martedì 22 maggio 2012

Ricerca religiosa sulla diocesi di Piazza Armerina.


In questi ultimi cinque anni il Centro Studi sulle Nuove Religioni ha condotto nella Diocesi di Piazza Armerina una serie di ricerche socio-religiose sulle appartenenze, sulle pratiche religiose e sulle credenze non solo della maggioranza che si professa cattolica, ma anche delle minoranze religiose. Con questa nuova ricerca si cerca di completare il quadro attraverso un’indagine sulla consistenza e della complessità del fenomeno delle minoranze non religiose[1].

 Coloro che vengono etichetatti con la categoria negativa di “non credenti” o di “atei”  non sono una categoria omogenea ma variegata,come già avevano sottolineato  i padri conciliari del Vaticano II nella Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo[2] elencando varie forme di ateismo:      l’agnosticismo, la negazione esplicita di Dio, il ripudio di una immagine di dio che non corrisponde al Dio del vangelo,  l’indifferenza religiosa,  il clima  materialista della civiltà moderna che allontana da Dio.
Le variegate categorie di persone non credenti  oggetto della presente indagine vengono definiti “Gentili senza cortile”  per distinguerli dagli intellettuali non credenti  alla ricerca di un significato della vita ,  incuriositi dalla Chiesa cattolica e  disposti a forme di dialogo con i credenti . Costoro sono gli interlocutori privilegiati del “Cortile dei Gentili “ come è stata chiamata l’iniziativa nata per volere di Benedetto XVI e portata avanti dal Card.Gianfranco Ravasi e dai suoi colalboratori del Pontificio  Consiglio per la Cultura,  con la quale la Chiesa ha deciso di impegnarsi in una nuova fase di dialogo fra credenti e non credenti.
In questa ricerca vengono distinte diverse categorie  di atei più o meno lontani, ostili ed indifferenti alla fede in Dio.
 Gli  atei “forti” che professano un “ateismo sistematico”[3]   ispirato ad ideologie  del secolo scorso , rinforzato ma non creato dalla pubblicità dei  “nuovi atei” con il loro atteggiamento ostile alla Chiesa spesso  altezzoso , polemico ,  ironico e irriverente. 
 Da questi si disstinguono gli atei “deboli” che si dichiarano indifferenti alla religione, (5,0% del campione), più numerosi degli  atei”forti” (2,4%),  che però ricevono più attenzione nei dibattiti televisivi o nelle pagine culturali dei giornali.
 La maggioranza di  degli  atei “deboli”  più diffusa fra gli anziani, le donne, le persone meno colte pratica un ateismo “disimpegnato”(48,4% delle risposte)  ritenendo che le difficoltà della vita di oggi soprattutto in questo momento di grave crisi, non lascino  tempo e spazio alla religione.  Questo dato mostra come spesso la Chiesa e  le altre comunità religiose non  non sono percepite come capaci di  dare una risposta di senso  a partire dalla fede ai problemi e ai bisogni della vita quotidiana.
C’è poi un ateismo  definito “cinico”(29,6% delle risposte) più presente fra i giovani, gli uomini, le persone più istruite per  i quali il denaro, il potere,  il piacere sfrenato, il successo in amore  o negli affari  sono i nuovi idoli che hanno sostituito vecchi   dei pagani , scacciando il Dio cristiano ed abbandonando la Chiesa.
Il poeta  Thomas  Stearns Eliot aveva  amaramente constatato:" Mi sembra che qualcosa sia accaduto, che non è mai accaduto prima: sebbene non si sappia quando o perché o come o dove.Gli uomini  hanno abbandonato dio non per altri dei, dicono, ma per nessun dio; e questo non era mai accaduto prima che gli uomini negassero gli dei e adorassero gli dei professando innanzitutto la ragione e poi il Denaro, il Potere, e ciò che chiamano Vita, o Razza, o Dialettica.La Chiesa ripudiata, la torre abbattuta, le campane capovolte; cosa possiamo fare se non restare con le mani vuote e le palme aperte rivolte verso l'alto in un'età che avanza indietro progressivamente?Deserto e vuoto. E le tenebre sopra la faccia della terra. E' la Chiesa che ha abbandonato l'umanità o è l'umanità che ha abbandonato la Chiesa?  Quando la Chiesa non è più considerata e neanche contrastata e gli uomini hanno dimenticato tutti gli dei, salvo l'Usura, la Lussuria e il Potere".[4]
Il pastore protestante Dietrich Bonhoeffer pur criticando  il “dio tappabuchi”  invocato da alcuni credenti nelel situazioni limite, in una lettera dal carcere del 21 luglio del 1944, prendeva le distanze dal “piatto e banale  essere di questo mondo degli illuminati, degli indaffarati, degli indifferenti o dei lascivi”.[5]
Tra i più giovani che  don Armando Matteo ha chiamato “la prima generazione incredula”[6] risulta più diffuso  l’ateismo  “debole” e la posizione  forse influenzata da mode culturali come quelle del  New Age o di filosofie orientali di chi si dichiara «spirituale, ma non religioso» il 6,1%,.
             Esistono poi “ i  lontani dalle forme istituzionali della religione”  che però non si  proclamano atei, ma anzi si dichiarano credenti o anche cattolici. Questi “atei cattolici” sono persone che  professano per cosi dire un cattolicesimo meramente culturale che danno per scontato senza porsi ulteriori interrogativi  sui contenuti della fede e senza preoccuparsi dell’incoerenza sul piano della pratica religiosa.  Questi “lontani”, sommando le persone che si dichiarano “spirituali ma non religiose” e quelle che “credono, ma non partecipano attivamente alla vita religiosa” sono il 63,4% del campione, con differenze non significative fra maschi e femmine, ma con un aumento correlato sia all’istruzione sia all’età, Sommando agli atei questi “lontani” si arriva al 70,8%.
Per quanta riguarda queste percentuali  si tratta di dati indicativi in quanto le distinzioni fra  le varie forme di non credenza e di credenza religiosa sono più sfumate e labili di quanto comunemente si creda.
Questa  ricerca, rispondendo all’istanza del Vaticano II “di scoprire le ragioni della negazione di Dio che si nascondono nella mente degli atei”[7], ha inteso anche accertare le cause dell’ateismo o comunque della lontananza dalla Chiesa.
           Molti sono facilmente esposti alla propaganda mediatica contro la religione (33%)e rimangono fortemente colpiti dalle suggestioni ostili sulle “ricchezze” della Chiesa(23%) spesso identificata con il Vaticano , sul triste  anche se non genaralizzato fenomeno dei preti pedofili(21%) o non accetatno gli insegnamenti morali della Chiesa cattolica(18%).
Anche se la causa del disinteresse per la religione  sta spesso nella vita degli stessi non credenti, non bisogna dimenticare   quanto affermato dal Concilio Vaticano II:”[ …]nella genesi dell'ateismo possono contribuire non poco i credenti, nella misura in cui, per aver trascurato di educare la propria fede, o per una presentazione ingannevole della dottrina, od anche per i difetti della propria vita religiosa, morale e sociale, si deve dire piuttosto che nascondono e non che manifestano il genuino volto di Dio e della religione”[8]..
 Il fenomeno della non credenza può paradossalmente esercitare una funzione catartica su credenti obbligndoli  a superare false immagini di Dio.
 E’ interessante a porposito quanto disse  il beato Giovanni Paolo II  all’Università di Palermo il 20 novembre 1982: “ Cari Signori, so bene che la realtà di Cristo ci supera, che essa non ha facilità di accesso nel pensiero dei non credenti. Ma oso anche dire che tutti oggi potremmo fermarci pensosi dinanzi alla figura di Gesù, se alcuni cristiani talora non avessero contraffatto il suo vero volto. Perciò vi prego: come uomini di cultura, liberate Cristo da tutte le incrostazioni, le strumentalizzazioni, le appropriazioni indebite. Operate in tal senso: solo questo Cristo rivelato nella giusta luce ha diritto di farsi cercare da ogni uomo di buona volontà. Sono profondamente consapevole che è primario dovere della Chiesa e dei credenti restituire a tutta l’umanità la vera immagine del Cristo”[9].
Per quanto riguarda l’atteggiamento della Chiesa nei confronti nel fenomeno dell’ateismo la Gaudium et Spes afferma che “La Chiesa pur respingendo in maniera assoluta l'ateismo, tuttavia riconosce sinceramente che tutti gli uomini, credenti e non credenti, devono contribuire alla giusta costruzione di questo mondo, entro il quale si trovano a vivere insieme: ciò, sicuramente, non può avvenire senza un leale e prudente dialogo”.[10] Per un autentico dialogo vanno esclusi i fondamentalismi e gli integralismi come l’indifferenza e la superficialità e va evitato il sincretismo religioso e l’eclettismo ideologico.
Quanto agli atei La Chiesa cattolica “ li invita cortesemente a volere prendere in considerazione il Vangelo di Cristo con animo aperto”[11].
      Il rimedio all'ateismo suggerisce il Vaticano II:” lo si deve attendere sia dall'esposizione adeguata della dottrina della Chiesa, sia dalla purezza della vita di essa e dei suoi membri[…]con la testimonianza di una fede viva e adulta, vale a dire opportunamente formata a riconoscere in maniera lucida le difficoltà e capace di superarle”[12].
Non si tratta dunque di limitarsi di cercare valori comuni al ribasso ma di suscitare  e  di tenere desta la ricerca attorno alla questione di Dio sul quale nessuno è autorizzato a negare che ci si debbano porre domande e che si tratti di un caso serio.
Soprattutto di tratta per i cattolici  di rispondere alla sfida dell’ateismo contemporaneo impegnandosi nell’avventura di “ una nuova evangelizazzione per ricoprire la gioia del credere e ritrovare l’entusiamo nel comunicare la fede”[13].
Nel ringraziare  il direttore CESNUR Massimo Introvigne e il vicedirettore PierLuigi Zoccatelli,  assieme ad Alberto Maira e Mihaela Ibanisteanu, per  questo complesso e faticoso lavoro di ricerca, mi auguro che  i risultati possano essere utili non solo ai sociologi della religione ma anche a coloro che sono chiamati a rispondere  alla sfida che il fenomeno della non credenza pone ai credenti in Dio.


X   Michele Pennisi
Vescovo di Piazza Armerina



[1] Sul complesso e variegato fenomeno dell’ateismo  cfr. l’opera in quattro volumi :L’ateismo contemporaneo, a cura delal Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Salesiana di Roma, SEI, Torino 1967.
[2] Cfr. Gaudium et Spes n.19, in Enchiridion Vaticanum, Documenti ; Il Concilio Vaticano II, Edizioni Dehoniane, Bologna,1966 n.1374.
[3] Cfr. Gaudium et Spes n.20, ivi, n.1376-77
[4] T.S. Eliot, Cori da “La Rocca”, BUR, Milano 1994,p.101.
[5] D. Bonhoeffer, Resistenza e Resa. Lettere ed appunti dal carcere, Bompiani, Milano 1969,p.268.
[6] A. Matteo, La prima generazione incredula, Rubettino, Soveria Mannelli, 2010.
[7] Gaudium et Spes n.21, in Enchiridion Vaticanum, Documenti ; Il Concilio Vaticano II, Edizioni Dehoniane, Bologna,1966 n.1379.
[8] Gaudium et Spes n.19, ivi, n.1375.

[9] L’Osservatore Romano,22-23 novembre 1982,3.
[10] Gaudium et Spes, n.21, in Enchiridion Vaticanum, cit.,n.1383
[11] L.c.
[12] Gaudium et Spes n.21, ivi, n.1382.
[13] Benedetto XVI, Porta fidei, lettera apostolica in forma di Motu proprio,n.7.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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