Piazza Armerina. Continua la querelle sull’acqua nella città dei mosaici. Molto attivo il comitato di cittadini, guidato da Marcello Giurbino, che nelle scorse settimane ha più volte chiesto l’intervento del consiglio comunale per andare incontro alle decine di famiglie che vedono a rischio la possibilità di avere erogata l’acqua a causa dei tagli che Acqua Enna sta mettendo in atto per alcune utenze di Piazza Armerina. Dice Marcello Giurbino: “devo dire che mi sono sentito preso in giro dal presidente del consiglio Calogero Centonze a cui ho inviato una richiesta per la convocazione di un consiglio comunale straordinario che affronti il problema dei tagli alle utenze. Sotto Natale ho consegnato una lettera del comitato. Centonze mi aveva fatto sapere che si sarebbe subito attivato, ma evidentemente il presidente del consiglio comunale di Piazza Armerina ha altro a cui pensare”. Insomma, Marcello Giurbino è arrabbiato. Non riesce a concepire come sia possibile che nel terzo millennio i cittadini possano avere sospesa l’erogazione dell’acqua. “Un problema che riguarda la politica tutta – dice ancora Marcello Giurbino – non si può privatizzare l’acqua. Una volta fatto è chiaro che i privati fanno i propri interessi. Ma è assurdo che l’acqua a Piazza Armerina costi più di quanto costi a Milano”. Intanto molte famiglia si stanno attivano con diffide ad Acqua Enna ad evitare qualsiasi forma di distacco a causa di morosità. “Nella diffida – dice un cittadino impiegato al comune – metto in risalto che la morosità deriva dal fatto che il sottoscritto è creditore nei confronti di Acqua Enna dei canoni per la depurazione delle acque reflue, non dovute alla luce del recente disposto della sentenza della Corte Costituzionale n. 335/2008. In ragione di questo – continua il cittadino – ho richiesto una nuova bollettazione con gli effettivi importi dovuti, sgravati del canone di depurazione delle acque reflue. Pertanto – conclude il cittadino – ho diffidato Acqua Enna a qualsiasi azione di distacco, precisando che, i contratti di somministrazione di servizi essenziali sono volti a soddisfare bisogni primari aventi fondamento costituzionale nella tutela di diritti inviolabili di cui all’art. 2 della Costituzione. Non può ritenersi legittima la risoluzione unilaterale del contratto, e, dunque, la sospensione dell’erogazione dell’acqua”.
Agostino Sella
Agostino Sella