ROMA - Beppe Grillo ieri aveva gridato al "golpe". Oggi, in conferenza stampa al Testaccio, corregge il tiro e parla di "golpettino istituzionale furbo". Si definisce "perplesso" e continua, rivolto ai giornalisti, che per la prima volta hanno la possibilità di fargli delle domande: "Ieri sera abbiamo assistito a qualcosa di consueto: si sono riuniti nella massima trasparenza quattro persone, Bersani, Berlusconi, Monti e Napolitano, e hanno deciso che il settennato andava rinnovato". E ironizza: "Neanche Chavez è stato presidente per 14 anni". Racconta poi di quando è salito al Colle per le consultazioni. "
Quando sono andato da Napolitano, ho visto un signore molto stanco. Ho parlato quasi sempre io: gli ho chiesto di darci la fiducia, perché siamo il primo partito, voltiamo pagina. Lui ha risposto: non avete i numeri". E conclude: "C'è stato uno scambio: stanno rubando un altro anno di tempo al Paese. Ma se il governo sarà sull'agenda Monti, e così sarà, non durerà". Critica duramente Bersani: "Non ci ha chiesto collaborazione, ma voti. Se ci avesse detto 'governiamo insieme' ci saremmo messi lì a pensarci. Se i pariti poi si sfasciano non è colpa nostra". Accusa il leader Pd di non averlo ascoltato: "Noi vogliamo acqua pubblica, sanità pubblica, mandare via i delinquenti dal parlamento, reddito di cittadinanza. Queste sono cose di sinistra". Poi l'affondo a Pd e Pdl: "Rodotà sarebbe stato la garanzia di questo Paese. Invece scelgono di nuovo un presidente che garantisce il controllo sul potere giudiziario per salvare il culo a Berlusconi e al Pd per la storia del Monte dei Paschi di Siena". E la difesa dei 5 Stelle: "La cosa più ingiusta è dire che noi siamo gli artefici di questo casino, quando loro hanno inciuciato per più di 20 anni". E sulla rinuncia a partecipare alla manifestazione di ieri a Piazza Montecitorio, chiarisce: "Ieri sera potevo venire in piazza, non ho paura, ma avevo paura che la mia presenza potesse favorire "la violenza. Io non voglio entrare in questi giri". La sua, dice Grillo, non voleva essere una "calata su Roma, ma andare per incontrarci e manifestare, non per fare cose violente". E ammette di concordare con le parole di Stefano Rodotà, che ieri da Bari, ha sconfessato il comico genovese: "Il Parlamento è democrazia - ha detto il giurista- non mi sono mai piaciute la merce su Roma. Si dissente nelle sedi e nelle forme istituzionali". La protesta dei grillini. Oggi alle 15 in piazza Santi Apostoli, la piazza "simbolo" dell'Ulivo, si svolgerà la manifestazione del Movimento 5 Stelle contro la rielezione di Giorgio Napolitano al Quirinale. In parallelo anche a Milano è in corso in queste ore un presidio di protesta a piazza Castello. Ieri Piazza Montecitorio era stata presidiata fin dal mattino, ma è stato quando è arrivato l'annuncio della avvenuta rielezione, poco dopo le 18, che è esplosa: "Vergogna", "buffoni", "tutti a casa", i cori più ripetuti. La folla è cresciuta a dismisura fino a invadere la vicina piazza Colonna, di fronte a palazzo Chigi, e poi tutto il centro."Ci sono momenti decisivi nella storia di una Nazione. Oggi, 20 aprile 2013, è uno di quelli. E' in atto un colpo di Stato", ha commentato Beppe Grillo sul suo blog. Si attendeva il suo arrivo, in un clima di tensione crescente, con i blindati delle forze dell'ordine che avevano bloccato l'accesso al Parlamento e a palazzo Chigi. Poi lo stesso Grillo ha prima pubblicato un monito su Twitter: "Una raccomandazione: nessun tipo di violenza, ma solo protesta civile. Isolate gli eventuali violenti". E poi l'annuncio di un passo indietro: "Arriverò a Roma durante la notte e non potrò essere presente in piazza. Domattina organizzeremo un incontro con la stampa e i simpatizzanti".
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Quando sono andato da Napolitano, ho visto un signore molto stanco. Ho parlato quasi sempre io: gli ho chiesto di darci la fiducia, perché siamo il primo partito, voltiamo pagina. Lui ha risposto: non avete i numeri". E conclude: "C'è stato uno scambio: stanno rubando un altro anno di tempo al Paese. Ma se il governo sarà sull'agenda Monti, e così sarà, non durerà". Critica duramente Bersani: "Non ci ha chiesto collaborazione, ma voti. Se ci avesse detto 'governiamo insieme' ci saremmo messi lì a pensarci. Se i pariti poi si sfasciano non è colpa nostra". Accusa il leader Pd di non averlo ascoltato: "Noi vogliamo acqua pubblica, sanità pubblica, mandare via i delinquenti dal parlamento, reddito di cittadinanza. Queste sono cose di sinistra". Poi l'affondo a Pd e Pdl: "Rodotà sarebbe stato la garanzia di questo Paese. Invece scelgono di nuovo un presidente che garantisce il controllo sul potere giudiziario per salvare il culo a Berlusconi e al Pd per la storia del Monte dei Paschi di Siena". E la difesa dei 5 Stelle: "La cosa più ingiusta è dire che noi siamo gli artefici di questo casino, quando loro hanno inciuciato per più di 20 anni". E sulla rinuncia a partecipare alla manifestazione di ieri a Piazza Montecitorio, chiarisce: "Ieri sera potevo venire in piazza, non ho paura, ma avevo paura che la mia presenza potesse favorire "la violenza. Io non voglio entrare in questi giri". La sua, dice Grillo, non voleva essere una "calata su Roma, ma andare per incontrarci e manifestare, non per fare cose violente". E ammette di concordare con le parole di Stefano Rodotà, che ieri da Bari, ha sconfessato il comico genovese: "Il Parlamento è democrazia - ha detto il giurista- non mi sono mai piaciute la merce su Roma. Si dissente nelle sedi e nelle forme istituzionali". La protesta dei grillini. Oggi alle 15 in piazza Santi Apostoli, la piazza "simbolo" dell'Ulivo, si svolgerà la manifestazione del Movimento 5 Stelle contro la rielezione di Giorgio Napolitano al Quirinale. In parallelo anche a Milano è in corso in queste ore un presidio di protesta a piazza Castello. Ieri Piazza Montecitorio era stata presidiata fin dal mattino, ma è stato quando è arrivato l'annuncio della avvenuta rielezione, poco dopo le 18, che è esplosa: "Vergogna", "buffoni", "tutti a casa", i cori più ripetuti. La folla è cresciuta a dismisura fino a invadere la vicina piazza Colonna, di fronte a palazzo Chigi, e poi tutto il centro."Ci sono momenti decisivi nella storia di una Nazione. Oggi, 20 aprile 2013, è uno di quelli. E' in atto un colpo di Stato", ha commentato Beppe Grillo sul suo blog. Si attendeva il suo arrivo, in un clima di tensione crescente, con i blindati delle forze dell'ordine che avevano bloccato l'accesso al Parlamento e a palazzo Chigi. Poi lo stesso Grillo ha prima pubblicato un monito su Twitter: "Una raccomandazione: nessun tipo di violenza, ma solo protesta civile. Isolate gli eventuali violenti". E poi l'annuncio di un passo indietro: "Arriverò a Roma durante la notte e non potrò essere presente in piazza. Domattina organizzeremo un incontro con la stampa e i simpatizzanti".
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Un abbraccio e tanta serenità.
Agostino Sella