martedì 26 febbraio 2013

DonneInsieme ospite di R. Iacona a “PresaDiretta”

di Rossella Murella
Come si fa a passare dall’amore all’annientamento fisico?
Con questa domanda domenica sera su Rai3 Riccardo Iacona ha aperto la puntata “Strage di donne” di PresaDiretta sulla violenza domestica, un fenomeno in crescita che ormai colpisce a tutte le latitudini e in tutti gli ambienti sociali.
Il viaggio di Iacona parte dal cuore della Sicilia, proprio da Enna, dove Vanessa Scialfa, appena ventenne, è stata uccisa, il 24 aprile 2012: si tratta della 43esima donna uccisa in Italia dall’inizio dell’anno; 43 donne in 105 giorni.
Ad uccidere Vanessa è stato il suo fidanzato, Francesco Lo Presti, un uomo di 34 anni. Con lui Vanessa conviveva da soli tre mesi. Dopo averla uccisa, Francesco getta il corpo in campagna e dice a tutti che Vanessa è scappata. Per due giorni la cercano parenti, amici e tutte le televisioni, locali e nazionali. Ben presto si scopre che la ragazza è stata strangolata dal fidanzato con un cavo elettrico, poi soffocata con un fazzoletto imbevuto di candeggina.
Riccardo Iacona a Piazza Armerina incontra Maria Grasso, che ha aperto l’unico sportello antiviolenza esistente in tutta la provincia di Enna: da poche, concise risposte si capisce subito che il lavoro è tantissimo e che Maria Grasso e le 58 socie, tutte volontarie, vanno avanti autotassandosi, senza ricevere quei finanziamenti che potrebbero permettere loro di aprire una casa rifugio per i casi di emergenza.
360 sono le donne uccise in Italia, dal 2008 al 2011. L’associazione di Maria Grasso ha voluto ricordarle con una istallazione di scarpe da donna: 360 paia di scarpe, simbolo silenzioso ma potentemente fisico delle donne che oggi non ci sono più: madri, mogli, nonne, sorelle, figlie, amiche. Ogni donna che viene uccisa rappresenta una maglia importante del tessuto sociale che viene strappata via dalla violenza domestica.

Il viaggio di Riccardo Iacona continua a Paternò, in provincia di Catania, dove è avvenuto l’omicidio di Enza Anicito, uccisa dal suo ex compagno davanti alla figlia Sonia; da Scicli proviene la storia di Rosa Trovato, strangolata dal marito: colpisce la complicità della famiglia, dei vicini, dell’ambiente in cui vivevano, che sapevano dei maltrattamenti e nulla hanno fatto per salvare questa donna. L’indifferenza uccide più della violenza, uccide due volte. Si tratta di una vera e propria strage, una “strage di donne”.

Sono moltissime le donne che nel 2012 si erano rivolte alle forze dell’ordine denunciando gli uomini che poi le avrebbero uccise: Sabrina Blotti, uccisa a Cesena a colpi di pistola per strada a sangue freddo dal suo ex compagno; Stefania Mighali, uccisa insieme alla figlia di otto anni, la suocera disabile e il cognato dal marito Pietro Fiorentino; e tante altre donne, uccise non per strada, da sconosciuti, ma tra le mura domestiche, dai loro cari. Tutte queste donne potevano essere salvate, ma lo Stato non ha protetto la loro vita proprio nel momento in cui gliel'avevano affidata.

Riccardo Iacona continua con le sue domande, che sono delle riflessioni: “Chiedo agli uomini che stanno a casa: ci possiamo riconoscere anche solo in parte in questo racconto? Anche quelli di noi che non hanno mai alzato la mano contro la propria donna: quante volte siamo rimasti senza parole? quanti di noi hanno usato le urla come scorciatoia, quando non hai più gli argomenti per controbattere?“

Sono 7 milioni le donne italiane che almeno una volta nella loro vita hanno subito una qualche forma di violenza: lo stabilisce una statistica fatta dall’Istat nel 2007, prima e ultima indagine mai fatta.
“Non sappiamo neanche i numeri veri della violenza, così come non sappiamo con precisione quante sono i numeri del femminicidio. Questo perchè manca un Osservatorio sulla violenza di genere. Eppure quante cose concrete, quante buone pratiche politiche si potrebbero mettere in campo per arginare la violenza di cui sono vittime le donne? Ma da noi anche quelle previste per legge non si fanno: la legge sullo stalking approvata nel 2009 prevede l’esistenza di una fitta rete di centri e sportelli antiviolenza.”
Ma dal Nord al Sud, la percentuale di case rifugio e di posti letto cala vertiginosamente.

Riccardo Iacona continuerà ad andare in giro per l’Italia con il suo libro, “Se questi sono gli uomini”, che è il risultato del viaggio che ha compiuto la scorsa estate tra i centri antiviolenza.



Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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