I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Piazza Armerina, diretti dal Capitano Michele Cannizzaro, nel corso dei controlli quotidianamente effettuati percorrendo la S.P. nr.15 all’altezza della zona “Canali” proprio all’inizio del centro abitato, hanno sorpreso una donna che, ancora inginocchiata, con un accendino in mano aveva appena dato fuoco alla sterpaglia presente ai bordi della strada ed a un terreno limitrofo. Un’ altra donna, veniva vista poco distante con il chiaro atteggiamento di “vedetta”, pronta ad avvisare se arrivava qualcuno. Avviso arrivato in ritardo perché palese è stata la sorpresa degli stessi militari quando hanno visto la prima donna vicino alle prime fiamme mettersi in tasca l’accendino e cercare di fuggire con l’ altra donna poi risultata essere una sua parente. Le due donne sono state immediatamente bloccate da un carabiniere mentre il capo pattuglia si è prodigato con delle frasche trovate sul posto spegnendo il principio d’incendio della sterpaglia che, se non bloccato immediatamente, si sarebbe certamente esteso ai terreni circostanti con grave rischio per le proprietà private dove le fiamme avrebbero potuto giungere. Sul posto è stato chiesto anche l’intervento di una Squadra dei VV.FF. di Piazza Armerina, giunte nel giro di pochi minuti quando comunque le fiamme erano state già state domate dagli stessi carabinieri. Condotte presso la Caserma di Piazza Armerina le due donne non hanno saputo giustificare il proprio gesto se non con l’affermare che “ volevano fare un po’ di pulizia”.
Dei fatti in questione se ne dava immediato avviso al Magistrato di Turno che disponeva al momento il loro deferimento in stato di libertà per il reato di tentato incendio. La stessa Procura della Repubblica, dopo aver valutato le circostanze del fatto rappresentate dall’informativa dei Carabinieri presentata e ritenendo che il comportamento tenuto dalle due donne fosse stato particolarmente pericoloso (anche in previsione che avrebbe potuto essere ulteriormente reiterato), disponeva per le due donne la misura degli arresti domiciliari.
Dei fatti in questione se ne dava immediato avviso al Magistrato di Turno che disponeva al momento il loro deferimento in stato di libertà per il reato di tentato incendio. La stessa Procura della Repubblica, dopo aver valutato le circostanze del fatto rappresentate dall’informativa dei Carabinieri presentata e ritenendo che il comportamento tenuto dalle due donne fosse stato particolarmente pericoloso (anche in previsione che avrebbe potuto essere ulteriormente reiterato), disponeva per le due donne la misura degli arresti domiciliari.
Dal comunicato fornito dagli uffici dell'Arma dei Carabinieri si legge "Tale misura cautelare non deve stupire poiché è stata valutata anche la possibile reiterazione del comportamento assunto da persone che evidentemente non riescono a comprendere quali danni possono derivare da un gesto sconsiderato come quello di dare, in piena estate, fuoco alla sterpaglia sulle strade e sui terreni, gesto che può finire per coinvolgere case, proprietà ed altro mettendo anche a rischio le vite umane di chi è tenuto ad agire per lo spegnimento degli stessi incendi."