politica del partito a livello locale.
Con questa frase inizia il documento del congresso straordinario. Ora parlare di rilancio dell’attività del partito sottintende che un partito ci sia stato e la sua azione nel tempo si sia affievolita e per tanto vada recuperato l’antico slancio.
Ma io ritengo che un partito nel senso vero del termine in questi anni non ci sia stato.
Pertanto più che di rilancio io direi che questo congresso deve essere un’occasione per la rifondazione su una base finalmente unitaria del nostro partito.
Vorrei a questo proposito fare una cronistoria degli ultimi 5 anni del PD locale.
Il PD nasce nell’ottobre 2007 e nasce male.
Non solo è presente una forte contrapposizione tra i due partiti che si accingono a fondersi nel PD, ma forti contrapposizioni sono presenti all’interno dei singoli partiti.
Non a caso infatti vengono presentate ben due liste Veltroni e non a caso una parte della Margherita appoggia una delle due liste Veltroni e un’altra parte si contrappone con le liste Letta e Bindi.
Il coordinamento dei 110 viene fatto con grandissime difficoltà, tanto che tutto l’accordo sembra saltare un giorno prima dell’elezione del coordinamento.
Nel Maggio del 2008 con la vittoria del nostro partito, il nostro neo eletto sindaco nel suo primo intervento in una sezione piena di militanti parla di condivisione delle scelte e di compartecipazione alla amministrazione della città.
Tutto ciò in realtà non si è mai realizzato, per lunghi periodi il partito non è neppure esistito, non ci fu, per lunghi mesi, né segretario né direttivo.
In questi quattro anni ben due coordinatori si sono dimessi anzitempo e un terzo è stato sfiduciato da noi tutti, compresa una larga parte di coloro che avevano contribuito alla sua elezione.
Ben cinque consiglieri eletti nelle liste del PD siedono oggi nei banchi dell’opposizione.
Il partito per lungo tempo non è stato il luogo dove ci si confronta e ci si contrappone ma le critiche, le prese di posizione e le accuse anche gravi sono state trasmesse direttamente ai mezzi di comunicazione.
Ancora, la nascita del PD e la candidatura del Sindaco Nigrelli aveva visto l’avvicinarsi con entusiasmo di molte persone appartenenti alla società civile; oggi dobbiamo registrare che la quasi totalità di quella gente non è più nel partito.
Ci è pure capitato di vedere, in questi anni, l’aberrazione di un segretario del PD che, in modo più o meno palese, ha sponsorizzato ed appoggiato una mozione di sfiducia contro un sindaco del PD.
Insomma il nostro partito sin dalla sua travagliata nascita ha vissuto in una situazione di conflittualità permanente che ha sicuramente indebolito l’azione amministrativa, che ne ha danneggiato l’immagine e che, in ultima analisi, ne ha ridotto enormemente le potenzialità di crescita.
Per questi motivi io penso che oggi non sia una esagerazione parlare di rifondazione del nostro partito.
Con questa breve analisi del recente passato non intendo ricercare ne le cause ne i colpevoli di questo grave danno, perché in qualche modo tutti, con i nostri comportamenti abbiamo contribuito alla realizzazione di tale situazione, seppure ovviamente con gradi di responsabilità diverse.
Considerando lo scenario che ho appena descritto il compito di questa segreteria è a dir poco difficile; tuttavia non mi sono voluto tirare indietro, non tanto perché confido nelle mie capacità taumaturgiche, ho infatti piena coscienza dei miei limiti, né tantomeno perché tenga a mettermi sul petto la medaglietta di segretario, (forse sarebbe meglio dire la croce) ma ho deciso di affrontare questa impresa perché rinunciare sarebbe stata una scelta senza prospettive, avrebbe significato continuare a perpetuare scontri e divisioni, dire no avrebbe significato rinunciare anche alla speranza di intervenire per correggere la deriva in cui si è avvitato il partito.
Come sapete, nell’ambito della discussione precongressuale ho proposto scelte e cambiamenti ben più profondi e incisivi; queste proposte giuste o sbagliate che fossero erano comunque finalizzate al recupero di credibilità di questo partito.
Tuttavia l’apertura alla mia segreteria penso sia interpretabile anche come un segnale di consapevolezza, da parte di tutti, della necessità di riprendere le fila di un discorso interrotto o forse mai iniziato.
Avverto la consapevolezza della necessità di unire le nostre forze, della necessità di ripristinare comportamenti virtuosi, da cui tutti trarremo benefici.
Avverto la piena coscienza da parte di tutti noi di dover superare antichi pregiudizi e antiche diffidenze.
Il partito che io intendo promuovere dovrà, finalmente, essere il luogo dove si operano le scelte e dove si progetta il futuro non dei singoli, ma del nostro paese; deve essere il luogo dove avvengono le contrapposizioni e dove si realizza una indispensabile sintesi a cui tutti dovranno attenersi.
Solo così tutti noi, anche chi non avrà ruoli istituzionali e finanche l’ultimo degli iscritti potrà dare il proprio contributo, potrà mettere a disposizione della città la propria intelligenza ed esperienza.
Solo così per tutti avrà senso essere un iscritto al partito e solo così il nostro partito potrà essere un polo di attrazione per i tanti che si sono allontanati e, soprattutto, per i più che non si sono mai avvicinati ad un partito.
Provare a rifondare, in questo senso, il nostro partito è un obbligo morale che ciascuno di noi deve sentire nei confronti della nostra città, perché se il PD fallisce non c’è una vera alternativa politica a cui affidare il futuro della nostra città.
Le forze del centro-destra, a cui infatti consegneremmo il paese, sono un insieme di gruppi senza progettualità alcuna se non la mera conquista del potere.
All’interno del nostro partito ci sono capacità ed intelligenze per promuovere la crescita culturale, economica e sociale della nostra città.
Occorre che ciascuno di noi abbia l’ambizione, non di ricoprire ruoli o cariche, ma di contribuire alla rinascita ed allo sviluppo del nostro paese attraverso lo strumento della politica e del partito.
Il partito dovrà essere un luogo dove gruppi e correnti siano si presenti, ma che siano gruppi e correnti che si aggreghino attorno a delle idee e progetti concreti.
Il giudizio sull’operato dell’amministrazione Nigrelli non può essere che fortemente positivo, non solo perché nonostante il difficile contesto in cui ha operato (politico ed economico), ha realizzato gran parte del programma presentato nel 2008, ma anche perchè ha saputo attivare una grande quantità di progetti i cui risultati solo da poco tempo iniziano ad essere apprezzabili e lo saranno ancora di più in un prossimo futuro; progetti che essendo in grado di promuovere una reale crescita economica e sociale della nostra città sono necessariamente dei progetti a lungo termine.
La mancanza di un partito in questi quattro anni non ha permesso la divulgazione ai cittadini dei risultati ottenuti dall’amministrazione Nigrelli, pertanto il partito dovrà immediatamente attivarsi, cercando di recuperare il gap informativo promuovendo la diffusione della conoscenza di tutte le progettualità che sono state attivate e soprattutto degli esiti che tali progettualità determineranno negli anni a venire nella collettività.
Al tempo stesso il partito dovrà essere da stimolo per l’attività amministrativa laddove si individuano aree dei deficit di intervento, specie in quei settori della vita quotidiana che determinano la vivibilità della comunità e che essendo di immediato riscontro da parte di tutti sono in grado di spostare consenso in quella parte di cittadinanza meno abituate a valutare progetti a lungo termine.
Presto in seno al partito dovrà iniziare una fase programmatica che partendo dalla valutazione dei progetti realizzati da questa amministrazione e da quelli in itinere disegni il nuovo programma con cui ci sottoporremo al giudizio elettorale nel 2013.
Questa fase programmatica interna dovrà sfociare in una assemblea politica-programmatica pubblica con cui il partito si confronterà con la cittadinanza, con le forze sociali, con le categorie economiche e con altre forze politiche, al fine di stabilire alleanze che necessariamente dovranno essere fondate sulla costruzione e sulla condivisione di un progetto.
Ciò che propongo è di stabilire alleanze non esclusivamente sulla base delle sigle o sulla base di formule che importiamo da esperienze regionali o nazionali, ma le alleanze dovranno essere basate sulla condivisione di una precisa base politico programmatico, che veda al centro il nostro sindaco ed un programma condiviso.
Tuttavia la sfida più difficile che questa segreteria dovrà affrontare non è la non facile riconferma della vittoria amministrativa del 2008 nella tornata elettorale del 2013, ma sarà quella di coniugare un indispensabile rinnovamento e ricambio dei quadri di questo partito, penso anche alla cronica assenza di giovani e di donne, con una giusta valorizzazione di coloro che in questi anni, hanno maturato esperienze e hanno speso energie nel partito e nel governo della città.
Il ricambio ed il rinnovamento sono indispensabili per stimolare cambiamenti profondi della cultura politica: mi riferisco ad esempio alla ricerca del consenso, che deve passare dalla ricerca del singolo consenso alla ricerca di un consenso collettivo.
Cioè voglio dire che il modo con cui la politica in genere spesso ha cercato il consenso è stato quello di prendere provvedimenti, compiere atti, operare delle scelte tese a favorire il singolo individuo o la singola categoria, al fine di acquisirne il consenso, a discapito dell’interesse generale. La netta sensazione che ho è che questo meccanismo sia destinato ad incepparsi.
L’alto tasso di astensionismo e il fenomeno delle liste GRILLO in tutta Italia sono il chiaro segnale del rifiuto di una politica cosi come l’abbiamo conosciuta finora.
Noi dobbiamo attrezzarci per affrontare questi cambiamenti che si stanno realizzando nella nostra società.
Non possiamo non avvertire una condizione di profondo disorientamento e di confusione che pervade la base del partito in seguito alle divisioni apparentemente insanabili relativamente alle scelte de PD regionale in riferimento all’appoggio dato al governo Lombardo e agli scontri oggi presenti tra esponenti di rilievo del partito. Il terreno di confronto è la direzione regionale a Palermo ma inevitabilmente si riverberano anche negli ambiti locali infatti una parte degli eventi che si sono verificati nel nostro ambito sono interpretabili come il riflesso di una battaglia che si svolge altrove.
Noi se riusciremo ad attuare quanto sopra detto daremo il nostro contributo ad indicare la strada del cambiamento e del rinnovamento necessario per affrontare le sfide future che il PD dovrà affrontare.
Giafranco La Porta