domenica 21 aprile 2013

Laurea? Un investimento poco conveniente.


Dove vanno a finire i nostri laureati migliori? Probabilmente all’estero, a rafforzare la ricerca e lo sviluppo di altri paesi. Oppure, più semplicemente, abbiamo meno laureati
in professioni qualificate perché in Italia laurearsi sta diventando sempre meno conveniente.

Secondo un’ indagine del Ministero dell’Istruzione, il tasso di passaggio dalla scuola secondaria all’università nell’anno accademico 2011-2012 è stato del 52%, contro il 73% dell’anno accademico 2003-2004. Perché sempre meno studenti italiani si iscrivono all’università? Parte della risposta si trova guardando ad uno dei principali incentivi verso il proseguimento degli studi: il wage premium, ovvero il miglioramento in termini di salario che un individuo ottiene se decide di intraprendere un percorso universitario.
Confrontando il salario netto di un laureato ad un anno dalla laurea nel 2012 (943€) con quello di un diplomato impiegato a tempo pieno ad un anno dal diploma (925€), il motivo dello scarso appeal della laurea è lampante: la differenza è sostanzialmente nulla. Non solo, se entriamo nel dettaglio di questi numeri emerge che il guadagno atteso di un laureato di alcune facoltà (ad esempio Architettura, Psicologia, Lettere e Filosofia), è nettamente inferiore rispetto a quello di un diplomato - tutto questo ovviamente ammesso e non concesso che l’individuo in questione riesca a trovare lavoro al termine degli studi. (2)
Questo rappresenta la seconda anomalia dell’università italiana: se in paesi come gli USA il wage premium è pari a 70-80% (e in crescita nel tempo) in Italia il gap è di dimensione nettamente inferiore (3). Tutto ciò non fa altro che alimentare la famosa fuga dei cervelli italiani.
Alla luce di questi dati è chiaro che per valorizzare le università (argomento tanto discusso), il primo obbiettivo dovrebbe essere quello di rendere produttivo l’investimento degli studenti. E’ inaudito che per molti studenti italiani, investire nella propria istruzione rappresenti un investimento, nella maggior parte dei casi, poco conveniente – e tutto questo senza considerare i costi aggiuntivi (diretti e indiretti) che uno studente iscritto all’università deve affrontare. Qualsiasi riforma dell’università deve necessariamente passare da questa constatazione.
Note:
(1) Questi dati sono tutto fuorché perfetti. Si tratta infatti di questionari che spesso hanno tassi di risposta bassi e che quindi inquinano, in parte, la generalizzazione dei dati
(2) Va comunque rilevato che il tasso di disoccupazione tra diplomati è all’incirca del 30%
(3) E’ importante notare, tuttavia, che questo differenziale si riferisca solamente al primo anno di esperienza lavorativa e che nel corso degli anni sia destinato ad aumentare. Con i dati forniti da Alma Laurea/ Alma Diploma non è possibile andare più in là dei tre anni per ottenere stime comparabili. Nel 2012, a tre anni dalla laurea/diploma abbiamo un salario in media pari a 1173€ (laureati) e 709€ (diplomati)
L'autore sta conseguendo un dottorato in Economia presso la University of California, Berkeley
www.raffaelesaggio.wordpress.com

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/salari-laureati#ixzz2R5oRKsTS

stefanodimaria

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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