Carissimi Confratelli, Illustri autorità, fratelli e sorelle,
Oggi 12 febbraio, alla presenza di una qualificata rappresentanza del nostro presbiterio diocesano (di una rappresentanza del clero di Monreale) e dei fedeli, ricordiamo l’undecimo anniversario della morte di S.E. Mons. Vincenzo Cirrincione, venuto improvvisamente a mancare il giorno dopo la memoria della Madonna di Lourdes giorno in cui egli aveva visitato i malati presso l’Ospedale di Piazza Armerina in occasione della giornata del malato.
Il Signore che aveva detto “ero malato e mi avete visitato” e “qualunque cosa avete fatto ad uno dei più piccoli dei miei fratelli l’avete fatto a me” avrà detto anche al nostro fratello Vincenzo “Vieni benedetto dal Padre mio, ricevi in eredità il regno preparato per te fin dalla fondazione del mondo”.
Noi oggi offrendo il sacrificio della Pasqua di Cristo rinsaldiamo la comunione esistente fra tutte le membra del Corpo di Cristo, perché Mons. Cirrincione ne riceva un aiuto spirituale e continui ad essere unito a noi nella carità che non avrà mai fine.
Il ricordo orante del nostro ultimo vescovo defunto ci fa riscoprire la verità di fede della comunione dei santi fra tutti coloro che, partecipiamo al sacerdozio di Gesù Cristo e santificati dal suo sangue e nutriti dell'unico pane formiamo in Cristo un solo corpo.
Oggi desidero anche ricordare tutti i vescovi che mi hanno preceduto al servizio di questa chiesa pellegrina in piazza Armerina: i vescovi originari dalla mia diocesi di origine Caltagirone :Mons. Girolamo Aprile Benzo,Mons. Saverio Gerbino e il servo di Dio mons. Mario Sturzo;il vescovo Pier Francesco Brunaccini che fu poi destinato alla Arcidiocesi di Monreale alla quale il Santo Padre Benedetto XVI ha voluto destinare anche me;i vescovi Pietro Naselli, Cesare Agostino Sajeva Mariano Palermo; e gli ultimi vescovi che parecchi di voi hanno conosciuto mons. Antonino Catarella, Mons. Sebastiano Rosso e infine Mons. Vincenzo Cirrincione.
Può sembrare strano che la Chiesa ci faccia ricordare i nostri morti in una celebrazione eucaristica. L'eucaristia come rendimento di grazie è una testimonianza importante per il nostro tempo in cui si cerca di camuffare e di censurare l'evento della morte o se lo si ricorda lo si ricorda con fatalismo senza una prospettiva illuminata dalla nostra fede in Gesù Cristo morto e risorto per la nostra salvezza e dalla speranza cristiana nella vita eterna , che è il destino ultimo della nostra vita.
In questa celebrazione, nella quale il Signore ci manifesta la sua misericordia e ci offre la sua riconciliazione attraverso il sacrificio del suo Figlio, noi siamo chiamati a celebrare la nostra fede pasquale, a rinsaldare la nostra speranza nella vita eterna ad attuare la nostra carità.
Oggi a conclusione dell’adorazione eucaristica delle Quarantore celebriamo la Messa votiva dell’Euvcaristia,
Nella prima lettura ci è stata presentata la misteriosa figura sacerdotale e regale di Melchisedec Re di Salem il quale, molto prima che in Isarele venissero istituiti i sacrifici di animali, presenta una semplice offerta di pane e di vino. Melchisedech secondo la lettera agli Ebrei allude a Gesù Cristo sommo ed eterno sacerdote, il cui saceerdozio è superiore a quello perituro di Levi.
Nel Vangelo di Marco Gesù proclama l’anticipazione del dono supremo della sua vita per noi che egli compie in un gesto di sovrana libertà e di estrema solidarietà:prende il pane e lo distribuisce ai discepoli con le parole:” prendete questo è il mio corpo” e poi il calice il calice del vino dicendo” Questo è il mio sangue,il sangue dell’Aleanza, che sarà versato per voi”. Egli anticipa in questo suo gesto supremo di amore il sacrifico della croce offerto per la salvezza dell’umanità.
Nell'Eucaristia Gesù Cristo ha istituito il nuovo rito della Pasqua cristiana, introducendo nella Chiesa il ministero sacerdotale.
Nelle nostre mani Cristo ha posto sotto le specie del pane e del vino, il vivo memoriale del Sacrificio che Egli ha offerto al Padre sulla Croce e lo ha affidato alla sua Chiesa, perché lo celebrasse fino alla fine del mondo. Nella Chiesa è Lui stesso che, come Sommo ed Eterno Sacerdote della Nuova Alleanza, agisce per mezzo dei ministri ordinati, lungo il corso dei secoli. L’Eucarestia celebrata e vissuta diventa così anche il grembo in cui tutte le vocazioni – sacerdotali, religiose , consacrate matrimoniali – vengono generate dal Signore e si mettono a servizio dell’edificazione comune.
L’Eucarestia è il segno perenne dell’amore di Gesù Cristo ; è memoriale della Pasqua del Signore; è presenza viva e contemporanea di Cristo per ogni uomo e donna della storia; è banchetto per il nutrimento che sostiene il cammino precario e affaticato dell’umanità.
Attraverso la celebrazione di questa eucaristia noi oggi, comuncicando al corpo e al sangue di Gesù Cristo, entriamo in comunione profonda con i vescovi che hanno celebrato il sacrificio eucaristico in questa cattedrale e ringraziamo il Signore per il dono del loro ministero a servizio di questa nostra Chiesa.
Noi oggi siamo invitati particolarmente a ringraziare il Signore per mons. Vincenzo Cirrincione, che è stato uomo di fede che ha aiutato la nostra Chiesa a rinnovarsi nello spirito del Concilio Vaticano II puntando sulla centralità della liturgia , sul primato della Parola di Dio, sull'incremento della comunione ecclesiale , sul dialogo della Chiesa con il mondo, sull'apertura missionaria.
Se vogliamo essere fedeli al magistero e al ministero episcopale dei vescovi delal nostra diocesi che hanno partecipato al Concilio e lo hanno attuato, siamo chiamati ad impegnarci non solo a studiare, in quest’Anno della Fede, i principali documenti conciliari ma a realizzare le grandi istanze del Vaticano II, perché esse continuino a scorrere nelle vene della Chiesa e di ogni membro della nostra comunità ecclesiale
Mons. Cirrincione ha amato la nostra Chiesa, Sposa dell'Agnello, come sposo fedele ed innamorato. Ad essa ha dedicato le sue energie migliori: intelligenza pastorale, cuore di sposo, volontà di apostolo, impegno di servizio e di santificazione, di missionario e testimone.
L'ha amato nella sua realtà misterica, fiero della sua santità e del suo essere segno sacramentale dell'azione salvifica del Signore.
L'ha amato nella sua realtà umana, di madre misericordiosa, paziente con i figli peccatori e orante per la loro conversione.
Il suo programma pastorale si è sviluppato secondo alcuni percorsi ben delineati: una Chiesa tutta ministeriale che si interroga sui contenuti e le modalità della nuova evangelizzazione e si apre ad una nuova progettualità pastorale ,per consegnarsi alla missione in una nuova stagione feconda di novità, in cui annuncio della Parola, testimonianza di comunione e di carità addivenissero a una sintesi vitale. Giovani, famiglia , promozione delel vocazi9ni e dei ministeri sono stati punti fermi del suo progetto pastorale che ha condiviso con tutti i mebri della nostra Chiesa.
Oggi noi vogliamo esprimere ancora una volta la nostra riconoscenza a mons. Cirrincione per le sue doti di Pastore appassionato nel cementare la comunione, nell’animare la missione e nella testimonianza della carità fattiva , seguendone gli esempi e continuandone l'opera di evangelizzazione, di santificazione, di servizio al popolo di Dio animato dalla carità pastorale.
Noi oggi nel undicesimo anniversario del passaggio alla vita eterna di Mons. Vincenzo Cirrincione vogliamo non solo ricordarne la memoria ma vogliamo pregare per lui e con lui che esulta nella liturgia del cielo, alla quale noi partecipiamo attraverso questa liturgia terrena, in attesa di essere accomunati dalla partecipazione allo stesso banchetto delle nozze dell'Agnello nella celeste Gerusalemme.
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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