giovedì 26 settembre 2013

Calogero Abbati muore. Lite con coltelli a causa di un debito di 100 euro. Tutti i retroscena della vicenda

Polizia di Stato
Comunicato Stampa
Ventottenne di Piazza Armerina ucciso perché vantava un credito di cento euro.
La richiesta reiterata ed insistente di cento euro per lavori edili effettuati, sarebbe alla base di una violenta lite che ha portato all’omicidio di Calogero ABATI, classe 1984, manovale di Piazza Armerina, ucciso con due fendenti all’emitorace sinistro.
Ininterrotte, articolate e complesse le indagini della Polizia (Squadra Mobile e Commissariato di P.S. di Piazza Armerina) dirette dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Enna d.ssa Anna GRANATA, che ha emesso provvedimento di fermo di indiziato di delitto a carico di:
1. PUGLISI CANNAROZZO Guglielmo, nato a Piazza Armerina nel 1961, ivi residente commerciante con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e la persona;
2. PUGLISI CANNAROZZO Vincenzo di Guglielmo, nato a Piazza Armerina nel 1990, ivi residente, imprenditore,
poiché indagati:

A) del delitto previsto e punito dagli artt. 110 e 575 cp perché in concorso tra loro cagionavano la morte di ABATI Calogero, colpendolo con un grosso coltello.
Fatto commesso in Piazza Armerina, in data 25.09.2013.
B) del reato p.p. e dall’art.4 L.110/75 per avere portato, al di fuori della loro abitazione e senza giustificato motivo, n. 2 grossi coltelli da cucina con lama da punta e da taglio.
Fatto commesso in Piazza Armerina, in data 25.09.2013.
*****
Già nel corso della mattina di ieri 25 settembre 2013 si erano registrati i primi contrasti tra la vittima ed il PUGLISI CANNAROZZO Guglielmo a causa della richiesta del primo di cento euro per lavori di ristrutturazione effettuati in un negozio di proprietà dello stesso PUGLISI.
Questi, di contro, avrebbe rimandato la consegna del denaro alla ultimazione degli interventi previsti; da qui una prima accesa discussione posto che l’ABATI pretendeva la consegna del denaro.
Calmati gli animi, poco dopo, l’ABATI tornava nuovamente presso il bar di proprietà di Vincenzo PUGLISI CANNAROZZO pretendendo i soldi. Si verificava un’altra animata discussione che veniva sedata dall’intervento di alcune persone presenti sul posto.
Ancora una volta, dopo essersi allontanato, l’ABATI – accompagnato da un parente – tornava e, brandendo un coltello, inveiva contro i PUGLISI, tanto che ne scaturiva un alterco, a seguito del quale restava ferito ad una spalla Vincenzo, che è stato poi medicato presso l’ospedale di Piazza Armerina riportando diversi punti di sutura.
A questo punto, i PUGLISI avrebbero prelevato dall’interno del bar due grossi coltelli per contrastare l’aggressore; immediato l’intervento di alcuni astanti, tra cui il parente dell’ABATI ed un congiunto dei PUGLISI, per separare i contendenti i quali però riuscivano a divincolarsi, tanto che l’ABATI – dopo essere stato colpito all’addome con un coltello – tentava di darsi alla fuga allontanandosi a piedi. Tuttavia, dopo essere stato inseguito, rovinava a terra, perdendo molto sangue.
Immediatamente soccorso sia dal parente che dagli stessi aggressori, giungeva cadavere presso l’ospedale di Piazza Armerina.
L’ispezione cadaverica eseguita dal medico legale consentiva di verificare la presenza di due grosse e profonde ferite all’altezza dell’emitorace sinistro; la causa della morte sarà meglio accertata a seguito dell’autopsia che verrà eseguita questo pomeriggio.
Innumerevoli le testimonianze raccolte dagli investigatori nella immediatezza dei fatti; importanti elementi sono stati acquisiti grazie al filmato di una videocamera di un vicino esercizio commerciale che ha parzialmente ripreso le fasi dell’evento.
Il Sostituto Procuratore della Repubblica d.ssa Anna GRANATA, che ha diretto le attività investigative direttamente sul posto, a seguito degli elementi raccolti, ha emesso provvedimento di fermo di indiziato di delitto a carico dei due indagati.
Gli stessi, dopo gli adempimenti di rito, sono stati ristretti presso il carcere di Enna a disposizione della competente A.G..
Enna 26 settembre 2013



Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


___________


"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

TUTTI GLI ARTICOLI