La recente ondata emozionale dell’incendio che ha cancellato ettari ed ettari del bosco Bellia ha, avuto, come inevitabile appendice, il sollevarsi di una giusta ondata di indignazione popolare accompagnata dalle grida tipiche della caccia all’untore di manzoniana memoria. Ormai Sant’Agata è bruciata, giusto per citare un conosciuto proverbio del catanese, quindi piangersi addosso su tutto quello che poteva essere ma non è stato fatto, appare inutile. Immaginiamo allora ed ipotizziamo qualche via di fuga promozionale e progettuale per evitare di ricadere nella trappola dei mariuoli che hanno martoriato l’oasi verde dei cittadini piazzesi, pugnalando al cuore il nostro comune sentire, la nostra identità locale, ben rappresentata dal patrimonio boschivo della contrada Bellia con annessi e connessi.
Mi sovviene tra le mani, del tutto casualmente, un vecchio numero di una bella rivista edita nella nostra città, alcuni anni orsono, diciamo una ventina, dove narrando di un progetto Città, cioè di come potrà essere la vita a Piazza Armerina nel breve e nel medio termine se uomini onesti e capaci saranno chiamati ad amministrala, si descrivono i tre poli di sviluppo possibile per Piazza Armerina, individuati nel centro storico, nella Villa Romana del Casale, nella riserva naturale orientata Rossomanno- Grottascura- Bellia forte di circa duemila ettari estensione di stucchevole bellezza. Ma se sulla Villa, patrimonio dell’umanità sono stati consumati fiumi d’inchiostro, idem sul nostro centro storico, considerato giustappunto come un punto fondamentale per la ripresa dell’economia sociale e culturale della città e leit motiv dell’ultimo PRG in fase di attuazione, pur con i suoi limiti e le sue normali deficienze, sul terzo punto, il bosco, ben poco è stato scritto e fatto. E sempre in una cultura emergenziale e mai del programma e delle prospettive per il futuro a venire. Piccoli interventi tampone, tanta buona volontà dei gruppi di volontari locali, molte cure lasciate ai frequentatori abituali dei percorsi naturalistici ma niente di niente, nessuna azione mirata a far risorgere il terzo settore trainante, almeno potenzialmente, per la nostra città a vocazione turistico-naturalistica. Premesso che io le aree attrezzate e sorvegliate per le comitive di turisti in transito e di passaggio per la Villa li realizzerei nei pressi delle aree boschive fuori città , e non di certo con mega parcheggi in centro abitato, credo che adesso, approssimandosi le prossime elezioni comunali, poco meno di un anno all’appello, sia giunto il momento di far scoccare qualche freccia dall’arco delle forze politiche cittadine, per far si ché prendano impegni solenni e fattibili e dicano, in concreto,cosa volere fare e come fare, affinché i nostri boschi da problema divengano risorsa. Sulla Villa si è investito e molto, del centro storico si è narrato da un decennio, cito in ultimo la Pinacoteca ed il SIMPA, soluzione di rinascita sbandierate come foriere di nuovi orizzonti economici per la città dei mosaici, ed io me lo auguro di cuore, non resta che prendere di petto, il terzo nodo: i boschi. Come è da studiare bene ed attentamente. Certo ipotizzare un impegno solenne per eliminare gli alberi danneggiati dagli incendi e dal taglio delle piante vecchie, operare i reimpianti, quindi produzione ed utilizzo di manodopera per tagliare il vecchio e piantare il nuovo, curare i punti di avvistamento e di ristoro, ripristinare i viali taglia fuoco ed installare sistemi di videosorveglianza efficienti., individuare nel contempo aree destinate ad ospitare strutture ricreative e ricettive, in armonia con le prescrizioni della riserva naturalistica. Privati, Comune, Ispettorato Foreste, Comunità Europea potrebbero creare quella sinergia vera che farebbe rivivere i boschi, da problema che angustia a soluzione per la crescita dell’economia locale. Il tutto nel pieno rispetto della legalità e nei limiti di una sana compatibilità con l’ambiente circostante. Non sono chimere ma elementi di seria riflessione nell’ambito di un patto di crescita e sviluppo di cui Piazza ha un asfissiante bisogno per esistere.
Circolo Legalità &
Sviluppo
Il Presidente
Ranieri
Luca Ferrara