Mi chiamo Antonino Finocchiaro. Leggo quasi quotidianamente il tuo blog e per me, piazzese per "matrimonio" ma attualmente a Roma, è un modo per rimanere ancorato alle gioie e, aimè, ai dolori di una città così bella come Piazza Armerina.
Ti scrivo per chiederti la cortesia di informare dell'uscita del mio libro "il paradigmo contrattuale nell'islam"...che ti allego alla presente mail. Lungi dall' avere un fine publicitario, la mia richiesta ha solo un fine culturale..se per cultura si intende "l'enciclopedia del saper fare oggetto di comune condivisione".
codialmente
Antonino Finocchiaro
Che cos‘è il matrimonio islamico? Un semplice assunto
contrattuale o cela una propria natura sacrale, una impronta religiosa che
caratterizza i suoi significati più salienti e rende il vincolo qualcosa di ben
più profondo di una mera stipula? L‘informazione meno approfondita spesso
presenta la scelta più facile ovvero quella di un matrimonio islamico concepito
come un semplice contratto, una parentesi che lascia incomprensibili e quindi
inaccettabili linee d‘ombra, inidonei a garantire alle parti, soprattutto alle
donne, una “giusta tutela”, quella sorta di nocciolo duro di diritti e doveri,
assunta come non più suscettibile di declinazione alcuna. Questi studi, nel
tentativo di introdurre gli aspetti più importanti del matrimonio islamico,
anche attraverso la presentazione di esempi pratici di contratti matrimoniali,
cercano di aprire una finestra sul dato sacrale dell‘unione, sottolineandone
l'importanza che la stessa ha sulle più profonde articolazioni, anche su quelle
più nascoste e di difficile comprensione, del matrimonio islamico e le garanzie
dallo stesso riconosciute volte a tutelare soprattutto quelle che appaiono come
le parti più deboli, ovvero le donne. Per l‘autore una più attenta comprensione
dell‘ istituto, che assume sempre più importanza in un contesto multiculturale
come quello in cui viviamo, rappresenta un irrinunciabile passo avanti per
l‘elaborazione di un linguaggio istituzionale in grado di includere le
differenze culturali. È innegabile, infatti, che l‘istituto del matrimonio
rappresenti un crocevia necessario per convogliare le istanze di riconoscimento
di chi interpreta la propria diversità culturale.