domenica 24 gennaio 2010

Peppe Diana su Deportivo-Plutia


Generalmente non commento pubblicamente le partite ma dopo l’incontro di ieri pomeriggio mi corre l’obbligo, anche per l’incarico federale che ricopro, di spendere qualche parola su ciò che ho visto.
Due parole sull’aspetto tecnico tattico che ha visto da una parte la Mosaici di Gino Avola, forte dell’esperienza dei suoi ragazzi, attaccare a testa bassa per quasi tutto l’incontro e dall’altra il Deportivo Don Bosco chiuso ermeticamente e concentrato per prima cosa a non prenderle. La cosa che comunque mi ha colpito, caro Agostino, è lo spirito di gruppo che sei riuscito a creare all’interno della squadra; ho visto i tuoi ragazzi muoversi sinergicamente come un’unica entità, correre e lottare (agonisticamente parlando) con uno spirito di sacrificio oserei dire d’altri tempi, accettare le decisioni arbitrali senza battere ciglio e rispettare gli avversari sia durante che soprattutto a fine gara.


Vedi, caro allenatore di “contrabbando” come qualcuno ama definirti, tu quest’anno hai dato ai noi tutti una grande lezione, ci hai insegnato che non sono importanti solo gli aspetti tecnici o quelli tattici, riuscire ad infondere fiducia in un gruppo di ragazzini, perché questo sono, che fino ad ieri hanno giocato solo alla “viva il parroco”, renderli uniti e soprattutto motivarli al raggiungimento di un obiettivo comune fa di te uno “stregone” del calcio a 5; e proprio la tua umiltà, il riconoscimento dei tuoi ovvi limiti calcistici, fanno di te un grande.


Io ti ringrazio perché la tua allegra banda di calciatori allo sbaraglio ci ha riportato a quello che dovrebbe essere la vera essenza dello sport amatoriale, gioia e divertimento, giocare con gli altri e non contro gli altri, ed in questo debbo riconoscere che nella gara di ieri, parte del merito va ai ragazzi di Mister Avola ed a tutto lo staff in campo i quali hanno sempre tenuto bassi i toni della polemica ed accettato con onore la sconfitta sul campo, anche se a mio avviso non pronosticabile.
Arai

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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