Piazza Armerina. “Abbiamo saputo da internet che voglio chiudere l’università piazzese. E’ scandaloso ma lotteremo fino in fondo”. Enzo Cammarata è piuttosto adirato. L’assessore alla pubblica istruzione ha scoperto navigando in internet che il consiglio di facoltà di Scienze della formazione di Catania, da cui dipende il corso di formazione turistica di Piazza Armerina, ha deliberato giorno 11 febbraio che per l’anno 2008/2009 sono chiuse le iscrizioni al corso della città dei mosaici. In poche parole, se così sarà, nel giro di un paio d’anni il sogno “università” nella cittadina piazzese svanirà nel nulla. “Faccio appello ad alzare le barricate – dice Enzo Cammarata – una città come la nostra non può rimanere senza università”. Poi l’esponente de “La Destra” si toglie qualche sassolino dalle scarpe. “La lotta tra la Kore e l’Università di Catania ci penalizza. Siamo i più piccoli ma quelli che paghiamo di più”. Infatti il comune piazzese dal 2001 paga al consorzio universitario ennese ben 153 mila euro l’anno per l’istituzione del corso. “Per un comune come il nostro – dice Cammatata non sono noccioline ma soldi”. Mentre il comune di Enna, che invece ha i massimi benefici dall’università versa nelle casse del consorzio appena 2 quote, circa 50 mila euro l’anno. “E’ la solita ingiustizia – continua l’assessore – eppure le iscrizioni quest’anno hanno avuto un boom con ben 75 iscrizioni. Questo vuol dire che la domanda c’è”. Poi Cammarata mette il dito sulla piaga. “E’ anche vero che l’università di Catania deve avere dal consorzio ennese qualche milione di euro. Loro non pagano e noi abbiamo i problemi”. In effetti è aperto un contenzioso che va da uno a tre milioni di euro che la facoltà catanese dovrebbe avere dal consorzio ennese. “La cosa strana – continua l’assessore piazzese – è che della chiusura non ne sapeva niente nessuno, ne Salerno ne il presidente del consorzio. Dopo che gli ho comunicato la questione hanno fatto le loro ricerche ed hanno confermato la sospensione delle iscrizioni dal prossimo anno”. Infine Cammarata espone la sua ricetta “Occorre combattere per evitare la chiusura coinvolgendo i movimenti, la società civile ed i partiti a prescindere dagli schieramenti. Spero che tutti si muovano per difendere questo nostro patrimonio. Non permetterò – conclude Cammarata – che portano via l’università utilizzando i nostri soldi”. Insomma, una nuova battaglia è appena cominciata in piena campagna elettorale.
Agostino Sella
Agostino Sella