domenica 20 maggio 2012

Ecco il libro di Antonio Finocchiato. Piazzese trasferito a Roma

Carissimo Agostino

Mi chiamo Antonino Finocchiaro. Leggo quasi quotidianamente il tuo blog e per me, piazzese per "matrimonio" ma attualmente a Roma, è un modo per rimanere ancorato alle gioie e, aimè, ai dolori di una città così bella come Piazza Armerina.
Ti scrivo per chiederti la cortesia di informare dell'uscita del mio libro "il paradigmo contrattuale nell'islam"...che ti allego alla presente mail. Lungi dall' avere un fine publicitario, la mia richiesta ha solo un fine culturale..se per cultura si intende "l'enciclopedia del saper fare oggetto di comune condivisione".
codialmente
Antonino Finocchiaro



Che cos‘è il matrimonio islamico? Un semplice assunto contrattuale o cela una propria natura sacrale, una impronta religiosa che caratterizza i suoi significati più salienti e rende il vincolo qualcosa di ben più profondo di una mera stipula? L‘informazione meno approfondita spesso presenta la scelta più facile ovvero quella di un matrimonio islamico concepito come un semplice contratto, una parentesi che lascia incomprensibili e quindi inaccettabili linee d‘ombra, inidonei a garantire alle parti, soprattutto alle donne, una “giusta tutela”, quella sorta di nocciolo duro di diritti e doveri, assunta come non più suscettibile di declinazione alcuna. Questi studi, nel tentativo di introdurre gli aspetti più importanti del matrimonio islamico, anche attraverso la presentazione di esempi pratici di contratti matrimoniali, cercano di aprire una finestra sul dato sacrale dell‘unione, sottolineandone l'importanza che la stessa ha sulle più profonde articolazioni, anche su quelle più nascoste e di difficile comprensione, del matrimonio islamico e le garanzie dallo stesso riconosciute volte a tutelare soprattutto quelle che appaiono come le parti più deboli, ovvero le donne. Per l‘autore una più attenta comprensione dell‘ istituto, che assume sempre più importanza in un contesto multiculturale come quello in cui viviamo, rappresenta un irrinunciabile passo avanti per l‘elaborazione di un linguaggio istituzionale in grado di includere le differenze culturali. È innegabile, infatti, che l‘istituto del matrimonio rappresenti un crocevia necessario per convogliare le istanze di riconoscimento di chi interpreta la propria diversità culturale. 

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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