Nella mattina di martedì 30 aprile 2013 Carabinieri del Comando Provinciale di Enna unitamente ai Poliziotti della Questura ed a Ufficiale Giudiziario del Tribunale di Enna hanno eseguito il decreto di sequestro anticipato dei beni emesso, ai sensi dell’art. 22 comma 1 del decreto legislativo 159/2011, dal Tribunale di Enna – a seguito di richiesta della Procura della Repubblica D.D.A. di Caltanissetta – a carico di:
DRAGO
Gaetano, di Aidone
(EN), classe 1955, pregiudicato, in atto detenuto poiché condannato per mafia e
tentata estorsione aggravata dall’aver agito con metodo mafioso e/o per
agevolare l’organizzazione mafiosa “cosa nostra” di appartenenza.
Il provvedimento di sequestro
anticipato dei beni è stato eseguito anche nei confronti di familiari e parenti
del DRAGO, ritenendo che gli stessi siano i fittizi intestatari o che quanto
oggetto di sequestro costituisca il reimpiego di beni di provenienza illecita.
Consistente l’elenco di quanto sottoposto
a vincolo; i “sigilli” sono, infatti, stati apposti a:
Ø terreni siti
nella c/da toscano di Aidone;
Ø terreni e
fabbricato siti nella c/da Santa Croce di Piazza Armerina;
Ø immobile
sito nella via G. Marconi di Aidone;
Ø immobile
sito nel largo Cuciuffo di Aidone;
Ø immobile
sito nella via Papa Roncalli di Piazza Armerina;
Ø fabbricato
rurale con appezzamento di terreno sito nella c/da Baldovino Sciandro del
comune di Aidone;
Ø immobile e
terreni siti in agro di Mineo (CT);
Ø complesso
aziendale per il commercio di veicoli nuovi ed usati, sito nella via Papa
Roncalli di Piazza Armerina, formalmente intestato al nipote di DRAGO Gaetano;
Ø complessi
aziendali, siti nella c/da Toscano e nella via Erbitea di Aidone;
Ø n. 24 tra
autovetture e motocicli, molti dei quali di pertinenza;
Ø n. 13 tra
depositi e conti correnti attivi,
il
tutto per un valore complessivo di oltre un
milione e cinquecentomila euro.
DRAGO
Gaetano è stato condannato, con sentenza della Corte di Appello di
Caltanissetta, alla pena di anni sei e mesi quattro di reclusione.
Lo stesso era stato tratto in
arresto in data 14 luglio 2009 nell’ambito dell’operazione antimafia, diretta
dalla Procura della Repubblica – D.D.A. di Caltanissetta, denominata “the
old one”, unitamente al boss provinciale di “cosa nostra” Salvatore “Turi”
SEMINARA, del quale era il braccio destro e consigliere.
Le attività investigative hanno evidenziato
come, in seguito all’arresto di alcuni esponenti mafiosi di primo piano, quali
Ciccio LA ROCCA e Sebastiano RAMPULLA, ed alle vicende giudiziarie che hanno
coinvolto esponenti mafiosi della provincia di Enna quali Gaetano LEONARDO e Raffaele
BEVILACQUA, il ruolo del SEMINARA fosse enormemente cresciuto di importanza con
riferimento alle strutture di “cosa nostra” operanti in provincia di Enna e
probabilmente anche in altri territori limitrofi.
Nel corso delle indagini che portarono alla
emissione di ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di AMARADIO
Giancarlo +19 (operazione diretta dalla Procura D.D.A. di Caltanissetta e condotta
dalla Squadra Mobile di Enna nel giugno del 2009, convenzionalmente denominata “green line”) era emersa la figura dello
“zio Turi” o “u vecchiu”, identificato poi proprio nel SEMINARA, quale soggetto
che rivestiva un ruolo di grande autorità all’interno di “cosa nostra”, con
riferimento all’intera provincia di Enna.
Il ruolo di referente
supremo dell’organizzazione mafiosa ricoperto dal SEMINARA trovava conferma
anche quando la sua presenza veniva richiesta dagli uomini d’onore ennesi in
occasione di una riunione che aveva per obiettivo quello di riportare l’ordine
nelle attività illecite in provincia, dove si erano verificati troppi fatti
reato fuori dal controllo della stessa organizzazione mafiosa.
Il ruolo ricoperto dal SEMINARA e la derivazione
di questo ruolo dai rapporti con il boss del calatino Ciccio LA ROCCA,
trovavano conferma diretta in una conversazione intercettata durante la quale,
pur rimanendo molto prudente, lo stesso SEMINARA dimostrava inequivocabilmente
la sua piena appartenenza all’organizzazione ed il suo ruolo direttivo nonché
di promotore e riorganizzatore dell’attività di cosa nostra ennese.
Nell’ambito della medesima indagine “the old one” emergeva il ruolo di DRAGO Gaetano quale assoluto ed
indiscusso uomo di fiducia del SEMINARA, in grado di consigliare,
indirizzandola, la politica di gestione mafiosa del boss, a livello
provinciale.
Lo stesso DRAGO
si attivava personalmente per reperire fondi a favore dell’associazione,
tramite richieste estorsive ad imprenditori della zona. Allo stesso, infatti,
furono contesati:
a) il delitto di cui all'art. 416 bis c.p. comma
I, III, IV e VI, perché, in provincia di Enna, faceva parte (riferendosi quale
vertice a SEMINARA Salvatore) dell'associazione mafiosa denominata “cosa
nostra” dedita alla commissione di delitti di ogni genere (principalmente
estorsioni) e particolarmente attiva ad acquisire in modo diretto e indiretto,
la gestione o comunque il controllo di attività economiche, al fine di realizzare
profitti ingiusti di vario genere; accertato in provincia di Enna fino al mese
di giugno 2009.
b) il delitto p. e p. dagli artt. 81 cpv, 110,
56, 629 comma I e II, in relazione all’art. 628 comma III n. 1 c.p. e art. 7
legge 203/91, perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno
criminoso, in concorso con altri, facendo parte dell’associazione mafiosa
denominata “cosa nostra”, poneva in essere atti idonei consistiti in minacce,
diretti in modo non equivoco a costringere un imprenditore della zona a
corrispondere somme di denaro con cadenza annuale a beneficio della famiglia
mafiosa di Enna, procurandosi, così, un ingiusto profitto, con danno per la
vittima. Con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle
condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività di
“cosa nostra”. Fatto accertato in Aidone fino al mese di luglio 2009.
Enna 2 maggio 2013