sabato 19 giugno 2010

La prima repubblica è finita... ma non la sua politica. Arai

"Nessuno è profeta in patria", ma profetizzare lo sfascio del sistema Italia non è stato difficile. Il problema ora è prevedere se siamo alla resa dei conti e vicini alla tanto necessaria svolta, indipendentemente dai proclami che lasciano evidentemente il tempo che trovano insieme a molte aspettative deluse. Io dico di no; e sapete perchè? Perchè la morale, la politica, la giustizia e tutti gli altri elementi che caratterizzano il nostro sistema sociale sono nel DNA degli italiani, frutto di modificazioni e adattamenti genetici avvenuti nei millenni.
Per questo ogni cambiamento, seppur drastico, che interessa la nostra società è di temporanea durata perché l’essenza intima di essa è come l'araba fenice, capace di risorgere dalle ceneri. Pensiamo un momento a Tangentopoli: che accadde dopo la bufera? La prima repubblica finì, ma non la sua politica, perché gran parte dei molti superstiti ritornarono in breve tempo alla ribalta mimetizzati chi in Forza Italia, chi nei DS, chi nei pochi altri partiti scampati allo tsunami di Mani Pulite; continuando ad essere rieletti praticamente fino ad oggi sostituiti di quando in quando da seguaci o i polli di batteria (partito) con la tara ereditaria dell'intrallazzo. Ma il popolo, quello indignato che scagliava monetine e insulti, che fine fece? La stessa fine di quelli che, come oggi spesso accade ancora in Africa, acclamano i profeti che si ergono tra le macerie di una guerra o di una rivoluzione, diventando preda del populismo e delle retoriche promesse di rinascita. I nostri profeti non vestono certo la tuta mimetica, né imbracciano un fucile ( del resto non ne avrebbero né stoffa né coraggio) ma indossano abiti di sartoria e cravatte griffate e hanno alle spalle anni di esperienza su come inventarsi articolate bugie che solo ciechi e sordi avrebbero potuto confondere con verità. Siamo dunque un paese a maggioranza di ciechi e sordi? Ebbene si; e apparentemente senza via d’uscita se continuiamo a tenerci una classe politica di bipartisan tendenza al latrocinio; un Fini che sfoggia principi platonici, in vero senza senso nella sua ambiziosa bocca; un Bertolaso che annaspa tra il fango che, fino a prova contraria, lo ha giustamente ricoperto ma ottiene maggior consenso popolare che il Papa; un Formigoni che si arrabbia perché rischia di lasciare una poltrona che occupa già da 15 anni; l’omicida di Novi Ligure (97 coltellate a un bambino e sua madre) che lascia il carcere dopo nove anni per la idiozia di un sistema giudiziario che funziona quando non dovrebbe e viceversa. Solo alcuni dei molti eclatanti esempi di un sistema destinato a risorgere ogni volta dalle ceneri; a meno che quel fermento e quella esigenza di cambiamento che oggi sta nascendo tra la poca gente onesta, laboriosa e intelligente di questo paese(tra cui mi colloco con merito e orgoglio) si propaghi rapidamente come un virus aggressivo anche tra quelli che non vogliono ancora né vedere né sentire.
Maur Ang

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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