A pochi giorni dalle elezioni ho fissato alcune riflessioni sulle motivazioni del voto e vorrei condividerle.
Il voto , come tutti sanno, é un diritto-dovere ma una certa cultura politica, sempre più interessata al "non voto", lo ha trasformato in un fatto discrezionale che rischia di far salire al 50% l'astensionismo elettorale.
Escludendo ogni valutazione sulle posizioni di chi fa politica attiva o sul voto di scambio o sui pacchetti di voto manovrati e dirottati anche all'ultima ora per cambiare le sorti di un candidato, ritengo che oggi la scelta del voto sia determinata da queste motivazioni : convenienza o interesse personale, condivisione di valori e programmi, stima e fiducia nel candidato, adesione emotiva, , appartenenza ad una determinata categoria sociale e, infine , il voto di protesta. Ecco una breve analisi per ciascuna motivazione.
a)
Convenienza o interesse personale sono le motivazioni di chi fa parte della cerchia di amici, parenti e più che conoscenti del
candidato, di chi lo sostiene nella sottintesa certezza di poterne avere vantaggi , certi o probabili comunque diretti
e non intermediati ; in questo caso si fa parte del comitato elettorale
allargato; il candidato si vota
indipendentemente dalla reale possibilità che venga eletto perché col voto gli si dà forza contrattuale all'interno del partito che lo ha schierato; stesse motivazioni quando si conosce personalmente il candidato e si pensa che avendone
bisogno si può chiedergli di essere
aiutati; o quando si é ricevuta
dal candidato la promessa di favore
ben preciso e individuato ; o ancora quando
si accetta l'indicazione di amici che si ritiene possono assicurare un contatto col candidato che,
sia pure indiretto , può essere
all'occorrenza utile; ovviamente in questo contesto ritroviamo anche
chi é riconoscente per
favori già ricevuti e , per
questo, fa parte del " parco clienti" che é sempre
aperto in entrata;
b)
Condivisione di valori , ideali
e programmi politici :
- in questo caso difficilmente
si esprimono preferenze per i candidati,
ammesso che sia consentito
farlo; questo é il voto più
disinteressato e più libero e come tale
può cambiare nel tempo ; ritengo che questo tipo di
voto si sia rarefatto
perché valori, ideali e programmi
sono rimasti troppo spesso sulla carta o nei propositi dei partiti per
essere invece largamente offuscati da
una malcelata pratica di sistemi illegali rivolti al conseguimento d'
interessi personali e privati. Succede
così che questa scelta "per condivisione" diventi sempre più la scelta del male minore o delle ennesime speranze mal riposte ( il
famoso "mi turo il naso e voto DC " di Montanelli );
c) il voto per stima e fiducia
personale nel candidato ,
indipendentemente dalla sua appartenenza politica, é una scelta che si verifica
spesso nelle competizioni elettorali locali dove é più facile la conoscenza
dei candidati; é un voto libero quando non é condizionato da
interessi personali e costituisce
un'alternativa per chi
normalmente vota per condivisione
di ideali e programmi ;
d) per
adesione emotiva costituisce forse la scelta più diffusa soprattutto a
livello di elezioni politiche; é attivata dai meccanismi psicologici instaurati
dai dibattiti televisivi dove i
rappresentanti dei vari partiti si confrontano e si propongono a milioni di
elettori per attrarli a sostegno delle loro posizioni politiche ; per semplificare é la scelta dell'elettore
trasformato in tifoso di partiti che,
come squadre di calcio, si
affrontano , anziché in uno stadio, in
uno studio televisivo partecipando con i
propri leader a quei talk show dove vince chi é più persuasivo , più capace di
attivare nel telespettatore processi
d'identificazione che costituiranno la
molla principale delle sue future scelte elettorali. Trattandosi di un
voto emotivo é fortemente legato al carisma del leader di
riferimento e alla sua presenza sul
proscenio politico ( si pensi al possibile dissolvimento del PDL
semmai Berlusconi decidesse di
non candidarsi ) ;
c) l'appartenenza ad una categoria
sociale è stata, in passato, la motivazione principale dell'adesione di milioni di operai al partito
comunista ; oggi la classe operaia ha
perso la sua connotazione ideologica e unitaria e si è trasformata nella classe
dei lavoratori dipendenti e dei pensionati inps, socialmente più vasta ma politicamente
sgretolata e senza un peso politico unitario, quella che solitamente viene
definita "la classe dei soliti noti" ; più compatto é invece il senso di appartenenza delle classi
sociali del lavoro autonomo (professionisti, industriali, imprenditori,
commercianti e artigiani) le cui scelte
sono particolarmente orientate verso i partiti che garantiscono maggiore tutela ai loro interessi di categoria
. Molto consistente ma politicamente inesistente é , infine, la categoria dei disoccupati, inoccupati,
precari, lavoratori in nero, casalinghe e giovani senza futuro che da sempre
costituisce un bacino di voti a cui i partiti attingono a piene mani con promesse
sempre uguali e sempre puntualmente disattese.
Capitalisti, banchieri, manager,
alti dirigenti di stato e faccendieri costituiscono, infine, una categoria sociale a sé che si diversifica nelle varie "cricche"
legatissime al Potere che sanno bene per
chi votare o far votare.
e) per finire c'é il voto per protesta o
di protesta.
Quello che si dà ai partiti
o ai movimenti che vogliono cambiare
tutto e si propongono come alternativa assoluta e innovativa rispetto allo
status quo.
E' stato spesso un voto molto consistente ma
anche molto frazionato e dispersivo; per questo
é risultato quasi sempre inefficace e inconcludente .
Storicamente in Italia esiste solo il caso della Lega come esempio di
una forza politica che é riuscita a trasformarsi da movimento di protesta in
partito di governo con risultati eccellenti soprattutto a livello territoriale
. Vedremo con i prossimi test elettorali quanto i recenti scandali interni che hanno investito la leadership di questo partito possono averne deteriorato l'immagine
e il consenso.
Oggi, il Movimento dei Grillini
si muove in questo solco protestatario ed é tutto da verificare se saprà
resistere alla prova dei fatti o se la
sua protesta e le sue proposte si scioglieranno nel fallimento delle prime
esperienze di governo. In ogni caso é
auspicabile che l' eventuale successo
possa determinare, come risultato
collaterale, uno scossone alle strutture
dei partiti tradizionali producendo al loro interno prima un reset
generalizzato e dopo una ricostruzione su nuovi pilastri di onestà, trasparenza
e democraticità.
A quanti hanno deciso di
votare e forse sanno già per chi
votare spero di avere dato qualche spunto di
riflessione per cambiare o confermare la loro scelta in una prospettiva di coerenza con i propri
interessi di cittadino e con le
proprie speranze in un futuro migliore
per sé e per tutti i Siciliani.
Alla prossima, dedicata ai non Votanti.